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«Restiamo umani», un presidio piacentino per contestare la chiusura dei porti italiani

Mercoledì 13 giugno davanti alla prefettura di Piacenza una manifestazione che ha raccolto numerose adesioni: «Si aprano i porti all’arrivo di vite umane che fuggono da conflitti e disperazione»

Domani, mercoledì 13 giugno, alle ore 18, davanti alla Prefettura in via San Giovanni è indetta una manifestazione contro la chiusura dei porti italiani decisa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, «La nostra indignazione e ribadire che la nostra umanità è aperta» informa il “Coordinamento piacentino #restiamoumani”, a cui aderiscono Amnesty International - Piacenza, Amnesty Gruppo Giovani Piacenza, Emergency Piacenza, Libera Piacenza, La Pecora Nera scs onlus, GUS Gruppo Umana Solidarietà, ARCI Piacenza, Partito Democratico Piacenza, Rifondazione Comunista Piacenza, Piacenza Possibile, Camera del Lavoro di Piacenza - CGIL Piacenza, Cisl Parma Piacenza, Uil piacenza, La fabbrica dei grilli, Fabbrica e nuvole, Comunità Islamica Di Piacenza, Legambiente Circolo Di Piacenza.

«La chiusura dei porti italiani – spiegano gli organizzatori del presidio di domani - è una soluzione inaccettabile. Nemmeno di fronte all’appello dell’Onu che parla di “imperativo umanitario”, il Ministro Salvini desiste dal riproporre e rafforzare la propria scelta sciagurata di negare lo sbarco alla nave Aquarius. Le norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di umanità e solidarietà, impongono che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica, sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. L’Italia non può voltare le spalle, ogni migrante è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo. Non si faccia l’imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze. Le decisioni di questo Governo, schiacciato sulle posizioni di un Ministro dell’Interno come Salvini, non hanno precedenti e segnano una ferita profonda nella storia del nostro Paese che si è sempre contraddistinto per la solidarietà e che ha sempre garantito il soccorso in mare. Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti. La nave Aquarius, con a bordo 629 persone, tra cui donne, minori e gestanti, deve poter attraccare in un porto sicuro. La disponibilità del governo spagnolo, sebbene portatrice di un messaggio di solidarietà e speranza, non può essere la soluzione. Ritardare le operazioni di sbarco vuol dire mettere a rischio le persone più vulnerabili presenti sulle imbarcazioni. Mobilitarsi e reagire è il dovere di chi crede in una cultura solidale».

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