Rifiuti, 700mila euro di costi in più in città nel 2020: «È un furto»
Minoranze in subbuglio per il “conto” presentato da Iren, Arera e Atersir: «In un anno dove le attività sono rimaste chiuse o penalizzate ci sono costi maggiori rispetto al passato, è una porcata». Passoni: «Non inciderà sulle prossime tariffe grazie anche al recupero dell’evasione»
Con i negozi chiusi, gli uffici in smart working, le imprese rallentate e tante attività penalizzate, ci si aspettava che si registrasse almeno qualche risparmio, in un anno come il 2020 contrassegnato dalla pandemia, ad esempio sui costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. E invece no, perché Iren, Atersir e Arera hanno presentato una "bolletta” maggiorata al Comune di Piacenza. Secondo il nuovo Pef (piano economico finanziario) i piacentini devono pagare un 2,8% in più rispetto al 2019 per il conferimento e lo smaltimento, ovvero un conguaglio da 697mila euro.
Non cambia molto per le tasche dei cittadini grazie all’intervento del Comune, che intende spalmare questo aumento nel corso del triennio, e di sopraggiunti contributi statali e regionali. A questo si associa anche un recupero di evasione fiscale degli scorsi anni che di fatto porta a soli 70mila euro all’anno la differenza da colmare. Però la novità ha ovviamente acceso il dibattito in Consiglio, con il dito puntato nei confronti dei 21 milioni e 800mila euro di Tari che i residenti del capoluogo già versano a Iren per un anno di servizio rifiuti.
I 700mila euro aggiuntivi sono il frutto di un nuovo sistema di calcolo deciso da Atersir. «La misura indicata dalla Legge di Bilancio 2018 – ha spiegato il vicesindaco Elena Baio – è stata applicata per la prima volta. È un metodo complesso, con criteri non modificabili da noi: anche i dirigenti di Atersir hanno faticato a calcolare la nuova tariffa».
Le minoranze sono andate all'attacco. A proposito di morosità e recuperi è intervenuto Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle). «Ci sono molti evasori totali, ma anche parziali. Diversi non dichiarano box e garage nelle proprietà per pagare meno rifiuti, truccano i metri quadrati della propria abitazione con dichiarazioni infedeli. Sarebbe interessante potenziare un ufficio di controllo, darebbe un ritorno importante, sicuramente qualche centinaia di migliaia di euro di tasse oggi non versate». «I cittadini – ha detto Giulia Piroli (Pd) - vogliono una ripartizione dei costi, questa è la tassa più odiata dalla popolazione perché tocca tutti. Comunque mi dicono che si verificano problemi nel denunciare la cessazione dell’utenza a Iren: è un processo farraginoso».
TRESPIDI: «NON SONO STATI MESI NORMALI»
L'aumento è risultato indigesto a molti consiglieri. Da sempre critico nei confronti del gestore è Massimo Trespidi (Liberi). «Ci sono stati meno rifiuti da raccogliere nel corso del 2020, visto che molte attività sono rimaste chiuse e penalizzate dal Covid, quindi, in teoria, meno costi per raccoglierli. Perché non è così? Non sono stati 12 mesi “normali”, tranne che per Iren e Atersir che vogliono far pagare di più». «E chi controlla se l'azienda fa bene il suo lavoro – si è lamentato - con i quasi 22 milioni di euro che il nostro Comune dà tutti gli anni? La delusione e frustrazione dei cittadinideriva dai disservizi: possono capitare, ma provate a chiamare un centralino, a cui non risponde mai nessuno».
RABUFFI: «UN FURTO»
«Bisogna andare verso la tariffazione puntuale – ha espresso Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - ci dobbiamo difendere in questo modo da una situazione che vede il controllato, controllare». Ha alzato i toni Luigi Rabuffi (Pc in Comune). «La differenza del 2% è quasi da strozzini. Il Comune non conta nulla nella vicenda, ma i cittadini onesti intanto sono costretti a pagare. Incredibile che in un anno che ricorderemo per la pandemia, dove imprese, scuole, negozi, mense, uffici sono rimasti chiusi a lungo, ci sia un furto del genere. La stessa Iren ammette che ha pulito meno, raccolto meno, lavorato meno».
