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Rancan: «A Piacenza continui disordini, la Giunta metta al centro dell'agenda la sicurezza nei penitenziari»

Il consigliere regionale e capogruppo della Lega ha replicato alla vicepresidente Schlein Elly che, in risposta a un’interpellanza dell’esponente del Carroccio, ha ricordato come la scelta di dotare gli agenti di polizia penitenziaria di strumenti di difesa sia di competenza del Ministero della Giustizia

«Risolvere il problema della sicurezza delle carceri deve essere una priorità della Giunta regionale. Bisogna andare a segnalare i disordini volta per volta, interpellando i ministeri competenti. Pensiamo ci possa essere un impegno a portare avanti l’istanza in Conferenza Stato-Regioni perché avvenimenti come quello dell’istituto penitenziario di Piacenza ci danno conferma del fatto che sia necessario dotare gli agenti di taser. Imporre al centro dell’agenda politica la sicurezza nelle carceri deve rappresentare un punto fermo». Così il consigliere regionale e capogruppo della Lega Matteo Rancan oggi in aula ha replicato alla VicePresidente Schlein Elly che, in risposta a un’interpellanza dell’esponente del Carroccio, ha ricordato come la scelta di dotare gli agenti di polizia penitenziaria di strumenti di difesa sia di competenza del Ministero della Giustizia.
La questione è stata portata all’attenzione della Giunta regionale dopo un mese di follia all’interno del carcere di Piacenza: in meno di trenta giorni otto agenti sono stati aggrediti dai detenuti.
«Il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria spesso opera in strutture fatiscenti, insalubri, sovraffollate e in situazioni estreme con carenze di personale e turni massacranti. Queste condizioni, spesso sottovalutate, influiscono profondamente sul benessere organizzativo del lavoro e, di anno in anno, contribuiscono all’aumento dei livelli di stress» ha denunciato Rancan, rilevando la necessità di «urgenti provvedimenti per la tutela dell’incolumità fisica degli agenti. Dotare gli stessi di strumenti idonei (taser, spray urticante, body scanner, schermature contro l’uso improprio delle apparecchiature di telefonia mobile) per potersi difendere in caso di necessità, significa permettere agli agenti di poter lavorare in condizione di maggior sicurezza, oltre a tutelare maggiormente i detenuti non violenti».

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