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Smaltire i rifiuti piacentini altrove aumenterebbe i costi del 30%

Chinosi (Iren) in commissione: «Trasferire i rifiuti per lo smaltimento aumenta i costi del 30%». E la vicina Parma attualmente non riuscirebbe ad accoglierli tutti. Zanardi: «Il teleriscaldamento riduce le emissioni, come togliere 3mila auto dalla circolazione in città»

Spegnere il termovalorizzatore di Borgoforte, come indicato dalla Regione Emilia-Romagna, entro la fine del 2020? Significa che dal 2021 aumenteranno del 30% i costi – e quindi, evidentemente, le tariffe – per conferire e trattare i rifiuti urbani piacentini altrove. Contando sul fatto che l’impianto più vicino, Parma, non ha la capacità per smaltire attualmente tutti i nostri rifiuti, che dovranno quindi viaggiare per altri chilometri. Congestionando il traffico con i tir e contribuendo all’aumento ulteriore di inquinamento dell’aria. Giovanni Chinosi, direttore generale di Iren, ha accompagnato la consigliera del Cda di Iren Barbara Zanardi nell’audizione in commissione, in Comune a Piacenza. Da Chinosi sono arrivate alcune importanti valutazioni sul futuro del termovalorizzatore piacentino. Stimolato dalle domande dei consiglieri Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) e Massimo Trespidi (Liberi), il dirigente piacentino di Iren ha spiegato che attualmente il «termovalorizzatore di Borgoforte, che tratta i rifiuti urbani, lavora per il territorio piacentino. Il nostro termovalorizzatore è molto efficiente, ha degli ottimo rapporti costi-efficienza e ha risolto il problema dei rifiuti dell’area locale. La Regione ha poi posto il problema dei rifiuti speciali da smaltire qua a Piacenza. Però portare altrove i rifiuti urbani piacentini comporta dei costi, perché vanno trasferiti. Costi del 30% in più rispetto agli attuali. E attualmente l’impianto di Parma farebbe fatica a sopportare tutti i rifiuti urbani di Piacenza». Insomma, Iren si troverebbe con il 30% di costi in più: chi li pagherebbe? Il pensiero subito corre a un ritocco della Tari, ai contribuenti e alle loro tasche.

«IL TELERISCALDAMENTO “TOGLIE 3MILA AUTO” DALLA CITTA’»

Rabuffi si è detto molto perplesso. «Difficile – è il parere del consigliere di minoranza - che venga spengo il termovalorizzatore di Piacenza, Iren sta investendo molto sul teleriscaldamento, scelta rischiosa se poi verrà realmente spento nel 2021, ovvero verrà a mancare la fonte che riscalderà le abitazioni cittadine». «Il teleriscaldamento – è la risposta di Chinosi - non è la scusa per continuare ad utilizzare l’impianto, ad oggi va avanti senza l’ausilio di Borgoforte». «Investire sul teleriscaldamento – ha aggiunto Barbara Zanardi - senza sapere il futuro del termovalorizzatore di Piacenza è un rischio accettabile e sostenibile dall’azienda. Oggi funziona senza essere attaccato all’impianto: il teleriscaldamento comporta un risparmio di emissioni di 90 milioni di tonnellate di polveri sottili, pari a quello di 3mila auto in meno in giro per la città. Già ad oggi la rete funziona, ci sono uffici teleriscaldati senza sfruttare il calore dei rifiuti bruciati».

CENTRALE DEL RIUSO E CENTRO STORICO “SPORCO”

Stefano Cugini (Pd) ha ricordato l’impegno per una centrale del riuso in strada Valnure. «Il progetto del centro del riuso – ha risposto Chinosi - è da attuare con l’assessore Paolo Mancioppi, noi ci teniamo, ma Atersir deve snellire le procedure. Devono essere impegnati soggetti che hanno questa vocazione». Mauro Saccardi (Forza Italia) ha segnalato la sporcizia del centro storico e chiesto come mai il teleriscaldamento sia attaccato in gran parte soltanto ad uffici ed edifici pubblici. «In effetti abbiamo messo a disposizione cestini nuovi nel centro storico – è la replica del direttore Iren - dobbiamo impegnarci maggiormente nella zona nord, nei pressi delle scuole Gioia e Romagnosi, anche per il verde pubblico. Il teleriscaldamento funziona meglio con i “casermoni”, gli edifici grossi. Piacenza ha una centrale vicinissima, ma ancora una piccola rete».

ISPETTORI AMBIENTALI, AREE BALNEARI E CASSONETTI

Tra i temi sul tavolo, anche l’implementazione della “squadra” di ispettori ambientali sul territorio piacentino. Sarebbero soltanto due al lavoro, Chinosi ritiene maggiormente ideale un aumento dell’organico a sei elementi. «Dobbiamo anche migliorare sul fronte della pulizia intorno ai cassonetti e la pulizia delle aree balneari di Valnure e Valtrebbia. Piacenza nei prossimi mesi vedrà migliorare la raccolta differenziata in modo importante. L’obiettivo è togliere i cassonetti, perché quelli che ci sono, soprattutto nelle aree industriali, vengono riempiti subito».

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