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Piacenza in Lombardia, Lega Nord: «Pd censura dibattito per paura poltrone»

Il segretario provinciale della Lega Nord Pietro Pisani e il consigliere regionale leghista Matteo Rancan replicano ai consiglieri Pd Gianluigi Molinari e Katia Tarasconi

“Capiamo che i consiglieri Molinari e Tarasconi vogliano censurare il dibattito democratico su un eventuale passaggio di Piacenza in Lombardia: se infatti i piacentini dovessero votare per l’approdo verso Milano, le loro poltrone da consiglieri regionali emiliano romagnoli vacillerebbero. E il Pd, già lo sapevamo, è più ancorato a poltrone e stipendi che al bene della propria comunità”. Così il segretario provinciale della Lega Nord Pietro Pisani e il consigliere regionale leghista Matteo Rancan replicando ai consiglieri Pd Gianluigi Molinari e Katia Tarasconi. “Ci contestano il nostro ruolo di oppositori al ‘regime’ Pd? Ne andiamo fieri. Si chiama ‘opposizione’ ed è democrazia. Ma forse questo sfugge agli alfieri renziani”. “Quanto al paragone con le posizioni - a quanto detto - ‘più concilianti’di Tommaso Foti, anch’egli in opposizione, non è alla sinistra, tanto più a questa sinistra, che chiediamo voti o giudizi. Forse diamo fastidio perché, mentre il Pd parla con il linguaggio di lobby e poteri forti, noi stiamo tra la gente e difendiamo i cittadini”.  

“Se altri, dalle fila dell’opposizione, preferiscono tenere una linea morbida e conciliante nei confronti di questa maggioranza, è una loro scelta, ma a questo punto farebbero meglio a non fare gli arrembanti nelle piazze oppure, in alternativa, a iscriversi alla nuova Balena bianca. Per quanto ci riguarda non abbiamo mai fatto sconti alla giunta Bonaccini e al Pd e non intendiamo farne: un partito che si è macchiato di cinque svuotacarceri, che sta tagliando sulla pelle dei malati e dei disabili, che ha affossato la sicurezza e che ha fatto solo favori a immigrati e criminali (arrivando addirittura a riconoscer loro una 'mancetta' come risarcimento per la detenzione in celle ritenute non comode) è per noi il pericolo pubblico numero uno, da combattere politicamente e da contrastare con ogni mezzo democratico”. 

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