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De Micheli (Pd): "Lo stato non paga le imprese in tempo, adeguarsi all'Europa"

Paola de Micheli chiede al governo di adeguare i tempi di pagamento dello stato alle imprese alle medie europee, infatti in Italia lo Stato ci mette 186 giorni per pagare, in Europa 63. A Piacenza i numeri sono simili, solo un po' più bassi

Ritardi nei pagamenti alle imprese, Paola De Micheli (Pd) interpella il governo: “Adeguarsi alla normativa europea” Un interpellanza al governo per chiedere cosa intende fare per rimediare al problema tutto italiano dei ritardi insostenibili dei pagamenti alle imprese. L’ha presentata, insieme ad altri parlamentari del Partito Democratico, la deputata piacentina Paola De Micheli, che sottolinea come il tema dei ritardi, accumulati in particolare dallo Stato nei confronti dei suoi creditori, abbia assunto dimensioni preoccupanti, ulteriormente ingigantite dalla crisi economica.

E sostiene: “Anche il tessuto delle piccole e medie imprese piacentine è condizionato pesantemente dal tema del recupero dei crediti. Basti pensare che in Italia il termine medio dei pagamenti da parte di enti pubblici è di 186 giorni, mentre la media europea è di un terzo, 63 giorni. A Piacenza si registrano numeri del tutto simili, solo leggermente più bassi".

LA DIRETTIVA - "Per questo, insieme ad altri parlamentari del Pd, ho chiesto che cosa intende fare il governo per adeguare gli standard del nostro paese a quelli indicati da una recente risoluzione legislativa approvata dal Parlamento Europeo per la lotta ai ritardi di pagamento: tale direttiva fissa a 30 giorni, se non diversamente concordato, il limite massimo per il saldo di fatture relative a beni e servizi, sia nei rapporti tra i soggetti privati, sia nei casi in cui il committente è un ente pubblico. Secondo questa norma il creditore, qualora i tempi non dovessero essere rispettati, avrà diritto agli interessi di mora pari all’8 per cento e a un importo forfettario per le spese di recupero”.

LA PROPOSTA DI LEGGE - “Abbiamo chiesto al ministro dell’Economia, quali azioni - ha spiegato la De Micheli - intenda promuovere per recepire nell’ordinamento italiano tale direttiva, ma come succede ormai sempre più spesso le risposte sono state vaghe e prive di riferimenti concreti. Il Partito Democratico ha già presentato una proposta di legge in materia e ritiene che debbano essere prese tutte le iniziative per rendere efficaci anche nel nostro paese le prescrizioni della risoluzione di Bruxelles”.   

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