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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Regionali, al via la campagna della Lega con Borgonzoni candidata alla presidenza

Banchetti sul territorio Piacentino. Pisani: «Lega fuori dal Governo per la colpa del successo alle Europee». Rancan: «Bonaccini ha una paura folle che scardiniamo il potere emiliano»

La campagna elettorale regionale della Lega, che candida Lucia Borgonzoni alla presidenza dell’Emilia Romagna, prenderà il via sabato 7 e domenica 8 settembre. Questo fine settimana, accompagnati dallo slogan “Tra la gente”, saranno infatti organizzati in tutto il territorio emiliano-romagnolo i gazebo nei quali il Carroccio farà conoscere il proprio programma alla cittadinanza. Ad annunciarlo questa mattina, 5 settembre, nella sede piacentina del movimento, sono stati il commissario provinciale del Carroccio, Corrado Pozzi, il senatore Pietro Pisani, la deputata Elena Murelli ed il consigliere regionale Matteo Rancan.

Nel Piacentino i banchetti saranno allestiti nella giornata di sabato a

Cortemaggiore – p.zza Patrioti 09.30-12.30

Piacenza - via XX Settembre 9.30-13.00

Fiorenzuola - via Gramsci 09.30-13.00

Bettola – p.zza Cristoforo Colombo 15.30-19.30

e domenica a

Castel San Giovanni – c.so Matteotti 9.00 – 13.00

Carpaneto Piacentino – p.zza della Chiesa 08.30-12.30

Borgonovo Val Tidone – p.zza Matteotti 09.00 - 12.30

Caorso - Piazza della Rocca 09-18.

Le consultazioni, che avranno luogo entro la fine di gennaio 2020 in una data ancora da stabilirsi, secondo Pozzi rappresentano «un obiettivo molto importante per il movimento» di Matteo Salvini, in quanto con esse «si gioca il futuro del governo italiano». «La Lega – ha avvertito – è compatta, unita e determinata nell’indicazione del candidato presidente, Borgonzoni, e nell’adesione alle direttive della campagna elettorale». «“Tra la gente” non è un semplice motto da campagna elettorale, – ha precisato Rancan – ma il metodo che quotidianamente distingue l’azione della Lega sul territorio. Ci auguriamo che la prossima amministrazione dia voce alle reali esigenze dei piacentini, poiché delle tante battaglie portate avanti da noi dai banchi dell’opposizione, sono poche le volte in cui la maggioranza ci ha Carroccio-6dato ascolto. Il presidente Bonaccini, del PD, ha una paura folle di vedere scardinato un sistema di potere, come dimostra l’apertura al Movimento 5 Stelle, dopo che in Assemblea legislativa i due partiti si sono detti peste e corna. I PD vuole poi evitare brutte figure sotto elezioni, come quelle derivanti dal caso Bibbiano, per il quale la commissione tecnica regionale di verifica non può entrare nel merito del caso specifico per ammissione del suo presidente, Limonta. Purtroppo – ha insistito il consigliere - tanto deve essere fatto, come nel campo della sicurezza, nel quale la Regione ha investito poco e quando lo ha fatto è stato su insistenze della Lega: gli investimenti destinati ai Comuni sono stati esigui e non è mai stato nominato un assessore ad hoc. Non parliamo dei danni alla sanità, che hanno causato lotte intestine nei territori e tolto loro la facoltà di decidere: ogni zona invece deve avere un proprio ospedale o presidio medico. Va cambiata la legge sui tirocini, che toglie posti ai nostri giovani per concederli ai presunti profughi. Serve una politica di detassazioni, aiuti e richieste di calamità naturali per gli agricoltori colpiti da fenomeni atmosferici estremi, non il consiglio di sottoscrivere un’assicurazione dato da Bonaccini. E poi i beni confiscati alle mafie devono essere distribuiti fra chi si occupa di volontariato, non a chi gestisce l’accoglienza degli immigrati. Ancora, ai Comuni va data la possibilità di verificare i beni nei paesi degli stranieri che richiedono un alloggio popolare».

Sulla questione Bibbiano è intervenuta anche Murelli: «Non demordiamo nella ricerca della verità, nonostante i tentativi di insabbiamento. Ci sono casi analoghi in tutta Italia». Ha poi sottolineato la scelta di un «candidato valido per la presidenza della Regione». Sulla crisi di governo si sono soffermati entrambi i parlamentari piacentini della Lega. «Il nostro Stato – ha affermato la deputata - è guidato da politiche e interessi stranieri. Con la sua mossa Salvini ha fatto emergere il marcio che sta sotto, come gli accordi tra Conte, Merkel e Macron. Ma la situazione cambierà».

«Come dice Giorgetti – ha riferito Pisani – l’errore della Lega è stato quello di vincere le Europee, facendo paura ad alcuni forti apparati stranieri. Prima della nostra dichiarazione di sfiducia a Conte, la senatrice De Petris di LeU aveva ammesso di aver contattato Renzi per puntare al governo più di sinistra della storia italiana. Ci siamo trovati di fronte a poteri forti internazionali spaventati dalla volontà di Salvini di cambiare l’Unione Europea, ad apparati economici che si sono mossi in modo sgangherato, ai tentativi di far variare lo spread senza successo - a lungo è stato basso anche con noi al governo – e a scandali creati ad arte come la bufala del Russiagate che ha fatto arrabbiare Trump: abbiamo percepito di avere tutti contro. Senza contare – ha proseguito il senatore - il M5S, che tentato di bloccare le nostre iniziative legislative ubbidendo ai padroni. Tuttavia, abbiamo lasciato saldi paletti che rimarranno ben piantati finché non torneremo al governo, non prima di avere vinto nelle Regioni. Non smantelleranno infatti il Decreto Sicurezza, altrimenti il popolo insorgerà per fermarli, e nell’elezione del capo dello Stato dovranno fare i conti con i nostri presidenti di Regione, anch’essi chiamati a sceglierlo. Si ritroveranno il voto popolare contro e dovranno andare a casa».

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