«Tutti auspichiamo l’arrivo della tariffazione puntuale – ha spiegato il capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - ci saranno meno costi e meno evasori pensiamo». «Il tema delle tasse crea sempre disagi – ha aggiunto Lorella Cappucciati (Lega) - soprattutto se nel frattempo sta aumentando l’impegno dei piacentini per la raccolta differenziata».
GIARDINO: «SISTEMA DIABOLICO»
Mauro Saccardi (Misto) non è stato con la maggioranza. «Noi abbiamo dato un ristoro ai cittadini per coprire la Tari e Iren aumenta i costi in un momento disastroso? Ma chi glielo spiega ai piacentini che non è una decisione del Comune? Voglio dare un segnale, prendiamo atto dell’aumento ma non lo appoggio». Deluso anche Roberto Colla (Pc Oltre): «Basta subire queste decisioni esterne. «È un sistema diabolico – è il giudizio di Michele Giardino (Misto) - il combinato disposto tra tutti i provvedimenti nazionali e regionali vede il Comune prendere solo atto dell’aumento». «Rimpiango le gestioni nostre – ha spiegato la sua astensione Antonio Levoni (Liberali) - quando bastava una telefonata per intervenire. Questa votazione è inutile perciò il nostro gruppo si astiene».
PASSONI RASSICURA: «NON INCIDE SULLE TARIFFE»
Si è comunque detto «preoccupato» per i futuri importi della Tari negli anni a venire, l’assessore al bilancio Paolo Passoni. Però questo “conguaglio” non influenzerà le tariffe a carico dei piacentini, almeno per il 2021.«Il gestore dice che i costi in più legati al Covid (lavaggio delle strade e aumento dei rifiuti indifferenziati) hanno pareggiato quelli venuti meno per la chiusura delle attività. L’importante è che non incida sulle tariffe. Secondi i nostri calcoli i 700mila euro in più diventano poi 70mila euro, quindi una cifra irrisoria».
Ma le minoranze non ci stanno. «Arera – ha incalzato Trespidi (Liberi) - è un’agenzia da chiudere. Non ci credo che Iren abbia speso più soldi durante il lockdown. I 22 milioni che diamo sono uno sproposito per il servizio ricevuto». «Non siamo i “signorsì” – ha messo in guardia Rabuffi (Pc in Comune) - dei gestori privati. Il sistema di norme sembra favorire ad hoc queste multiutility».
«I gestori diventano bestie che vanno alimentate – è il parere del grillino Andrea Pugni - che assumono persone del posto proprio per vedersi poi confermare i bandi. Non è più libero mercato, agiscono sopra il potere dei comuni, facendo credere di staccare dividendi ai territori». «È una porcata – ha preso la parola anche il capogruppo Pd Stefano Cugini – far pagare ai cittadini qualcosa in più in questa fase».
Disappunto di Sergio Pecorara (Misto) per i colleghi del centrodestra che non approvano la pratica. «Ancora una volta colleghi votano in tutte le direzioni tranne che la nostra». «I cittadini non pagheranno alcunché in più – si è limitato a segnalare il capogruppo leghista Carlo Segalini -. A Cugini che parla di porcate segnalo che il Cda di Iren è composto in gran parte da gente del Pd, al 90%». La pratica ha poi visto la maggioranza (Lega, Fd’I, Fi e Pecorara) raccogliere 18 voti per la sua approvazione. Contro Pd, Movimento 5 Stelle, Pc in Comune. Non hanno partecipato al voto Liberi e Piacenza Oltre mentre Liberali, Saccardi e Giardino (Misto) si sono astenuti.