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Pesca, bracconaggio all'oasi Isola de Pinedo. Lega Nord: "Controlli più incisivi"

Nell'interrogazione di Rancan si chiedono anche iniziative per garantire una maggiore salvaguardia delle Zone di protezione speciale

La Giunta regionale solleciti controlli più incisivi lungo le sponde del tratto piacentino del Po e nelle aree soggette a forme di tutela e protezione ambientale, affiancando l’azione delle associazioni di volontari. Lo chiede il consigliere della Lega Nord Matteo Rancan in un’interrogazione dove denuncia “azioni di bracconaggio ittico” di cui sono autori “gruppi di pescatori provenienti dall'est Europa, in particolare Lipoveni, pescatori romeni del delta del Danubio, che agiscono in maniera sistemica e continuativa nelle ore notturne depredando le acque del fiume Po”. Il problema era stato sollevato da un servizio de "IlPiacenza" a cura di Emanuela Gatti.

Il consigliere fa riferimento, in particolare, all’oasi naturalistica dell'isola De Pinedo, “una zona faunistica protetta dei comuni di Caorso e Monticelli d'Ongina in cui si registra la presenza di numerose specie d'avifauna”, “inserita in qualità di ZPS (Zona di protezione speciale) all'interno della rete di aree protette comunitarie denominata ‘Natura 2000’”, che di recente è stata oggetto di queste azioni di bracconaggio ittico, che risulterebbero “ancora più gravi” perché andrebbero a destabilizzare “l'ecosistema acquatico e l'intero biotopo”. L’esponente della Lega Rancan segnala che “diverse associazioni, enti e privati hanno denunciato le azioni di bracconaggio” e che anche “la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha preso posizione sulla problematica della pesca di frodo”, che, “in forte espansione negli ultimi anni, rappresenta un concreto rischio per l'ecosistema ittico e una grave minaccia per la salute ambientale delle acque interne del nostro Paese e non solo. Si tratta- aggiunge Rancan - di un gravissimo danno ambientale a causa dei metodi di pesca invasivi, ma anche economico perché i fiumi si stanno impoverendo sempre di più e la pesca sportiva, un mercato sette volte più grande della pesca commerciale, rischia di scomparire".

Di qui,- sottolinea- sarebbe emersa la “necessità di un inasprimento delle sanzioni e delle azioni contro l'attività di queste bande criminali, chiedendo inoltre forze di controllo che affianchino le attività delle associazioni di volontari che monitorano il fenomeno, visto che le bande di bracconieri risultano spesso decisamente violente e pericolose”. Il consigliere indica inoltre “l'inadeguatezza delle sanzioni pecuniarie, valutata la preponderante inadempienza dei contravventori”, mentre “risulterebbe utile lo smantellamento delle piazzole abusive create dagli stessi bracconieri e l'obbligo di possesso da parte del pescatore professionista di documentazione che attesti la provenienza e quindi la tracciabilità del prodotto”. Da queste valutazioni, l’ultima richiesta all’esecutivo regionale, quella di assumere iniziative per garantire una maggiore salvaguardia delle Zone di protezione speciale per assicurarne l'equilibrio ecosistemico.

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