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Piano regionale contro la violenza di genere: «In futuro venga ascoltata anche la Provincia»

Gloria Zanardi, consigliere provinciale: «Le Province hanno portato avanti una fondamentale attività di coordinamento e monitoraggio in tema di violenza di genere, soprattutto in vista della costituzione di un osservatorio regionale sul fenomeno»

La regione Emilia Romagna sta proseguendo nei lavori per l'approvazione del "Piano regionale contro la violenza di genere". La bozza è stata analizzata, nel corso di due incontri, dell’assessore alle Pari opportunità, Emma Petitti, prima con gli assessori dei Comuni capoluogo o sedi dei centri antiviolenza e poi con i rappresentanti delle forze sociali.

«La Provincia non è stata convocata - si legge in una nota di Gloria Zanardi, consigliere provinciale con delega alle pari opportunità - Il piano sarà lo strumento principale per rafforzare la rete di prevenzione, protezione e sostegno alle donne e per promuovere le pari opportunità. Gli obbiettivi principali che si pone il piano sono sicuramente lodevoli e, tra l'altro, caratterizzano l'azione che porto avanti quotidianamente, a livello provinciale, in qualità di consigliere provinciale delegato alle pari opportunità. A seguito del caotico riordino istituzionale, la Provincia, infatti, ha mantenuto tra le sue funzioni fondamentali la promozione delle "pari opportunità" sul territorio».

«Inoltre, a livello provinciale - afferma Zanardi - il 25 novembre 2011 (in occasione della giornata internazionale contro la violenza) è stato costituito il "Tavolo Provinciale di confronto contro la violenza alle donne", che presiedo, di cui fanno parte tutti i soggetti istituzionali, pubblici e privati che si adoperano in prima linea nella prevenzione, sensibilizzazione e contrasto su questo tema (Provincia, Comuni, Centro antiviolenza telefono rosa, Ausl, Forze dell'ordine, associazioni) allo scopo di rafforzare la rete tra i medesimi e rendere sempre più efficiente le azioni messe in campo».

«Ciò premesso - continua la nota - senza sminuire le importanti competenze attribuite ai comuni capoluogo, mi auguro che, in futuro, a livello regionale, vengano ascoltate anche le rappresentanze delle Province che, sino ad oggi, hanno portato avanti una fondamentale attività di coordinamento e monitoraggio in tema di violenza di genere, soprattutto in vista della costituzione di un osservatorio regionale sul fenomeno. Finché la provincia esiste - e, ribadisco, questa incertezza sulle sue sorti sta divenendo insopportabile – credo che debba considerarsi come una risorsa e non debba essere vanificato il lavoro che, sino ad ora, è stato portato avanti». 

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