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L'ente in difficoltà / Ponte dell'Olio

L'Unione Alta Valnure rimane senza funzionari, i sindaci: «Vogliamo ripartire»

Due pensionamenti e due trasferimenti hanno stoppato l’attività dell'ex comunità montana. Sindaci al lavoro per tamponare l’emergenza: «C’è la volontà politica di ricostruire l’Unione»

Due pensionamenti e due trasferimenti in poco tempo. L’Unione Alta Valnure è praticamente ferma, rimasta sguarnita di funzionari. Ma i comuni che ne fanno parte – Pontedellolio, Bettola, Farini e Ferriere – non vogliono gettare la spugna, come hanno fatto alcuni colleghi della Bassa nel corso dell'estate 2021, sciogliendola. 

L’ex comunità montana non se la passa bene. Ad eccezione degli agenti di Polizia Locale, non è rimasto neanche un lavoratore al suo interno. Così i servizi che l’ente erogava per i quattro comuni di collina e montagna, si sono stoppati. Nella giornata di oggi, martedì 5 luglio, i sindaci dell’Alta Valnure dovrebbero incontrarsi di nuovo per fare il punto della situazione con la Regione Emilia-Romagna. Si sta cercando di capire come sostituire in poco tempo - sono noti i tempi elefantiaci della burocrazia - i funzionari in pensione o dimissionari.

«Ci stiamo incontrando - spiega Cristian Poggioli, sindaco di Farini e presidente dell’Unione – e valutando le soluzioni. La mancanza di personale è la carenza più grave: attualmente siamo scoperti su tutti i fronti. Dall’ufficio tecnico alla ragioneria, passando per la segreteria. I nostri uffici, a parte gli agenti della Polizia Locale, sono fermi. Vogliamo tenere in piedi l’Unione e farla funzionare, ma dipenderà anche dalle risposte che ci darà la Regione. Però la volontà da parte nostra, quella c’è».

«La situazione è abbastanza critica – fa sapere Paolo Negri, da poco riconfermato sindaco di Bettola - non abbiamo più funzionari. Dobbiamo ricostruire un minimo di struttura. La volontà politica di tutti è quella di tenere viva l’Unione: è importante per ottenere fondi regionali e per redistribuire funzioni come la Polizia Locale e i servizi sociali. Ma la struttura deve reggere. Avevamo tre dipendenti storici della vecchia comunità montana: di questi due sono andati in pensione e uno ha chiesto il trasferimento».

D’accordo anche Carlotta Oppizzi, sindaco di Ferriere. «L’Unione non si scioglie - aggiunge - perché la vocazione a lavorare tutti insieme c’è sempre stata e viene dall’esperienza della vecchia comunità montana. L’Unione ha ereditato le sue funzioni, ora dobbiamo re-impostare questa realtà».

«Si pensa ad un triplice ingresso di funzionari – ipotizza il primo cittadino di Pontedellolio, Alessandro Chiesa - per far ripartire i servizi. Se la Regione ci darà parere negativo, il nostro comune – che è quello che ha il peso maggiore e il personale per farlo – potrebbe puntellare l’Unione con le proprie risorse. Diamoci sei mesi per tornare a regime, per far tornare in careggiata l’Unione». Chiesa sembra così sgombrare il campo dall’ipotesi di abbandono. «L’Unione montana è utile - conclude - ci permette anche di ottenere punteggi e risorse in molti bandi. Non deve essere un carrozzone, ma un modo per sviluppare attività e investimenti sul territorio».

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