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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Parlano i democratici che sostengono Bersani: ai cittadini, risposte chiare

Ecco la lunga lettera alla cittadinanza firmata dai sei esponenti del Partito Democratico, fra i quali il sindaco Reggi e il vicesindaco Cacciatore, che sostengono la candidatura di Bersani alle prossime primarie: “i cittadini chiedono risposte chiare su chi vogliamo essere”

Si è aperta per il partito democratico la stagione congressuale e anche a Piacenza il dibattito è all’attenzione della pubblica opinione e della stampa. Vorremmo innanzitutto condividere una premessa: siamo convinti che i partiti non costituiscano in sè un fine dell’attività politica, ma uno strumento per cambiare in meglio la società, secondo principi e valori condivisi e promossi dagli iscritti che aderiscono e dagli elettori che li sostengono.

Vorremmo quindi una discussione basata su piattaforme comprensibili e definite, che consentano a iscritti ed elettori di compiere scelte consapevoli, relative innanzitutto ai temi e alle questioni al centro degli interessi dei cittadini e del Paese. Siamo convinti che i cittadini non chiedano al PD solo di partecipare e di essere consultati, ma soprattutto di ottenere risposte chiare su chi vogliamo essere, quali interessi e valori vogliamo rappresentare e quale Italia vogliamo costruire: un congresso utile al Paese, su cui peraltro si scaricano, particolarmente in questa fase, le pesanti conseguenze della crisi economica.
  I cittadini non chiedono solo di partecipare e di essere consultati, ma soprattutto di ottenere risposte chiare su chi vogliamo essere  

Il PD deve cogliere l’occasione per definire meglio, fuori dalla retorica o da dichiarazioni astratte e categorie inafferrabili, la sua carta d’identità, i principi e i valori che ispirano i suoi programmi, la struttura organizzativa e le gambe su cui intende farli camminare.

Da qui deriva essenzialmente l’importanza di questo passaggio congressuale, il suo carattere fondativo: le difficoltà che oggi il PD incontra non derivano solamente dalla discussione – certo per noi appassionante ma forse un po’ autoreferenziale - sui meccanismi della democrazia interna, ma più in generale dal fatto di non aver posto il progetto su basi culturali, politiche e organizzative abbastanza solide.

In questo senso riteniamo opportuna una prospettiva di discontinuità rispetto ai primi 20 mesi di vita del PD e sosteniamo la candidatura di Pierluigi Bersani.

Ci riconosciamo nella prospettiva di un partito che rappresenti i valori della sinistra democratica e del cattolicesimo liberale che, lungi dal porsi come post-ideologico o post-identitario, riscopra e rilanci nel mondo contemporaneo le sue radici profonde, che vanno ben oltre le vicende “recenti” degli ultimi 30-40 anni e raccontano storie di emancipazione, solidarietà e autonomia, valori che dobbiamo contrapporre con forza ad una destra decisamente connotata proprio sotto il profilo ideologico e identitario.

Questo profilo culturale e valoriale deve però poggiarsi con maggior decisione nella realtà quotidiana e contemporanea: gli ultimi test elettorali ci consegnano un partito in evidente difficoltà che, pur conservando forti potenzialità e capacità di mobilitazione, perde in particolare nei ceti produttivi e popolari.

Il principale obbiettivo deve essere quindi quello di rimettere in relazione più stretta partito e paese, riavvicinarci alla vita reale, fatta di una cattiva distribuzione della ricchezza, di impoverimento dei ceti medio-bassi, di riduzione dei redditi da lavoro, di precarietà, di un’immigrazione che preme sempre più sulle fasce più deboli. Solo restituendo centralità ai temi economici e sociali si potrà costruire un partito popolare e radicato, capace di arricchirsi delle esperienze della vita reale.
Bersani ha presentato un progetto a tutto tondo per il Paese, che si rivolge ad un ampio raggio di categorie sociali e trae vitalità e concretezza, mettendo al centro le questioni fondamentali della produzione, del lavoro e del sociale.
  Il principale obbiettivo deve essere quindi quello di rimettere in relazione più stretta partito e paese, riavvicinarci alla vita reale  

Pensiamo ad un partito in cui il tema fondamentale delle riforme istituzionali - per rafforzare il pieno ed effettivo funzionamento della nostra democrazia parlamentare e per riconoscere autonomia ai territori nella direzione di un buon federalismo - vada di pari passo con quello delle riforme in campo economico e sociale, verso una maggiore apertura e regolazione dei mercati e verso il rafforzamento e la promozione di politiche pubbliche e sociali e la valorizzazione di beni collettivi, a partire dall’ambiente.

Bersani ha dimostrato in tutta la sua attività amministrativa e di governo una grande capacità di interpretare i bisogni reali e di dare loro risposte concrete e di buon senso. Siamo convinti che, per i contenuti della sua piattaforma, per il profilo culturale e per il suo coraggio nell’innovazione, Pierluigi sia la figura più appropriata a guidare il partito in questa direzione.
Le categorie astratte vecchio/nuovo o iscritti/elettori rischiano invece di trasformare il dibattito congressuale nella caricatura di noi stessi.

La partecipazione politica di elettori e iscritti non si esaurisce nell’espressione di voto di una leadership: solo un partito più strutturato e radicato può coltivare relazioni più strette e continuative con gli elettori. E, d’altra parte, un partito forte e autorevole deve avere una vivace e solida democrazia interna, fatta di partecipazione e discussione, ma anche di regole certe che garantiscano trasparenza e legittimità.

Mario Angelillo
Francesco Cacciatore
Flavio Chiapponi
Barbara Corso
Robero Reggi
Franco Timpano

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