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«Piacentini insieme a noi lodigiani per creare un territorio forte»

Intervista a Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi: «L'ansa del Po è un legame forte tra i due territori, oltre al fatto che molti imprenditori piacentini operano nella nostra provincia. Deve essere una scelta fatta dai piacentini»

Mentre il sindaco Dosi ha messo la barra verso Parma, vantando l’efficienza dell’Emilia Romagna, il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni è pronto a ragionare su un’ipotesi di accorpamento con la nostra realtà, dopo la proposta di Tommaso Foti di unire Piacenza con Lodi. Una eventualità, secondo il deputato del Pdl, che farebbe restare Piacenza capoluogo (perché ha più abitanti di Lodi) e creerebbe un “corridoio” geografico dalle forti potenzialità economiche nella zona più ricca d’Italia: Piacenza-Lodi-Milano-Brianza.

«Vengo dalla Bassa - ha detto Foroni – e conosco bene la realtà piacentina e del capoluogo. L’ansa del Po è un legame forte tra i due territori, oltre al fatto che molti imprenditori piacentini operano nella nostra provincia. Deve essere una scelta fatta dai piacentini, attraverso un referendum che confermi la volontà del cambio di regione. Nel caso ciò avvenisse, ci sarebbe la disponibilità del Lodigiano a ragionare su un’ipotesi per creare un territorio forte».

Nel grande gioco della fantapolitica, però, occorrono punti fermi. A partire dal primo passo, che è la conversione in legge del decreto del Governo sulla spending review, che contiene anche il taglio delle Province. «Per ora, l’ostacolo è la differenza tra le regioni. Non sono abituato a fare promesse - ha affermato il presidente leghista – e aspetto il voto sul decreto. Sono, però, convinto che la manovra del Governo serva a coprire i tagli agli Enti locali, anche perché lo stesso decreto afferma che il risparmio dovuto al taglio delle Province non è quantificabile. Senza contare che ci sarebbe un aggravio di spesa per il trasferimento dei dipendenti e del trasferimento delle funzioni». Comunque, anche se non si sbilancia, Foroni si è detto d’accordo con quanto detto da Matteo Salvini, segretario regionale della Lega Lombarda, un paio di settimane fa alla festa del Carroccio: «Se deciderete di venire in Lombardia, siamo pronti ad accogliere i piacentini a braccia aperte».

Tutto questo, naturalmente, nell’eventualità che sullo scacchiere accadano una serie di cose: la Provincia viene tagliata, il presidente Massimo Trespidi propone di indire un referendum con una delibera della Provincia, referendum che dovrà avere l’ok della Cassazione, si voti e lo si vinca e si attenda il beneplacet del Consiglio delle autonomie locali della Lombardia che ci accetti. Di tutt’altro tenore, invece, il centrosinistra. Paola De Micheli ha lanciato la “provincia del gusto” (ribattezzata da Foti “la provincia delle salamelle”) e il sindaco Paolo Dosi l’ha spalleggiata in una intervista alla Gazzetta di Parma.

Enogastronomia e agroalimentare sarebbero le eccellenze trainanti e poi, ha detto il sindaco, meglio l’Emilia per sanità, servizi sociali e gestione delle emergenze. «Veramente – ha sottolineato Foroni – il sinonimo di eccellenza per la sanità è la Lombardia». Resta il fatto che una eventuale aggregazione in Lombardia non sia ben vista dalla sinistra, che si sentirebbe penalizzata. Il Pd verrebbe a perdere il “guscio ovattato” della Regione rossa per eccellenza e si troverebbe nel territorio del poco amato Formigoni e dell’odiata Lega Nord. E tutto questo, a prescindere che se fossimo accorpati a Parma, la città del Ducato farebbe man bassa dei centri di potere, deciderebbe politiche agricole e industriali lasciando a Piacenza solo le briciole, il tutto all’interno di una Regione dove il nostro territorio si è più volte lamentato di essere trattato da Cenerentola. «Proprio perché mi sento vicino a voi – ha concluso Foroni – stasera, per festeggiare il mio compleanno, verrò con la mia famiglia a mangiare una pizza a Piacenza e dedicherò un brindisi ai piacentini».

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