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Ru486, Polledri (LN) diffida Errani e Bianchi (Ausl) dall'uso in day hospital

Il deputato Polledri (LN) ha diffidato il governatore dell'Emilia Errani e il dg dell'Ausl Bianchi dal procedere alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 in regime di day hospital, ritenendo la procedura «illegale e pericolosa»

Il deputato piacentino Massimo Polledri (Lega Nord) ha diffidato il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani e il direttore generale dell'Ausl di Piacenza Andrea Bianchi dal procedere alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 (nell'immagine la composizione chimica) in regime di day hospital, ritenendo la procedura, «illegale e pericolosa per l'incolumità delle pazienti».

LA MISSIVA - In una missiva inoltrata al dg e - per conoscenza al sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, al presidente della Provincia Massimo Trespidi e al Tribunale per i diritti del malato - il parlamentare del Carroccio sostiene che «l'Emilia Romagna e, con essa, l'Ausl di Piacenza, contravvengono alle indicazioni governative e del Consiglio Superiore della Sanità, il quale, in un parere del 18 marzo 2004, ha sottolineato che «i rischi connessi all'interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti alla interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero» e nel pieno rispetto della 194.

"NECESSARIO IL RICOVERO ORDINARIO" - Qualche mese dopo il Consiglio Superiore della Sanità ha ribadito che la cosiddetta "kill pill" «deve essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista dalla legge e la donna deve essere ivi trattenuta fino ad aborto avvenuto». A sostegno della tesi Polledri cita anche una recente indagine conoscitiva della commissione Sanità del Senato che ha specificato come «l'intera procedura abortiva debba avvenire in regime di ricovero ordinario». Necessità espressa anche dallo stesso ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali nella comunicazione alla Commissione europea del dicembre 2009. «Le dichiarazioni fatte in questi giorni dal governo Errani - conclude Polledri -, secondo cui l'interruzione di gravidanza farmacologica potrà essere effettuata in day hospital, sono in netto contrasto con le direttive citate, con la conseguenza che con molta probabilità non sarà garantito alle pazienti un attento monitoraggio in tutto il percorso abortivo e con particolare riferimento al momento dell'espulsione dell'embrione, con possibili danni di cui Errani e il direttore Bianchi dovranno rispondere».

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