rotate-mobile
Politica

Piacenza Expo, la politica richiama l'imprenditoria locale: «È ora di credere di più nell’ente fiere»

In commissione 4 l'amministratore unico Giuseppe Cavalli e il direttore Sergio Copelli. Trespidi: «Partnership e aggregazioni con Bologna e Milano». Il direttore Copelli: «Giochiamo un altro campionato, di nicchia». Cavalli: «Guardiamo alla Lombardia, ma rimaniamo autonomi»

Da una ricerca della Bocconi di Milano è emerso che ogni euro incassato dall’organizzatore di una fiera italiana, il territorio circostante ne incassa da 10 a 15. La gente che frequenta un ente fieristico, porta risorse. Ne è convinto anche l’amministratore unico di Piacenza Expo Giuseppe Cavalli, intervenuto in commissione n. 4 nel pomeriggio del 26 settembre: «La fiera è fonte di commercio per tutto il territorio», ha esordito in apertura.

Piacenza Expo ospita da anni alcune manifestazioni fisse e storiche: Geofluid, Apimell, Seminat, Buon Vivere, Tt expo, Expolaser, Tubitaly, Teleradio, Armi&bagagli, Giornate italiane del sollevamento, Pantheon, Franchising Nord, Edilshow, Il paese dei balocchi, Tomato world.

Dal 2011 a oggi ha portato anche: Forestalia, colore, Meeting delle professioni sociosanitarie, PetsFestival, Expo lavori pubblici, Piacenza militaria, Eurocoat, Tubitaly, Arte Piacenza, Birraexpo, Sorgente dle vino, Mercato dei vignaioli indipennti, Habitat Piacenza Sposi, Sogno d’oriente, Tatoo Convention, Giornate italiane del calcestruzzo, Piece.EaT, Regalo Nord ovest, Ornitologica, Cruisin Rodeo, Full comics, Bilog, Expoarc, Sibatech.

Dal 2011 il padiglione di Le Mose ha affittato spazi congressuali e fieristici ad aziende e società come Aidel, Aimuu, Aitiva, Anoss, associaz. Metallurgia, Beghelli, Bticino, Citroen, Coldiretti, Consorzio grana padano, Consorzio Io-link, Coop. San Martina, Eamtm, Edizioni Da ero, Foi, Iren, Ikea, Infopro communications, Kuhn, Jungheinrich, Legno Legno, Leroy Merlin, Mediolanum, Mv Congressi, Obi, Om Still, Peugeot, Primaklasse, Quickfairs, Sandvik, Sgp Ssab, Simad, Tecnoedizioni, Tecnofarm, Terre di Moto, TUttoambiente, Fivi, Vinidea, Wurth.

I PROBLEMI DELL'ENTE FIERE

In commissione 4 Cavalli si è confrontato con i consiglieri sui problemi della società partecipata dal Comune (che detiene la maggioranza delle quote). Il principale è il rosso di bilancio che si verifica in ogni anno dispari, ovvero negli anni in cui non viene organizzata la sua fiera più importante: Geofluid. «L’asfalto fuori dalla fiera di Le Mose faceva schifo – ha detto Cavalli parlando delle cose fatte e da fare -, erano 24mila metri di parcheggio in pessime condizioni. Abbiamo messo i cancelli per tenere fuori i tir e rifatto il parcheggio. Gli operatori che iniziano a criticare mi spingono a darmi da fare. Si sappia però che tutte le volte che apriamo i cancelli della fiera, i primi ad entrare alle fiere sono i nostri competitors. I responsabili delle altre fiere, cercano di strapparci le nostre fiere più importanti. I nostri espositori si sono fidelizzati, perciò chiedo sempre agli espositori cosa ne pensano». «Ho ricavato degli spazi in disuso – ha informato l’amministratore Cavalli - all’interno. Affittiamo spazi commerciali alle aziende piacentine che possono fare pubblicità per sé stesse e così creiamo un po’ di indotto economico, perché pagano un canone alla fiera». «Nel padiglione 2, che è di ben 3mila metri, non ci sono i servizi igienici. Mi chiedo chi l’ha progettato cosa aveva in mente: gli espositori si lamentano. Le lampade e alcuni pannelli vanno sostituiti, anche qua occorre un intervento. Sarebbe utile anche ritinteggiare all’esterno la struttura per renderla più visibile e attraente. Ma per fare queste cose dobbiamo prima incamerare un po’ di soldini».

I NUMERI DI PIACENZA EXPO

La società ha 9 dipendenti a tempo indeterminato, 2 a tempo determinato, 4 part time. Nel 2017 si è speso per il personale 602mila euro, nel 2011 se ne spendeva 697mila. «Chi lavora a Piacenza Expo – è il commento di Cavalli - sta dando il massimo.  Nel 2017 sono stati registrati 2046 espositori e 149mila visitatori. Nel 2016 furono 2040 e 115mila. Nel 2015 1915 e 122mila, nel 2014 1734 e 147mila, nel 2013 1773 e 116mila, nel 2012 1018 e 101mila, nel 2011 1322 e 75mila. Le due banche socie dell’ente fiere – Banca di Piacenza e Credit Agricole – sono all’interno della struttura, hanno un loro point e il bancomat. «Con Geofluid (che parte il prossimo 3 ottobre e ha un fatturato di un milione e 200mila euro) riusciamo a sistemare lo sbilancio degli anni dispari. Io ho già programmato alcune fiere nuove».

