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Direttivo Anci, Reggi: "Se il governo non ci ascolta, rivoluzione fiscale"

"Se il governo non ci ascoltasse modificando la manovra, dovremmo attuare una rivoluzione fiscale a livello locale, riducendo i versamenti che i Comuni fanno al governo". Così Reggi a Roma per l'incontro con Napolitano

"Se il governo non ci ascoltasse modificando la distribuzione della manovra, dovremmo attuare una sorta di rivoluzione fiscale a livello locale, riducendo i versamenti che i Comuni fanno al governo per compensare parte dei mancati trasferimenti dallo Stato". E' la proposta avanzata da Roberto Reggi, vicepresidente dell'Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) e sindaco di Piacenza, al termine del direttivo che ha affrontato il nodo dei tagli ai Comuni, a Roma per l'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

"UNA PROPOSTA PROVOCATORIA" - "E' una proposta provocatoria che avremo modo di approfondire, ma ha il merito di richiamare il governo ad una interlocuzione più corretta nei confronti dei comuni cosa che non è avvenuta negli ultimi mesi", spiega Reggi. Quanto alla manifestazione dei sindaci del prossimo 23 giugno il vice presidente Anci afferma : "E' chiaro che questa battaglia la facciamo per le famiglie e per le imprese, non la facciamo certo per mantenere dei privilegi che i Comuni non hanno più da tempo. Noi vogliamo che i servizi per i cittadini non vengano tagliati ma anzi mantenuti e migliorati in qualità", sottolinea.

"BISOGNA CONTRASTARE LE SPESE CENTRALI" - Secondo Reggi la manovra "così come congegnata non ce lo permette, perché concentra il carico sugli enti locali, invece di contrastare le spese eccessive che sono nello Stato centrale". Da qui le richieste di riequilibrio complessivo senza toccare i saldi e di modificare il patto di stabilità, in modo da "consentire alle amministrazioni comunali di pagare le imprese nei tempi dovuti consentendo loro di fare investimenti".

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