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Politica

Referendum, quorum non raggiunto: nel Piacentino ha votato il 26,7%

Affluenza piacentina al di sotto della media nazionale (32%). Il capoluogo si ferma al 26,6%, a Farini il dato più basso, a Gossolengo quello più alto

Il referendum abrogativo sulle trivelle in mare si chiude qui. Il quorum del 50 per cento più uno non è stato raggiunto: l'affluenza si è fermata intorno al 32 per cento. Gli italiani erano chiamati a esprimersi sull'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine, abbiano durata pari alla vita utile del giacimento. Già alle 19 era chiaro come il quorum fosse un miraggio: a quell'ora aveva partecipato solo il 23,48% degli elettori.

A PIACENZA E PROVINCIA.

Nel Piacentino il dato dell’affluenza è al di sotto della media nazionale. In città e provincia è andato a votare solamente il 26,73% degli aventi diritto. Il capoluogo Piacenza si è fermato al 26,6%: Farini registra il dato più basso (poco sopra il 13%) seguito da Ferriere, mentre Gossolengo è il comune con l’affluenza più alta. Nei 304 seggi sparsi nel Piacentino hanno votato 56.758 persone. Di questi, il 75,67% (42.217 piacentini) si è espresso per il "Sì", il 24,33% (13.574 persone) per "No" al quesito referendario. Le schede bianche sono state 471 (lo 0,82%) e le nulle 496 (lo 0,87%). 

Di seguito i dati dell'affluenza dei 48 comuni. 

Agazzano 26,19% 

Alseno 27,78%

Besenzone 25,16%

Bettola 19,03%

Bobbio 24,48%

Borgonovo Val Tidone 23,67%

Cadeo 28,10%

Calendasco 25,86%

Caminata 30,73%

Caorso 26,59%

Carpaneto Piacentino 25,96%

Castelsangiovanni 24,08%

Castellarquato 31,44%

Castelvetro Piacentino 26,49%

Cerignale 24,78%

Coli 20,57%

Corte Brugnatella 18%

Cortemaggiore 27,66%

Farini 13,19%

Ferriere 14,70%

Fiorenzuola d'Arda 28,30%

Gazzola 26,84%

Gossolengo 32,39%

Gragnano trebbiense 26,26%

Gropparello 24,64%

Lugagnano 26,49%

Monticelli 27,47%

Morfasso 14,34%

Nibbiano 26,61%

Ottone 17,12%

Pecorara 19,17%

Piacenza 27,60%

Pianello 25,73%

Piozzano 27,56%

Podenzano 26,91%

Ponte dell'olio 24,42%

Pontenure 28,28%

Rivergaro 26%

Rottofreno 28,73%

San Giorgio piacentino 28,89%

San Pietro in Cerro 23,60%

Sarmato 25,60%

Travo 24%

Vernasca 23,27%

Vigolzone 24,58%

Villanova 27,73%

Zerba 29,57%

Ziano 25,52%

Al seguente link è possibile consultare lo scrutinio comune per comune.

RENZI DA PALAZZO CHIGI - Ecco la parole di Matteo Renzi da Palazzo Chigi. "Assisteremo alle dichiarazioni dei politici vecchio stile che hanno vinto anche quando perdono. In questo referendum ci sono vincitori e sconfitti. I vincitori sono gli 11 mila operatori, i lavoratori del settore. A loro innalzo i calici. Gli sconfitti non sono i cittadini che hanno votato, chi vota non perde mai. Gli sconfitti sono i consiglieri regionali e i presidenti che hanno voluto cavalcare il referendum per questioni politiche. Potevamo evitare questo referendum per risparmiare 300 milioni di euro, ma il voto è stato usato per esigenze di conta da parte di qualcuno. Ho molto sofferto la scelta di non andare a votare, ma non perché ci fossero dubbi costituzionali, perché l'istituto del quorum permette di esprimere un dissenso dichiarato con l'astesione. Ho ricevuto una mail da parte di un ragazzo che ha compiuto 18 anni nelle settimane scorse che mi chiedeva un consiglio se andare a votare o meno per la prima volta. Ho fatto fatica personalmente a spiegare le motivazioni del non voto. Ma il Sì al referendum avrebbe portato a 11mila licenziamenti. E un presidente del Consiglio deve stare al fianco dei lavoratori. Ho scelto di non votare perché questo era lo strumento a disposizione di chi voleva difendere questo settore".

LE REAZIONI - Diametralmente opposto il commento di Michele Emiliano principale "oppositore", al momento, di Matteo Renzi all'interno del Pd. Su Twitter il presidente della regione Puglia ha voluto ricordare comesi siano recati al voto ben 14 milioni di elettori: "E' un successo straordinario che impegna il governo a cambiare politica industriale ed energetica".

LE POLEMICHE - Come previsto, nel corso della giornata, non sono mancate le polemiche: a fare da capofila al "caos", Ernesto Carbone, parlamentare Pd che, in piena votazione, ha pensato bene di twittare un "ciaone", riferito al quorum, che a molti è sembrata una chiara presa in giro a chi è andato alle urne. Poi la precisazione, sempre su Twitter: "Rispetto sempre per gli italiani, che votano o non votano, ma il #ciaone ai promotori di un referendum inutile ci sta tutto".

PER COSA SI VOTAVA - Il Consiglio dei ministri, il 10 febbraio scorso, ha approvato il decreto per l'indizione del referendum popolare per l'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine, abbiano durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Si votava per abrogare il comma 17, terzo periodo, dell'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come sostituito dal comma 239 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, limitatamente alle seguenti parole: "Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale". Questa norma permette la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi o di gas naturale nel territorio nazionale compresi i mari entro le dodici miglia dalla costa. Chi voleva l'abrogazione di questa possibilità doveva votare "Si", chi non voleva abrogarla doveva votare "No".

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