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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Riordino delle Province: bocciato emendamento che riconosceva il referendum per il passaggio di Piacenza in Lombardia

«Una scelta che mistifica la verità e distorce il sentimento dei piacentini». Così il Capogruppo Provinciale PdL Filippo Bertolini sulla bocciatura, avvenuta in Commissione Bilancio ed Affari Istituzionali, degli emendamenti a firma Andrea Pollastri (PdL) sulla Delibera riguardante il riordino delle Province. Dopo l’approvazione della Commissione l’atto passerà al vaglio dell’Assemblea Legislativa martedì prossimo e sarà quindi trasmessa al Governo. Come nei giorni scorsi avevano sottolineato lo stesso Consigliere Pollastri, ma anche l’Onorevole Tomaso Foti ed il Presidente Massimo Trespidi, lo schema di Delibera confezionato dalla Giunta Regionale non faceva riferimento alla Delibera n. 78 del 24 settembre 2012 con cui il Consiglio Provinciale di Piacenza ha avviato la procedura per l’indizione del referendum popolare per il distacco della Provincia di Piacenza dall’Emilia-Romagna e l’aggregazione alla Lombardia, benché ne fosse stata trasmessa copia al Presidente Errani.

«Questa omissione – spiega Bertolini – voleva essere un modo con cui la Regione rassicurava il Governo sul fatto che il riordino è stato accettato da tutti senza critiche  e distinguo, invece non è così: Piacenza subisce l’accorpamento con Parma, e vuol cogliere l’occasione di questo passaggio amministrativo di capitale importanza per compiere quel cammino di avvicinamento alla Lombardia più volte auspicato e mai tentato in passato».

Ed è nel nome del rispetto della verità dei fatti e della volontà dei piacentini, espressa per mezzo del Consiglio Provinciale, che Pollastri aveva chiesto l’inserimento del riferimento alla Delibera n. 78. «Ciò non è avvenuto – prosegue l’azzurro - bisognerà che il Governo venga informato su come stanno veramente le cose». Bocciato anche un altro emendamento sempre a firma Pollastri in cui si chiedeva di non procedere a ulteriori aggregazioni, ipotesi presente in filigrana nel testo della Delibera regionale e che, alla lunga, potrebbe prefigurare la creazione della “Grande Emilia”, fortemente osteggiata da Piacenza.

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