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Pesca di frodo del pesce siluro in Po, la Regione a Foti «Pagati solo il 10% dei verbali»

Nel 2014, la sola Polizia Provinciale, coadiuvata dai volontari e utilizzando anche i natanti in dotazione, ha effettuato oltre 300 servizi di vigilanza di prevenzione, di cui 97 in ore notturne, controllando oltre mille pescatori a Piacenza

"La Giunta condivide le preoccupazioni del consigliere Foti in ordine alla gravità del fenomeno della pesca di frodo che sta provocando, oltre ad un sensibile allarme sociale, danni particolarmente significativi alle specie ittiche presenti nei nostri corsi d'acqua” lo afferma Andrea Rossi, sottosegretario alla presidenza della Regione, nella risposta resa all’interpellanza dell’esponente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale che aveva evidenziato “il verificarsi, lungo l’asta del Po, di  numerosi furti di imbarcazioni o loro parti (soprattutto motori) e fenomeni di pesca non consentita quale quella dl pesce siluro, destinato all’esportazione illegale".

Il sottosegretario Rossi, riferendosi al territorio della nostra provincia, sostiene che “nel 2014, la sola Polizia Provinciale, coadiuvata dai volontari e utilizzando anche i natanti in dotazione, ha effettuato oltre 300 servizi di vigilanza di prevenzione, di cui 97 in ore notturne, controllando oltre mille pescatori, compresi quelli dediti alla pesca al pesce siluro “aggiungendo che “l'ampliamento della vigilanza ha consentito di incrementare il numero delle irregolarità rilevate e sanzionate: tuttavia la situazione  non ha prodotto miglioramenti consistenti in quanto le sanzioni, anche a seguito del processo di depenalizzazione di quasi tutti i reati connessi alla pesca di frodo, sono esclusivamente di carattere amministrativo.”

In particolare Rossi sottolinea come “è previsto il sequestro immediato del pescato, degli attrezzi di pesca e delle barche utilizzate per la pesca di frodo ma non quello, certamente più incisivo sul piano economico, delle autovetture e, soprattutto, degli automezzi refrigerati adibiti alla conservazione ed al trasporto del pescato sui lontani mercati di destinazione.

Il sottosegretario alla presidenza assicura quindi “che la Regione si farà parte attiva per estendere la possibilità del sequestro ai citati automezzi, anche in relazione al fatto che le contravvenzioni comminate si dimostrano di scarsa efficacia non potendo essere notificate a persone non residenti nel nostro Paese o sedicenti nullatenenti”, precisando che “secondo dati rilevati sul territorio, la percentuale dei verbali effettivamente pagati non supera il 10% del totale”.

Inoltre, Rossi precisa che “la sottrazione di pesce non rappresenta, attualmente, un vero e proprio furto ma una semplice appropriazione di un bene considerato a differenza di quanto avviene con la fauna selvatica che rientra nel patrimonio indisponibile dello Stato” e accoglie l’invito di Foti “ a sottoporre la questione della regolamentazione della pesca nelle acque interne e della repressione dei fenomeni di bracconaggio all'attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con l'obiettivo di sollecitare il Governo ad apportare le necessarie modifiche alla normativa vigente per ottenere l'inserimento della fauna ittica tra il patrimonio indisponibile dello Stato e, conseguentemente, l'inasprimento, anche sul piano penale, delle sanzioni previste per questa tipologia di reati”.

Per Foti, la risposta dell’esponente della Giunta Bonaccini “conferma la gravità della situazione non più ulteriormente tollerabile  e che, soprattutto per quanto riguarda la pesca del pesce siluro, alimenta un mercato illegale, oltretutto in assenza di minimali requisiti igienico-sanitari, sul quale prospera una fetta della criminalità organizzata straniera”.

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