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Sabato, 20 Aprile 2024
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Referendum, Trespidi scrive a Napolitano: «Inopportuno votare il 10 febbraio»

Venerdì 7 dicembre il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano relativa al referendum della Provincia di Piacenza. «Votare il 10 febbraio è inopportuno»

Venerdì 7 dicembre 2012 il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano relativa al referendum della Provincia di Piacenza. Solo il 6 dicembre il Consiglio dei Ministri aveva approvato il documento che indiceva le consultazioni per il distacco dall'Emilia-Romagna e la sua aggregazione alla Lombardia.

Ecco il testo integrale della lettera al presidente Napolitano

Illustrissimo Signor Presidente,
alla luce del quadro politico-istituzionale che si sta delineando ritengo urgente e opportuno porre alla Sua attenzione alcune considerazioni relativamente alla richiesta di indizione di referendum ex art. 132 comma 2 della Costituzione, che il Consiglio Provinciale di Piacenza in data 24 settembre 2012 ha deliberato per chiedere il distacco della Provincia di Piacenza dalla Regione Emilia Romagna e l’aggregazione alla Regione Lombardia. L’iter prevede che il referendum sia indetto con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, entro tre mesi dalla comunicazione dell'ordinanza che dichiara la legittimità della richiesta, per una data di non oltre tre mesi da quella del decreto. La Corte Suprema di Cassazione si è espressa favorevolmente in merito alla legittimità della richiesta il 17 ottobre 2012 e abbiamo appreso ieri che il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto presidenziale che indice nel territorio della Provincia di Piacenza e nel territorio dei Comuni veneti di Arsiè, di Canale d’Agordo, di Cesiomaggiore, di Falcade, di Feltro, di Gosaldo e di Roccapietone (Belluno) otto referendum popolari per il distacco, rispettivamente, della Provincia di Piacenza dalla Regione Emilia-Romagna e sua aggregazione alla Regione Lombardia e per il distacco dei 7 Comuni dalla Regione Veneto e loro aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol. I comizi sono convocati per domenica 10 febbraio 2013, con prosecuzione del voto fino a lunedì 11 febbraio 2013. Le premesse sopra esposte introducono le meditate considerazioni che ora Le esprimo sui tempi e le condizioni, ritengo non favorevoli, né opportune, in cui ad oggi si troverebbe ad esprimersi il territorio che rappresento per una scelta così determinante e decisiva per la nostra comunità.
1) E’ tuttora in corso un processo di riordino istituzionale, con particolare riguardo alle Province che, senza nasconderci i rilevanti dubbi sulla costituzionalità dei provvedimenti adottati, assume sempre più contorni di preoccupante incertezza e insostenibilità, aumentando di fatto la confusione ingenerata non solo sui livelli istituzionali (regionali, provinciali e comunali) ma sulla comunità e sulle realtà sociali e produttive dei territori, compreso il nostro.
2) Stiamo assistendo ad un succedersi di eventi che delineano sempre più un quadro politico nazionale dai contorni drammatici, che non lascia ormai dubbi all’evidenza che siamo già in un clima (esasperato) di campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche.
3) Permangono aperti e al momento ancora irrisolti gli elementi che pongono pesanti macigni, vale a dire i tagli previsti dalla legge di stabilità in corso di approvazione, sui bilanci che gli enti locali, compresa la nostra Provincia, avrebbero dovuto approvare in vista dell’imminente avvio del nuovo esercizio. Ciò comporta l’impossibilità, così come manifestata dallo stesso Governo nella decisione assunta di proprogare la scadenza di approvazione dei bilanci 2013 al 31 maggio p.v., di provvedere allo stanziamento di fondi per finanziare il referendum in tempi brevi.
Alla luce di queste mie consisderazioni, mi permetto di sollecitarLe una pausa di riflessione e sospensione nel convocare i comizi elettorali per il referendum da indire nella nostra provincia, tanto più che la data ad oggi ipotizzata del 10-11 febbraio risulta assolutamente insostenibile nel garantire l’avvio delle operazioni di organizzazione e gestione dell’iniziativa, nonché inadeguata e inopportuna a favorire una corretta e serena partecipazione dell’elettorato, considerando che in quei giorni saremo nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche. Le chiedo pertanto, non essendo ancora scaduti i tre mesi previsti dalla normativa, di attendere sino a dopo la festa dell’Epifania per la firma del decreto presidenziale, in considerazione anche di nuove decisioni che il Consiglio provinciale di Piacenza si riserva di valutare in seguito agli esiti dell’iter di conversione del decreto legge 188/2012. Auspicando che la mia richiesa sia da Lei condivisa ed accolta rimango a disposizione per qualsiasi confronto.
Distinti saluti.

A questo link il testo integrale.

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