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Primo ok in commissione per la variante del nuovo ospedale, l'area non presenta rischi

Il dibattito a Palazzo Gotico sull'area agricola che ospiterà l'ospedale. Fiazza: «Troppi 8-10 anni, vogliamo canali preferenziali». Trespidi chiede un confronto con Donini e Baldino, Colla tempi certi sul percorso. I tecnici garantiscono che l'area della Farnesiana dal punto di vista idraulico e geologico è sicura

Da area agricola ad area destinata alle attrezzature sanitarie. C’è il primo “sì”, quello della commissione 2 “Territorio”, riunitasi in via straordinaria a Palazzo Gotico per rispettare il giusto distanziamento tra i consiglieri, alla variante al Psc del nuovo ospedale. Il nosocomio, come deciso nel luglio 2019 dal Consiglio comunale, sorgerà in un’area da 160mila metri quadrati alla Farnesiana. Ora, un passaggio obbligatorio. La variante al Psc, passato in commissione con i voti di tutto il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Liberali Piacentini, Gruppo Misto). Contro, “Piacenza in Comune”. Astenuto, il Partito Democratico. Non hanno partecipato al voto “Liberi”, Movimento 5 Stelle, “Piacenza Oltre” e la “Piacenza del futuro”. Lunedì 11 maggio il Consiglio comunale riaffronterà l'argomento, sempre a Palazzo Gotico. 

L’assessore all’urbanistica Erika Opizzi ha ripercorso le richieste di partenza dell’azienda sanitaria per la scelta dell’area del nosocomio (accessibilità, possibilità di avere intorno più spazio, vicinanza ad autostrada e tangenziale). «Si era esclusa la parte Nord della città e la parte Est. La scelta è ricaduta sull’area davanti al carcere delle Novate», ha ricordato l’assessore. Confagricoltura risulta essere l’unica associazione che ha presentato una osservazione scritta alla delibera del Comune.

I consiglieri si riuniscono a Palazzo Gotico - Mulazzi/IlPiacenza

L’architetto dell’ente Simona Devoti (responsabile U.O. Servizi pubblici di Impatto ambientale) ha posto l’accento sulla valutazione ambientale strategica, che deve verificare la sostenibilità di un progetto che ancora non c’è. «La Valsat è un’analisi più approfondita anche sul territorio». È intervenuto in commissione anche il geologo Filippo Lusignani. «Il mio incarico prevedeva la relazione idro-geologica e sismica, ma non idraulica, dell’area del nuovo ospedale. Abbiamo testato la falda del sottosuolo, per renderci conto se potesse interferire con eventuali piani interrati del futuro progetto Ausl. Il piano di gestione di rischio alluvioni segnala l’area come “non allagabile”. La falda ha avuto 4-5 metri di spostamento dagli anni ’70 a oggi, quindi si potranno costruire piano interrati. L’area è classificabile come “edificabile” dopo le mie valutazioni». L’architetto Alessandra Ballestrazzi (Servizio di Pianificazione urbanistica e ambientale) ha informato che prima di decidere l’area precisa dove verrà costruito occorrerà aspettare il progetto.Nuovo ospedale 2020-2

L’ingegner Ivo Fresia (Art Parma) si è occupato della relazione idraulica dell’area. «Abbiamo realizzato uno studio particolare sulla pericolosità idraulica. In quest’area abbiamo un rio consortile (che si chiama “Ballerino”) e un altro (denominato “Riazza”) su cui si sversa. C’è anche una cassa di laminazione a protezione della tangenziale sud per una piena straordinaria definita “cinquantennale”. I tombini presenti sono sottodimensionati».

Ma ci sono rischi di allagamento qualora si costruissero piani sotterrati? «La pericolosità di quell’area – ha detto l’ingegner - è molto remota. La statistica lo permette, ma il rischio è molto basso. Quella zona, per un evento atmosferico molto straordinario, per intenderci, rio nuovo ospedale idraulica-2che avviene ogni 200 anni, non si allagherebbe comunque, perché l’acqua arriverebbe a qualche centimetro di distanza. Se fosse un’abitazione sarebbe sicurissima, per un ospedale è ovviamente meglio avere qualche margine in più di tutela». Per aumentare la sicurezza di quella occorre intervenire drasticamente? «Sono interventi modesti quelli da fare, più che altro modificare la cassa d’espansione, servirà per raccogliere gli scarichi prima di immetterli nel rio Ballerino».

IL DIBATTITO POLITICO

Il gruppo di “Liberi” vuole ascoltare al più presto Regione e Ausl – nelle persone dell’assessore alla salute Raffaele Donini e del direttore generale Luca Baldino – in aula. «Il nostro gruppo consiliare – ha detto Massimo Trespidi - sottolinea che sono passati cinque anni dall’annuncio del nuovo ospedale, come è stato fatto notare, e si è mossa tanta aria in tutto questo tempo. A Piacenza serve più tecnologia, più capitale umano e integrato con un potenziamento della sanità territoriale: medici di base, case salute, poliambulatori, centri prelievi e diagnostica».idrografia-2

«Oggi non esiste un progetto – ha evidenziato per il Pd Christian Fiazza - quindi la valutazione, se coinvolgerà i sanitari, prenderà in considerazione tutto quello che è stato recepito in questa emergenza. Più che discutere con Baldino in aula, sarà importante per noi consiglieri approfondire il tema del nuovo ospedale. Dobbiamo ridurre i tempi, 8-10 anni sono troppi per la sua costruzione. Non è accettabile aspettare i canali ordinari della burocrazia italiana: bisogna ottenere una corsia di facilitazione per dimezzare i tempi».

Tappe chiare e tempi certi: la richiesta arriva da Roberto Colla (Pc Oltre). «L’Amministrazione sa qualcosa del nuovo ospedale? Cosa è cambiato di quello studio di prefattibilità? E quanto ci dovremmo mettere per realizzarlo, per finire tutto il cantiere? Rispetto al cronoprogramma siamo in ritardo». Gli unici due consiglieri della maggioranza a intervenire sono stati Mauro Saccardi e Sergio Pecorara del Misto. «Il percorso sarà lungo – ha detto Saccardi - questo di oggi è il primo passo». Pecorara ha apprezzato l’impegno di Opizzi nel gestire la pratica.

«A Colla – ha replicato l’assessore Opizzi - ha già risposto il sindaco Barbieri. Il progetto non esiste ancora, lo studio di fattibilità va rivisto in seguito all’emergenza che ci è capitata: questo sarà il primo ospedale post Covid».

«Condivido la preoccupazione di Colla – ha detto ancora Trespidi. L’architettura dell’ospedale sarà un problema dei tecnici, a noi spetta di discutere degli investimenti per le sue strutture e del futuro della sanità locale. Però dobbiamo conoscere il giudizio delle autorità sanitarie regionali e piacentine. Ad esempio – ha polemizzato il rappresentante di Liberi - perché non ci hanno fatto presente che si voleva escludere Piacenza dall’hub nazionale di terapia intensiva? Non ce lo hanno spiegato né il ministro Speranza, né il presidente Bonaccini, né l’assessore Donini. Ora chiediamo tempi chiari e date certe sul percorso che si vuole prendere sulla politica sanitaria. Ditecelo al prossimo Consiglio comunale di lunedì. Dovrebbero renderci partecipi di quello che sanno, per aiutarci nelle nostre valutazioni».

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