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Martedì, 19 Marzo 2024
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Rifiuti, 700mila euro di costi in più in città nel 2020: «È un furto»

Minoranze in subbuglio per il “conto” presentato da Iren, Arera e Atersir: «In un anno dove le attività sono rimaste chiuse o penalizzate ci sono costi maggiori rispetto al passato, è una porcata». Passoni: «Non inciderà sulle prossime tariffe grazie anche al recupero dell’evasione»

Con i negozi chiusi, gli uffici in smart working, le imprese rallentate e tante attività penalizzate, ci si aspettava che si registrasse almeno qualche risparmio, in un anno come il 2020 contrassegnato dalla pandemia, ad esempio sui costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. E invece no, perché Iren, Atersir e Arera hanno presentato una "bolletta” maggiorata al Comune di Piacenza. Secondo il nuovo Pef (piano economico finanziario) i piacentini devono pagare un 2,8% in più rispetto al 2019 per il conferimento e lo smaltimento, ovvero un conguaglio da 697mila euro.

Non cambia molto per le tasche dei cittadini grazie all’intervento del Comune, che intende spalmare questo aumento nel corso del Paolo Passoni-8triennio, e di sopraggiunti contributi statali e regionali. A questo si associa anche un recupero di evasione fiscale degli scorsi anni che di fatto porta a soli 70mila euro all’anno la differenza da colmare. Però la novità ha ovviamente acceso il dibattito in Consiglio, con il dito puntato nei confronti dei 21 milioni e 800mila euro di Tari che i residenti del capoluogo già versano a Iren per un anno di servizio rifiuti.

I 700mila euro aggiuntivi sono il frutto di un nuovo sistema di calcolo deciso da Atersir. «La misura indicata dalla Legge di Bilancio 2018 – ha spiegato il vicesindaco Elena Baio – è stata applicata per la prima volta. È un metodo complesso, con criteri non modificabili da noi: anche i dirigenti di Atersir hanno faticato a calcolare la nuova tariffa».

Le minoranze sono andate all'attacco. A proposito di morosità e recuperi è intervenuto Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle). «Ci sono molti evasori totali, ma anche parziali. Diversi non dichiarano box e garage nelle proprietà per pagare meno rifiuti, truccano i metri quadrati della propria abitazione con dichiarazioni infedeli. Sarebbe interessante potenziare un ufficio di controllo, darebbe un ritorno importante, sicuramente qualche Massimo Trespidi-16centinaia di migliaia di euro di tasse oggi non versate». «I cittadini – ha detto Giulia Piroli (Pd) - vogliono una ripartizione dei costi, questa è la tassa più odiata dalla popolazione perché tocca tutti. Comunque mi dicono che si verificano problemi nel denunciare la cessazione dell’utenza a Iren: è un processo farraginoso».  

TRESPIDI: «NON SONO STATI MESI NORMALI»

L'aumento è risultato indigesto a molti consiglieri. Da sempre critico nei confronti del gestore è Massimo Trespidi (Liberi). «Ci sono stati meno rifiuti da raccogliere nel corso del 2020, visto che molte attività sono rimaste chiuse e penalizzate dal Covid, quindi, in teoria, meno costi per raccoglierli. Perché non è così? Non sono stati 12 mesi “normali”, tranne che per Iren e Atersir che vogliono far pagare di più». «E chi controlla se l'azienda fa bene il suo lavoro – si è lamentato - con i quasi 22 milioni di euro che il nostro Comune dà tutti gli anni? La delusione e frustrazione dei cittadinideriva dai disservizi: possono capitare, ma provate a chiamare un centralino, a cui non risponde mai nessuno».

