Ricci Oddi, il presidente Mazzocca e Giuffrida fuori dal Cda
L’Amministrazione Tarasconi ha altre idee per il consiglio d’amministrazione della galleria d’arte moderna. Barbieri: «Mi auguro che non si torni a logiche legate alle tessere di partito»
Una lettera che ricorda che il loro mandato era legato alla precedente Amministrazione e può così terminare. Così i rappresentanti del Comune di Piacenza in seno al Cda della galleria d’arte moderna Ricci Oddi, Fernando Mazzocca (che è il presidente) e Giovanni Giuffrida, sono stati “liquidati” dalla nuova Amministrazione del sindaco Katia Tarasconi che, evidentemente, ha altri nomi pronti – non ancora noti – per gestire la sempre complessa macchina organizzativa della galleria privata. I due vennero scelti dalla Giunta di Patrizia Barbieri, però il loro mandato era vincolato a quello della precedente Amministrazione. Per questo motivo Christian Fiazza, assessore alla cultura, d'accordo con il sindaco Tarasconi, avrebbero deciso di dare un taglio con il (recente) passato.
Sarebbero in oltre a rischio altri ruoli che vedono il Comune di Piacenza all’interno di società o enti, a partire da Seta: anche Fabio Callori (Fratelli d’Italia) è in procinto di terminare il suo incarico. Ancora da vagliare altre posizioni: si attendono le mosse dell’Amministrazione che, comunque, sembrerebbe intenzionata a “salvare” qualcuno scelto dal centrodestra, come Giuseppe Cavalli (Piacenza Expo) e Paolo Garetti (Tempi Agenzia). In ballo, anche, il futuro di Acer (il presidente è il forzista Patrizio Losi) e la gestione dell'Asp "Città di Piacenza" e del Vittorio Emanuele, affidata ad Eugenio Caperchione. O quello delle Farmacie Comunali (il leghista Manuel Ghilardelli è il presidente) o, ancora, di Seta (oltre a Callori, il centrodestra aveva indicato nel collegio dei sindaci Alessandra Ferrara).
La decisione di far fuori i due componenti del Comune nella Ricci Oddi non è stata presa bene dal centrodestra. «Sono stata raggiunta - spiega Patrizia Barbieri (civica Barbieri) sui social - da insistenti voci, provenienti dalle più disparate fonti, anche giornalistiche, di un’azione di spoil system che sarebbe stata iniziata dalla nuova Sindaca nei confronti degli amministratori degli enti partecipati dal Comune, messi alla porta con una fredda e, mi dicono spocchiosa, lettera a sua firma, “colpevoli” evidentemente solo di una diversa sensibilità politica rispetto alla prima cittadina e al suo partito di appartenenza. Mi auguro, e lo auguro ai piacentini, che non sia questa la volontà di “arare il terreno” annunciata dalla Sindaca nel corso di una delle tante iniziative elettorali del suo partito, il Pd, alle quali è solita partecipare e che, nel caso, sia stata quanto meno valutata la legittimità di tali “licenziamenti”. Nel malaugurato caso che l’epurazione sia effettivamente in atto, auspico che quanto meno – ma mi risulta difficile crederlo – sia stata anticipata da un franco e reale confronto tra le parti non sull’affinità politica degli stessi, ma sul lavoro svolto, sugli obiettivi raggiunti e sulla condivisione dei progetti futuri. Non mi spiegherei, ad esempio, quali possano essere i rilievi, se non di natura politica, che possano essere sollevati a chi, all’interno del consiglio d’amministrazione della Galleria Ricci Oddi, ha contribuito al successo anche internazionale della Mostra del Klimt. O, ancora, cosa non funzioni, se non la diversa appartenenza partitica, in chi ha lavorato in Seta per portare a Piacenza milioni di investimenti per il rinnovo della flotta degli autobus a basso impatto ambientale. Personalmente – e forse a volte sbagliando agli occhi di qualcuno – ho sempre teso a privilegiare il merit system rispetto allo spoil system, affidandomi ad una valutazione oggettiva delle capacità delle persone e della convergenza con i miei obiettivi e i progetti per il bene della città. Mi auguro davvero che non si torni a una logica di tessere di partito e di mera appartenenza politica nella gestione della cosa pubblica e del futuro della città».
Critico nei confronti della mossa anche Jonathan Papamarenghi, consigliere della civica Barbieri. «Per l’arte, per la cultura e per Piacenza – commenta l’ex assessore alla cultura - se ad autorevolezza internazionale, competenza e successi vengono anteposte logiche di bandiera e spartizioni di “poltrone” volte ad accontentare non la città ma qualche singolo».