Tramonta il progetto del pensionato albergo di Asp
Inail si sfila nella struttura del Vittorio Emanuele, la direttrice Bocchi: «Volevano rivedere il progetto, con costi più alti a nostro carico. Insostenibile»
Tramonta, ormai definitivamente, salvo sorprese, il progetto dell’ex Pensionato Albergo, la struttura che doveva sorgere all’interno di via Campagna. L’opera serviva per aumentare il numero di posti Cra (Casa Residenza Anziani) e snellire le liste d’attesa delle famiglie piacentine che volevano accedere ai servizi del “Vittorio Emanuele”. La struttura avrebbe dovuto ospitare 90 posti e sarebbe stata finanziata da “Inail”, che però, nei mesi scorsi, si è sfilata e ha abbandonato il progetto.
«Quando Inail ci ha comunicato che il progetto per l’albergo pensionato non si faceva – ha detto la sua Eugenio Caperchione, amministratore di Asp “Città di Piacenza” - eravamo in difficoltà per la questione Covid. E nella situazione attuale non possiamo di certo proseguire quella strada. Asp non ha gestito al meglio tutto il percorso. Non riceveremo quel finanziamento e vale la pena di rivalutare il percorso». Il consigliere del Pd Salvatore Scafuto ha chiesto quali contatti avrebbe allacciato Caperchione con Inail per risolvere la questione. «Un incontro online nel giugno 2022 – ha risposto - con Inail. Ma il problema sta nel manico: ma non ho avuto a disposizione il progetto esecutivo, non ho potuto fare molto».
«Il pensionato albergo - è intervenuta anche la consigliera Federica Sgorbati (Civica Barbieri), ex assessore al welfare - era un progetto meraviglioso, ma stava in piedi solo a certe condizioni: se avesse avuto 4 piani, con servizi specifici e lo spostamento di molti posti letto del Vittorio Emanuele qui, con convenzione Ausl per le cure intermedie. Poi è davvero cambiato il mondo con la pandemia e Ausl ha pensato alla clinica Belvedere per quello. Il progetto, già a quel punto, non stava in piedi economicamente. A Inail avremmo dovuto dare 300mila euro all’anno, come si poteva fare?».
Un’altra precisazione è arrivata dalla direttrice di Asp, Cristiana Bocchi, che su questo punto la pensa diversamente rispetto all’amministratore unico Caperchione. «Si trattava di una vendita dell’immobile ad Inail e poi di un utilizzo di Asp della struttura con un finanziamento del 3% annuale che gli faceva ritornare l’investimento. Avremmo perso la proprietà del bene. Inail, comunque, ad un certo punto non ha reputato il nostro progetto idoneo per una questione economica, seppure era stato validato da tutte le autorità. Volevano un nuovo progetto, diverso, con costi molto più alti per noi: si arrivava fino a 14 milioni di euro, quando l’accordo era fermo a 8 milioni. Asp non ha sbagliato in quel percorso, che è durato a lungo».