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Paola Gazzolo (Pd) nuova presidente del Consiglio comunale

Prima seduta a Palazzo Mercanti. Gloria Zanardi è la vicepresidente. ApP polemizza con il centrosinistra: «Vecchi metodi, la maggioranza si prende tutto». Barbieri rifiuta la candidatura. In Consiglio prevale l'emozione

Prima campanella e primo giorno di scuola per il Consiglio comunale di Piacenza, dopo il ballottaggio dello scorso 26 giugno che ha riconsegnato al centrosinistra la guida della città. Tanta l’emozione dei protagonisti, in particolare per i consiglieri debuttanti. Ma anche i veterani, pur padroneggiando meglio la situazione, hanno manifestato nella prima seduta queste sensazioni. 

Non ci sono state sorprese: Paola Gazzolo (Pd) è stata eletta presidente del Consiglio comunale, mentre Gloria Zanardi (Fd’I) è la vice. Per entrambe è bastata una votazione, seppure sul filo di lana.

Durante la seduta sono intervenuti soprattutto i volti noti della politica cittadina (ma non la deputata Paola De Micheli). Tre assenze, per vari motivi, all’inaugurazione del "nuovo corso": Claudia Gnocchi (capogruppo civica Tarasconi, a causa del Covid), Gianluca Ceccarelli (Pc Oltre) e Margherita Lecce (Civica Tarasconi). In questo mandato Corrado Sforza Fogliani è il più anziano con 84 anni. Costanza De Poli la più giovane (19 anni, come Lecce).

I lavori sono stati guidati, nelle fasi iniziali, propedeutiche all'elezione del nuovo presidente, dal “consigliere anziano” Massimo Trespidi (Civica Barbieri), alla quinta consigliatura. «Auguro a ciascuno un buon lavoro – è la riflessione del decano - in particolare a chi per la prima volta siede in quest’aula. Che tutti sentano la responsabilità e l’orgoglio nel guidare la città». Trespidi ha poi letto il messaggio del vescovo Adriano Cevolotto sull’astensionismo e la sempre più crescente mancanza di fiducia nelle istituzioni, esternato durante le celebrazioni del patrono Sant’Antonino.

IL DIBATTITO SULLA PRESIDENZA A GAZZOLO

A rompere gli indugi sulla presidenza dell’aula ci ha pensato il capogruppo del Pd, Andrea Fossati. «Come partito - ha preso la parola il 37enne .- abbiamo fatto un sondaggio tra noi e c'è la condivisione massima di tutto il gruppo su Paola Gazzolo. Donna del Pd, con una grande capacità amministrativa, ex assessore provinciale e regionale, conosce la macchina comunale. Saprà gestire l’aula in maniera egregia e sarà obiettiva. La maggioranza con noi ha condiviso il nome, Piacenza Oltre lo ha fatto in un secondo momento. Chiedo alla minoranza di valutare il nome di Gazzolo, per partire senza pre-concetti».

D’accordo anche “Pc Coraggiosa”. «Sosteniamo la candidatura di Gazzolo – ha precisato Boris Infantino a nome del gruppo - dà garanzie istituzionali. Darà la necessaria obiettività e imparzialità nella gestione dell’aula». «La proposta del Pd – ha detto al suo esordio Angela Fugazza (Civica Tarasconi) - rispecchia tutte le caratteristiche necessarie. Sarebbe inoltre la prima donna a ricoprire tale incarico».

Piacenza Oltre inizialmente si era smarcata da queste riflessioni, poi si è allineata con la maggioranza. «Avevamo chiesto di dare il ruolo alla minoranza – ha ricordato Caterina Pagani - non per uno strappo con i colleghi o per incrinare il nostro rapporto con la maggioranza, come ha capito qualcuno. Ma la nostra proposta ormai è stata superata, quindi accogliamo la decisione della maggioranza. Lavoreremo lealmente e costruttivamente nei prossimi cinque anni», ha aggiunto, fugando i dubbi di diversi osservatori che vedono già una possibile crepa nella coalizione.

Dall'opposizione Alternativa per Piacenza ha messo “carne sul fuoco”, proponendo l’ex “rivale” Patrizia Barbieri. «Sarebbe stato bello – ha detto Stefano Cugini - aprire un dibattito franco e non già definito in aula sulla presidenza. Magari ascoltando le parole di Piacenza Oltre, o dando il ruolo a Patrizia Barbieri, che ringrazio, perché è uscita sconfitta dalle elezioni ma ha scelto di rimanere in aula. Oltre a lei c’è una figura in aula che potrebbe ricoprire l’incarico, in quanto già vicepresidente: Gianluca Ceccarelli». «Il meccanismo – è la puntura di spillo del vicino di banco Luigi Rabuffi - è che la maggioranza occupa tutti i ruoli possibili, senza dare rappresentanza all’opposizione. Così non si valorizza la politica vera. Non è vietato lasciare all’opposizione questo ruolo: basta con questa logica. Affamati di potere: non ce lo possiamo permettere. Il Pd cinque anni fa chiese di votare alla presidenza Christian Fiazza, io non lo dimentico».

Da Corrado Sforza Fogliani (Liberali) era arrivato invece l’invito di presentare insieme i nomi dei papabili presidenti e vicepresidenti dell’aula, per avviare un dibattito comune su entrambe le cariche.

Fratelli d’Italia ha storto il naso sulla proposta del Pd. «Non siamo stati interpellati – ha detto Nicola Domeneghetti - sulla figura di Gazzolo. Accogliamo l’invito di Cugini e proponiamo la candidatura a presidente dell’aula di Patrizia Barbieri. La diretta interessata, però, ha subito declinato l’invito e lanciato una frecciata alla maggioranza. «Ricordo quando cinque anni fa il Pd fece le barricate nel chiedere la presidenza dell’aula. Ora almeno potevano incontrarci. Nulla da eccepire su Gazzolo, la conosco da tempo. Però il metodo non va bene, non è un buon inizio. Senza avere la pretesa di decidere a casa degli altri».

Al termine del dibattito, il centrosinistra ha votato compatto per Gazzolo (che si è auto-votata). Sono mancati i voti dei tre assenti, ma ne bastavano 17 per l’elezione e ne sono arrivati 18. Le minoranze hanno preferito “non partecipare”, tranne ApP e Sforza Fogliani (astenuti). «Ringrazio i consiglieri – ha dichiarato da neo eletta Gazzolo - l’emozione è tanta nonostante l’esperienza, partita dalle circoscrizioni. Spero che questo Consiglio si impegni nell’ascolto, nella partecipazione e nella responsabilità».

LA VICEPRESIDENZA A ZANARDI

Per la vicepresidenza (incarico non remunerato, interviene solo in caso di assenza del presidente) è stata eletta Gloria Zanardi (Fratelli d’Italia), proposta dalla collega di partito Sara Soresi. Polemico ancora Rabuffi (ApP): «è un contentino che si lascia all’opposizione di turno». Il centrodestra (Civica Barbieri, Fd’I, Lega) ha votato compatto, ApP e Sforza Fogliani si sono astenuti e la maggioranza è andata in ordine sparso. Zanardi ha ottenuti 17 voti (lei non si è autovotata, «una questione di stile» ha detto), con l’appoggio di Fossati (Pd), Tarasconi, Scafuto, Pagani, Infantino, Gazzolo.

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