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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Reggi all’assemblea Anci dice no ad una Protezione Civile a due velocità

Siamo di fronte ad una Protezione civile a due velocità, una nazionale e una locale, che propone una situazione non più sostenibile. Il Sindaco Reggi intervenuto oggi all'Assemblea dei Comuni italiani a Torino chiede che venga ripreso il Protocollo finalizzato a nuove linee guida condivise e ad una più equa spartizione delle risorse

Il sindaco Roberto Reggi è intervenuto oggi come responsabile della Consulta Nazionale Protezione Civile dell’Anci, nell’ambito dell’Assemblea dei Comuni italiani in corso a Torino.

Ecco il testo completo del discorso:

“E’ passato poco più di un anno dalla firma del Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Presidente dell’Anci e dal Sottosegretario Bertolaso. E’ necessario riprendere quel lavoro finalizzato a nuove linee guida condivise sulla protezione civile. Un documento fitto quello dell’ANCI, di oltre 20 pagine, che mette puntualmente in rilievo come ci troviamo di fronte ad una protezione civile che si muove a due velocità. Una, quella nazionale, l’altra quella delle regioni.

E i Sindaci? Da tempo chiediamo che sulla Protezione Civile non possono essere esclusi i Sindaci. Ma i dati, purtroppo, dicono il contrario. Negli ultimi dieci anni sono stati ripartiti alle Regioni oltre un Miliardo di euro sulla protezione civile. Il Riparto di queste risorse avviene in Conferenza Stato regioni e nonostante il Presidente dell’ANCI abbia più volte sottolineato questa contraddizione, i Sindaci non hanno mai partecipato. Abbiamo denunciato che le risorse trasferite ai Comuni sulla protezione civile sono irrisorie e in molti casi pari allo zero. Ma non è solo un problema di risorse. Bertolaso ricorda che i Sindaci sono i responsabili della protezione civile sul territorio. I Sindaci si chiedono però come mai non hanno titolo ad esprimere priorità, esigenze, partecipare ai criteri di riparto delle risorse sulla protezione civile? Sono i responsabili sul territorio della protezione civile e non possono neanche partecipare ai tavoli di discussione sulle attività della stessa Protezione Civile? Da tempo abbiamo denunciato questa situazione e proposto delle linee guida condivise tra Dipartimento Nazionale, regioni e Comuni. Un documento che sottolinea l’esigenza di investire sulla prevenzione dei rischi. Sono tre le parole d’ordine per i Sindaci: prevenzione, prevenzione e ancora prevenzione. Questo significa rivedere il rapporto tra il Dipartimento Nazionale e le regioni, rivedere i criteri di riparto delle risorse. Investire ogni anno una parte dei fondi sulla prevenzione.

In caso contrario, per favore, non dite che il Sindaco è il responsabile della protezione civile sul territorio. Perché è giusto che i cittadini sappiano che può essere un coordinatore dei soccorsi ma non un responsabile della protezione civile. Sulla protezione civile delle regioni sarà necessario, prima o poi, affrontare il tema senza rimanere ostaggi delle polemiche da un lato sulle competenze previste dal Titolo V della costituzione e dall’altro dai numerosi rilievi della Corte Costituzionale sugli atti di alcune regioni. Lo dico perché non è possibile avere i cittadini trentini ed emiliani che possono godere di un livello di sicurezza superiore a quelli pugliesi e siciliani. Lo abbiamo visto con gli incendi boschivi, viene adesso confermato anche sul dissesto idrogeologico. Pensiamo che il Sistema di protezione civile che indica i Sindaci quali responsabili della sul territorio sia giusto, ma sia ancora da realizzare. Forse è arrivato il momento di realizzarlo davvero perché a pagare
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