IL PRESENTE E IL FUTURO

«Credo molto in tre settori per dare visibilità al territorio: sport, alimentare e spettacolo. E per questo da quando sono amministratore unico (ovvero dall’estate 2017) ho organizzato tre nuovi eventi: “Sport Happening”, “Piace.Eat” e il presepe di sabbia. Quest’ultimo ha portato 14mila visitatori in fiera. Quest’anno ci sarà il villaggio di Natale, un evento nuovo. Sport happening è saltata quest’anno per ragioni extra fiera, per motivi di sicurezza. Con il Coni abbiamo già in programma di farla a settembre 2019, per coinvolgere tutte le società e le discipline sportive di Piacenza. Il 27-28-29 ottobre avremo Piace.Eat, l’evento più importante che una città come Piacenza, così dedita all’alimentare, deve avere come sua fiera dell’agroalimentare. Ospiterà anche 13 convegni, muovendo quella palude stagnante che blocca Piacenza, che non crede molto in sé stessa». «Stiamo lavorando per il ritorno nel 2019 della Fiera del Colore, organizzata soltanto nel 2011: è in fase di progettazione. Poi la fiera del packaging, #Street. Sono comunque 27 quelle in programma da ottobre 2018 a ottobre 2019».

Cavalli ha dato una sua interpretazione sul ruolo di Piacenza Expo nel contesto generale. «Siamo una società indipendente – ha spiegato - viviamo del nostro pane quotidiano. Purtroppo ci stiamo trascinando delle zavorre del passato, che pian piano stiamo sistemando. E l’1% in vendita della Regione non significa nulla per noi, si parla di 50-60mila euro. Il mio mercato è la Lombardia, non le città vicine dell’Emilia: andiamo ad attingere a quel bacino di espositori e visitatori. Io credo molto nella fiera e in questa struttura, che può organizzare manifestazioni di nicchia che gli altri non possono allestire».

TRESPIDI: «GUARDIAMO A MILANO E BOLOGNA». COPELLI: «NO, GIOCHIAMO UN ALTRO CAMPIONATO»

Ricca di spunti l’analisi del consigliere di “Liberi” Massimo Trespidi. «La Regione che si ritira da Piacenza Expo significa che vogliono un unico polo fieristico. Il Comune controlla l’ente fiere essendo socio di maggioranza: non possiamo permetterci di rimanere indipendenti e autonomi, mentre Bologna e Milano si stanno mettendo d’accordo per creare un’asse fieristico tra loro. Dobbiamo riflettere su quale scenario collocarci, difficile in quest’epoca rimanere autonomi: io direi di guardare a questo sviluppo». Critiche agli imprenditori locali da parte di Trespidi. «Il sistema industriale piacentino partecipa alla fiera con percentuali da prefisso telefonico. Quando si dice che Piacenza non crede in sé stessa, bisogna sottolineare che sono gli imprenditori che non credono in Piacenza e in questa fiera. Sono vent’anni che negli anni dispari si registrano passivi: il Comune di Piacenza ha creduto nella fiera con 800mila euro di ricapitalizzazione con la Giunta Dosi. Uno sforzo enorme, così come ci credono le due banche socie (Banca di Piacenza e Credit Agricole, nda). Forse nel Bando periferie si poteva mettere anche la riqualificazione dell’area di Le Mose. Rischiamo di avere un gioiello in un’area delle zone più degradate della città, con immobili rurali che necessitano di un recupero e il problema della prostituzione».

Roberto Colla (Piacenza Oltre) votò a favore della ricapitalizzazione dell’ente fiere, approvata dal precedente Consiglio comunale: «Bene investire nel food, non si parla d’altro in Italia e noi abbiamo i prodotti in casa nostra».

Nel dibattito è voluto intervenire anche Sergio Copelli, direttore di Piacenza Expo. «È dal 2015 – ha risposto Copelli alle sollecitazioni di Trespidi - che si fanno discorsi sulle holding e sulle aggregazioni tra fiere. Noi giochiamo in un altro campionato rispetto alle fiere di cui si parla quando ci riferisce alle aggregazioni. Gli altri hanno fiere generaliste, con costi maggiori, noi di nicchia. Lo spazio per noi, anche rimanendo autonomi, c’è». D’accordo anche l’amministratore Cavalli: «Nelle partnership io ci vorrei entrare, ma mica con un ruolo da comprimario. Gli altri cercano aiuto perché sono “sotto”, non rimangono a galla. Vero, invece, che gli industriali dovrebbero crederci di più. Dovrebbero "darci dentro di più"». Il problema della prostituzione è molto sentito. «Purtroppo al Pets Festival alle 8 della mattina vengono già le famiglie e si trovano le “lucciole” nelle immediate vicinanze. Così non va bene. Ci sono aziende che investono tanti soldi e si trovano cascine fatiscenti (Cascina San Savino è in abbandono da anni, nda) e prostitute ovunque nei dintorni».

Anche per Nicola Domeneghetti (Fratelli d’Italia) gli imprenditori dovrebbero battere un colpo. «Ritengo importante cercare nuovi attori per l’ente fiere, anche perché non è escluso che il Comune riduca la sua partecipazione in futuro. Di certo non potrà immettere nuovi capitali». «Inconcepibile che gli imprenditori piacentini – ha aggiunto Sergio Dagnino del Movimento 5 Stelle - abbiano percentuali da prefisso telefonico nella fiera». «Gli imprenditori mettano mano al portafoglio – ha concluso Trespidi -. Il Comune di Piacenza deve già cercare 2,5 milioni di euro per sostituire l’aumento dell’Irpef. Se si trova nella posizione di dover cercare fondi e dovesse scegliere tra l’ente fiera e i tagli al sociale, io non ne avrei dubbi su dove si può tagliare. Gli imprenditori devono, dal 2019, giocare una partita importante per Piacenza».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Piacenza Expo, la politica richiama l'imprenditoria locale: «È ora di credere di più nell’ente fiere»

IlPiacenza è in caricamento