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L'ex ministro Quagliariello (Ncd-Udc): «Il centrodestra si è estremizzato»

L'ex ministro presente in città per sostenere la candidatura a presidente di Alessandro Rondoni. Quagliariello: «In Emilia il centrodestra ha ceduto verso la deriva estremista della Lega di Salvini»

Per sostenere la candidatura di Alessandro Rondoni alla presidenza dell’Emilia-Romagna è arrivato a Piacenza anche l’ex ministro – ora attuale coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra – Gaetano Quagliariello. L’esponente nazionale, ex ministro alle riforme, è intervenuto in un incontro organizzato da Nuovo Centrodestra e Udc all’hotel Fiera. Quagliariello ha spiegato ai cronisti che la compagine Ncd e Udc presto si fonderà in una sola realtà. «Faremo a breve un gruppo unico alla Camera e al Senato tra i due partiti, per avere una formazione nuova. Ringrazio tutti i candidati – ha spiegato - che si sono impegnati in questa campagna elettorale. Io ci credo, la nostra presenza è una delle poche novità di una campagna stanca. Nel momento in cui proponiamo qualcosa siamo spessi ignorati. La nostra lista è il nucleo iniziale di una nuova formazione, non è l’unione di due partiti. Speriamo si uniscano a noi altre presenze partitiche e altri singoli. Partiamo con l’Emilia e la Calabria – dove si vota per le Regionali – per poi riunire i nostri parlamentari e organizzare questo nuovo partito. Il bipolarismo, come l’abbiamo conosciuto, è finito in Italia. Nel momento in cui la destra si è estremizzata in Italia abbiamo lasciato quel campo, la destra ha percentuali alte ma non può diventare forza di governo. Non si può pensare di uscire dall’euro, dall’Europa, rifiutare il trattato di Shengen. In un clima di esasperazione come questo guadagnano voti ma non arrivano e non possono governare».

Ncd e Udc correranno da sole, senza l’alleanza con gli altri partiti di centrodestra. «In Emilia il centrodestra ha ceduto alle richieste della Lega, c’è stata una deriva significativa verso Salvini e l’estremismo, per fortuna ci siamo noi a coprire un vuoto moderato al centro. Il Pd invece – ha rilevato l’ex ministro - in questa ragione è trasformista, non riformatore: non è il Pd di Renzi, è quello di sempre. Noi siamo gli unici a tenere la bandiera in alcune questioni. Non sono battaglie di retroguardia, ma controcorrente siamo gli unici a dire certe cose e a scendere in piazza – il prossimo 15 novembre a Roma per il “Family act” -. Non sono posizione retrograde ma di buon senso, diremo i nostri paletti su questa materia che non possono essere superati. La nostra ambizione è rispettare l’importanza della tradizione e su come si può costruire da qui l’innovazione. Bisogna avere radici e saper rispondere ai temi che ci presenta l’attualità, come immigrazione e economia. Ci sono tematiche nuove imposte dalla situazione inedita di crisi a cui vogliamo dare risposte, e le risposte si possono dare solo se si hanno radici storiche. Queste cose non hanno a che fare con la sinistra vera».

«Vedo l’orgoglio di questa regione – ha dichiarato Alessandro Rondoni, candidato presidente della lista centrista -, regione rossa sì, ma in cui si è dimesso il governatore.  Stiamo parlando di un sistema che non regge più dal punto di vista economico. Ci sono imprese e aziende che muoiono, di fronte a questo quadro vogliamo aiutare subito le aziende. Faremo una legge integrata sulle famiglie per creare equità, lo diciamo soprattutto nei confronti della sinistra che ha creato disuguaglianze. “Meno all’ente, più alla gente” è il nostro principio: 7 torri a Bologna per la sede della Regione sono troppe, ne basta una. Vogliamo meno amministratori, meno burocrazia, meno enti, meno dirigenti. Siamo fondatori di un nuovo movimento politico, stiamo partecipando a una cosa straordinaria: portiamo in Italia un’ispirazione europea, e lo facciamo partendo dalle province dell’Emilia-Romagna. Per noi un voto è un volto, c’è un rapporto diretto in mezzo alla gente. Ci vuole una scossa a questa Regione e alla vecchia sinistra: non si può passare dal “Family day” ad altre piazze “pro unioni gay”. Il bisogno di politica nasce dalla realtà, piena di bisogni e desiderosa di giustizia sociale. Invito tutti a impegnarsi per questa campagna elettorale: qua non c’è un apparato, è la gente che è protagonista»

«La crisi infinita – è il commento del presidente dell’Udc provinciale Pierpaolo Gallini - che ha messo a dura prova la resistenza delle persone, ha sfiancato le famiglie. La crisi è anche morale – lo vediamo dagli atteggiamenti di alcune forze politiche – perciò dobbiamo tenere accesa una fiaccola. Dobbiamo mantenerla viva, insieme alla nostra spiritualità e ai nostri ideali.  Noi vogliamo rappresentare questa forza del buonsenso e guardare al futuro e a solide radici. Sono cambiati i temi, dobbiamo adattarci e testimoniare queste realtà. Il passaggio del 23 novembre sarà indicativo. Ho la convinzione che tanti amici, provenienti da esperienze come quella di Forza Italia, siano dalla nostra». All’incontro erano presenti anche i candidati piacentini della compagine: Giulio Maserati, Laura Ruscio e Mariangela Casali.

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