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Rifiuti liguri, Putzu (Fi): «Ci stiamo svendendo per pochi soldi»

Il consigliere azzurro molto critico sull'accordo tra Emilia Romagna, Liguria e Tecnoborgo: «Ogni piacentino, in cambio di 10mila tonnellate di rifiuti liguri bruciati che aumentano il carico ambientale per 50 giorni, avrà 1,40 euro»

«Un euro e quaranta al giorno, tutto qua». Filiberto Putzu, consigliere comunale di Forza Italia, indice una conferenza stampa per esporre alla stampa la sua versione sulla vicenda “rifiuti liguri” smaltiti nel termovalorizzatore di Piacenza: l’esponente azzurro si presenta tenendo in mano un euro e quaranta centesimi. «Ecco quanto guadagna un piacentino da questa situazione».

«In Italia – spiega nel suo intervento - la produzione media di rifiuti pro capite al giorno è di 1,4 chili. Se il cittadino piacentino producesse questa quantità – così non è  – saremmo in 143mila residenti ad abitare questa città, invece che centomila. Questo perché la raccolta differenziata in città è arrivata al 56%:  non produciamo 1,4 chili, ma la metà, sperando che la differenziata non venga anch’essa incenerita. Il piacentino è virtuoso, ma con l’arrivo dei rifiuti di Genova, Piacenza è come se fosse abitata da 386mila residenti. C’è un carico ambientale importante accettando 10mila tonnellate di rifiuti: la Liguria, grazie all’accordo, dà un rimborso alla comunità di 140mila euro per 50 giorni di smaltimento. Dosi ha detto che li utilizzerà per abbassare le quote della Tari, ma si tratta solo di una cifra che è l’equivalente di 0,028 euro al giorno per cittadino. Neanche tre centesimi al giorno: moltiplicato per 50 giorni fa 1 euro e 40 centesimi. Tutto qua».

«Dosi – continua il rappresentante di Forza Italia - ha voluto sbandierare una diminuzione delle tasse come ricompensa per il carico ambientale che sosterremo. Mi aspetto che mantenga la promessa: sicuramente la sua idea è di andare a compensare le famiglie numerose o con disagi. Invece la compensazione dovrebbe andare a quella zona della città che subisce maggiormente questo carico ambientale: i dati ci dicono che a Sud di Piacenza, alla sera, i livelli d’inquinamento si alzano».

«Tecnoborgo nel 2014 aveva ricevuto l’autorizzazione per bruciare solo 300 tonnellate al giorno, non di più. Chiedo di sapere con esattezza quanti rifiuti vengono bruciati ogni giorno…Stando alle ultime dichiarazioni dei vertici, abbiamo superato questa quota nell’ultimo periodo. Purtroppo, mentre si insiste sul potenziamento della raccolta differenziata, si assiste all’arrivo di rifiuti altrui. Le industrie oltretutto producono meno rifiuti speciali a causa della crisi, come mai invece bruciamo continuamente oltre le capacità dell’inceneritore?».

Putzu sottolinea anche la natura “privatistica” di Tecnoborgo. «Per il 49% è in mano a una società francese e privata, al 51% è di Iren (società mista pubblico-privato, per l’1,7% del Comune di Piacenza). In questi anni è passata l’idea che Tecnoborgo sia una società pubblica, ma non è vero: il pubblico è minoritario. Visto che in questa vicenda c’è uno scarso ritorno economico per i piacentini, chiedo di fare chiarezza su come lavora Tecnoborgo, e di vigilare sulle emissioni dell’inceneritore, misurate al camino, non con controlli a terra. A chi giova bruciare 10mila tonnellate di rifiuti? Forse ai genovesi – conclude Putzu - forse all’industria privata, non di certo ai piacentini… L’inceneritore non è nostro e la ricompensa è modesta: ci stiamo svendendo per pochi soldi».

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