RABUFFI: «UN FURTO»

«Bisogna andare verso la tariffazione puntuale – ha espresso Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - ci dobbiamo difendere in questo Luigi Rabuffi-15modo da una situazione che vede il controllato, controllare». Ha alzato i toni Luigi Rabuffi (Pc in Comune). «La differenza del 2% è quasi da strozzini. Il Comune non conta nulla nella vicenda, ma i cittadini onesti intanto sono costretti a pagare. Incredibile che in un anno che ricorderemo per la pandemia, dove imprese, scuole, negozi, mense, uffici sono rimasti chiusi a lungo, ci sia un furto del genere. La stessa Iren ammette che ha pulito meno, raccolto meno, lavorato meno».

«Tutti auspichiamo l’arrivo della tariffazione puntuale – ha spiegato il capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - ci saranno meno costi e meno evasori pensiamo». «Il tema delle tasse crea sempre disagi – ha aggiunto Lorella Cappucciati (Lega) - soprattutto se nel frattempo sta aumentando l’impegno dei piacentini per la raccolta differenziata».

GIARDINO: «SISTEMA DIABOLICO»

Mauro Saccardi (Misto) non è stato con la maggioranza. «Noi abbiamo dato un ristoro ai cittadini per coprire la Tari e Iren aumenta i costi in un momento disastroso? Ma chi glielo spiega ai piacentini che non è una decisione del Comune? Voglio dare un segnale, prendiamo atto dell’aumento ma non lo appoggio». Deluso anche Roberto Colla (Pc Oltre): «Basta subire queste decisioni esterne. «È un sistema diabolico – è il giudizio di Michele Giardino (Misto) - il combinato disposto tra tutti i provvedimenti nazionali e regionali vede il Comune prendere solo atto dell’aumento». «Rimpiango le gestioni nostre – ha spiegato la sua astensione Antonio Levoni (Liberali) - quando bastava una telefonata per intervenire. Questa votazione è inutile perciò il nostro gruppo si astiene».  

PASSONI RASSICURA: «NON INCIDE SULLE TARIFFE»

Si è comunque detto «preoccupato» per i futuri importi della Tari negli anni a venire, l’assessore al bilancio Paolo Passoni. Però questo “conguaglio” non influenzerà le tariffe a carico dei piacentini, almeno per il 2021.«Il gestore dice che i costi in più legati al Covid (lavaggio delle strade e aumento dei rifiuti indifferenziati) hanno pareggiato quelli venuti meno per la chiusura delle attività. L’importante è che non incida sulle tariffe. Secondi i nostri calcoli i 700mila euro in più diventano poi 70mila euro, quindi una cifra irrisoria».

Ma le minoranze non ci stanno. «Arera – ha incalzato Trespidi (Liberi) - è un’agenzia da chiudere. Non ci credo che Iren abbia speso più soldi durante il lockdown. I 22 milioni che diamo sono uno sproposito per il servizio ricevuto». «Non siamo i “signorsì” – ha messo in guardia Rabuffi (Pc in Comune) - dei gestori privati. Il sistema di noiren0-2-2-2rme sembra favorire ad hoc queste multiutility».

«I gestori diventano bestie che vanno alimentate – è il parere del grillino Andrea Pugni - che assumono persone del posto proprio per vedersi poi confermare i bandi. Non è più libero mercato, agiscono sopra il potere dei comuni, facendo credere di staccare dividendi ai territori». «È una porcata – ha preso la parola anche il capogruppo Pd Stefano Cugini – far pagare ai cittadini qualcosa in più in questa fase».

Disappunto di Sergio Pecorara (Misto) per i colleghi del centrodestra che non approvano la pratica. «Ancora una volta colleghi votano in tutte le direzioni tranne che la nostra». «I cittadini non pagheranno alcunché in più – si è limitato a segnalare il capogruppo leghista Carlo Segalini -. A Cugini che parla di porcate segnalo che il Cda di Iren è composto in gran parte da gente del Pd, al 90%». La pratica ha poi visto la maggioranza (Lega, Fd’I, Fi e Pecorara) raccogliere 18 voti per la sua approvazione. Contro Pd, Movimento 5 Stelle, Pc in Comune. Non hanno partecipato al voto Liberi e Piacenza Oltre mentre Liberali, Saccardi e Giardino (Misto) si sono astenuti.

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