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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Provincia, Ptcp, la protesta "No Tube": "Basta rovinare il territorio"

Viabilità, fasce fluviali ed impianti energetici. In discussione il Ptcp. Monta la protesta delle associazioni ambientaliste, con militanti "imbavagliati": "Si vogliono rovinare i nostri preziosi corsi d'acqua"

protesta_2Viabilità, fasce fluviali ed impianti energetici. Sono questi gli ambiti della programmazione contenuta nel Piano territoriale di coordinamento provinciale, di cui è iniziata ieri la discussione in Consiglio, che hanno accolto il maggior numero di osservazioni da parte di cittadini e amministrazioni comunali.

VIABILITA' - Per quanto riguarda le infrastrutture viabilistiche sono state respinte le osservazioni sul tratto della provinciale 654R della Valnure tra Podenzano e Pontedellolio in quanto non migliorative della situazione del traffico. Analoga sorte è toccata anche la richiesta di collegamento in galleria a Castellarquato tra la 4 e la 12 in quanto il progetto avrebbe implicato una ripubblicazione del piano e quindi un allungamento dei tempi, procedura che l'Amministrazione provinciale intende evitare come chiarito dall'assessore alla Programmazione territoriale Patrizia Barbieri. Diverse osservazioni sono pervenute anche per il ponte sul Po a Castelvetro con la proposta di eliminazione del progetto, ma non sono state accettate in quanto contrastanti con la via ministeriale seguita e con la programmazione regionale. Rifiutata anche la contrarietà emersa intorno alla tangenziale di Carpaneto. «Per sopperire al pesante traffico di transito cui è soggetta Piacenza - ha rilevato in riferimento alla Pedemontana il capogruppo del Pd Marco Bergonzi - non riteniamo idonea l'ipotesi di un'autostrada a quattro corsie, nel mezzo del territorio provinciale, tra Fiorenzuola e Castelsangiovanni».

mummiaENERGIA - Non hanno avuto esito le richieste di ampliare la possibilità di realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in aree soggette a vincoli paesistici, essendo in conflitto con il Ptpr e con le riserve regionali. «contrarietà a qualunque insediamento nucleare» è stata espressa da Bergonzi.

RISORSE IDRICHE - «Quello degli invasi è un tema che porteremo in Regione affinché vengano inclusi nel piano delle acque», ha garantito Barbieri, cui il capogruppo leghista Massimiliano Dosi ha chiesto di inserire nella programmazione l'opportunità di realizzare questi bacini in montagna (nella foto la protesta dei manifestanti "No Tube"). Resterà invariato l'articolo 100, per cui sui corsi d'acqua piacentini non saranno ammessi nuovi impianti di captazione delle acque.

LA PROTESTA AMBIENTALISTA - La mummia, poi (una persona completamente bendata per protesta, nelle foto), ha fatto il suo ingresso in Consiglio provinciale. Anche questo si è visto durante la protesta che ha coinvolto 29 sigle ambientaliste che con il loro gesto hanno voluto sottoporre all'assemblea le situazioni ambientali compromesse da una continua antropizzazione che non risparmia l'Appennino. "Il rischio è che vengano scavalcati i vincoli ambientali e che la pianificazione apra le porte alla realizzazione di 17 progetti sui corsi d'acqua più preziosi": è questo uno dei timori che agitano Gianmarco Rancati portavoce di "No Tube". "Ci spaventa il fatto che possa passare il concetto secondo cui sul territorio si possa fare quello che si vuole, e che si valuti come positivo ricoprire il Piacentino di nuovi insediamenti di ogni tipo, dalle dighe ai centri commerciali", fa eco la presidente di Legambiente Laura Chiappa che nella programmaazione scorge il pericolo di "vedere costruire come unica risposta" alla crisi.

LA REPLICA DI TRESPIDI - "La diga - ribatte il presidente della Provincia Massimo Trespidi - sta creando un panico ingiustificato. Non ho mai detto che costruiremo una diga non di nostra competenza, bensì all'interno del dibattito la maggioranza ha presentato un ordine del giorno su un nuovo invaso che può esser presentato alla Regione". "Tutto questo è avvenuto in quanto nella terza conclusione del Tavolo del Trebbia, istituito da Boiardi al costo di 300mila euro, si stabilisce di prevedere, nei prossimi anni, la costruzione di un grande invaso montano per sopperire alle carenze idriche", conclude il presidente.

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