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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il Pd contro i lumbard: «Andare in Lombardia è assurdo e dannoso»

Il Pd piacentino compatto contro l'ipotesi "annessione": "Non incoraggeremo di certo i piacentini ad andare votare in un ipotetico referendum. L'Emilia molto meglio della Lombardia"

Il Pd esce allo scoperto sulla Provincia lanciando un duro attacco all’ipotesi del referendum - “inutile, costoso e umiliante per i piacentini”  - e al centrodestra, reo di voler cancellare la nostra identità e di “correre dietro alle paturnie di qualche poltico”.

Il risultato della direzione provinciale del partito che si è svolta giovedì sera è stato presentato venerdì, 27 luglio, dal segretario Vittorio Silva, dal deputato Paola De Micheli e dal capogruppo in Consiglio provinciale Marco Bergonzi.

Nell’eventualità che si arrivasse al referendum per decidere se Piacenza debba andare in Lombardia o restare in Emilia Romagna, Bergonzi è stato lapidario: “Il Pd non incoraggerà certo la partecipazione”.

Insomma, “tutti al mare” anche se si tratta solo di una ipotesi nel grande gioco della fantapolitica. Nel mirino del Pd, poi, è finita anche la Lombardia i cui dati sui servizi sociali, rispetto a Bologna, sono stati definiti “agghiaccianti” da Silva, mentre De Micheli ha parlato che nel raffronto tra le due Regioni, “la Lombardia è ko”. “Niet” del Pd anche per l’ipotesi Lodi, lanciata dal deputato Pdl Tommaso Foti. “Il presidente della Provincia di Lodi non ci vuole - ha sottolineato il segretario - e qui c’è chi si mette nelle condizioni di andare con chi non ci vuole. Piacenza è una terra emiliana e qui si sta meglio che in Lombardia”.

SILVA. Il segretario, il primo a parlare, rompe il silenzio del Pd che da settimane non era intervenuto sul tema. Referendum inutile, dunque, e umiliante per i piacentini “che si ridurrebbero a chiedere l’ingresso in Lombardia con il proverbiale “cappello in mano”.

E ancora: “Il sistema sociale ed economico emiliano vanta infatti molti elementi di superiorità rispetto a quello lombardo”, citando solo servizi ai cittadini, prestazioni sanitarie e welfare. Occorre pensare e progettare il ruolo di Piacenza all’interno di un’area più vasta che comprenderà Parma e Reggio Emilia, per far risaltare le nostre eccellenza, ha evidenziato Silva “e non correre dietro alle paturnie di qualche politico”.

Poi, alcuni dati comparativi tra le due regioni, che vedo l’Emilia Romagna primeggiare. Assistenza domiciliare: 8,8 abitanti su 100 contro i 4 lombardi; anziani con indennità di accompagnamento: 11,4 contro 9,4; popolazione infantile negli asili nido: 24,6 per cento contro l’8,1. No al referendum, infine, anche sotto il punto di vista dei costi: “Si spenderebbe un milione di euro”.

DE MICHELI. Se andremmo con il cappello in mano in Lombardia non significa che Bologna ci tratti meglio, vista la scarsa considerazione di Piacenza negli ultimi anni, senza contare che il referendum costa così come costa ogni elezione. Inoltre, il Pd non avrebbe certo un vantaggio in termini di voti sull’altra sponda. Ma tant’è, il Pd va alla guerra della Provincia sventolando l’orgoglio e non avendo alcun “complesso di  inferiorità” come ha detto De Micheli. “Chi parla di referendum - ha avvertito – ha paura di confrontarsi con le altre Province emiliane. Noi portiamo la piacentinità e siamo in grado di elaborare progetti per il nostro territorio. Non abbiamo paura di nessuno. Voteremo il decreto legge, anche se non ci piace. Viene assicurata la fine naturale della legislatura e questo ci darà più tempo per i nostri progetti”.

BERGONZI. Il capogruppo in Provincia ha detto in modo chiaro che “la foga lodigiana attraverso l’uso del referendum è un attacco all’identità dei piacentini. Un territorio disunito è più debole. Inoltre, è poco dignitoso “sbattere le ciglia a Lodi”, venendo poi rifiutati. In questo caso, si tratta di interessipolitici interni al centrodestra. Non è una posizione condivisibile. Noi chiediamo a tutti i soggetti piacentini di impegnarsi per disegnare la Piacenza del futuro per un rapporto di pari dignità nella nuova area che nascerà”.

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