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Riordino province, il Cal dice no all'ipotesi Grande Emilia

L'aveva proposta il sindaco di Reggio. Trespidi, unico piacentino presente, fa mettere agli atti il referendum votato in consiglio il 24 settembre. Bocciata da tutti gli altri presidenti e sindaci l'area vasta. Lunedì il voto

Reggio Emilia non ci sta e torna alla carica con l’ipotesi di Grande Emilia. E’ accaduto oggi, a Bologna, alla riunione del Cal (Consiglio per le autonomie locali) dove si è riunito l’ufficio di presidenza allargato a tutti i presidenti di Provincia e ai sindaci dei Comuni capoluogo. Il presidente Massimo Trespidi era l’unico piacentino presente, segno che agli altri concittadini che avevano diritto a partecipare il tema interessava molto da vicino.

Presieduto da Marcella Zappaterra, il summit ha registrato l’ennesima mossa - frutto di una guerra interna al Pd modenese e reggiano – del sindaco di Reggio, Graziano Del Rio il quale è tornato alla carica con l’ipotesi di area vasta. Secco il no di Trespidi che ha ribadito l’orientamento di Piacenza con Parma. Un orientamento accolto a maggioranza. L’extrema ratio di Parma era stata votata dal Consiglio provinciale che in un ordine del giorno, molto discusso dalle forze della maggioranza, aveva dato mandato a Trespidi di seguire questa via per strappare le migliori condizioni per il nostro territorio nel caso di un passaggio “sotto” Parma.

Ma il referendum rimane la strada principale da percorrere, per Piacenza. “Ho fatto inserire agli atti - ha spiegato Trespidi - la decisione piacentina del referendum”. Un gesto accolto nel gelo più totale degli altri componenti. D’altra parte gli amministratori rossi non potevano trovarsi d’accordo con l’unico esponente di una Giunta di centrodestra emiliana che propone di portare via loro una fetta di territorio e quindi di interessi e potere.

Ora si attende il voto di lunedì, 1 ottobre. Il Cal dovrà varare la propria idea di riordino. Il documento finirà poi alla Regione che lo valuterà e lo spedirà a Roma, al Governo. Nell’eventualità che il riordino delle province slitti alla prossima legislatura - come è sempre più probabile - la decisione di andare avanti o meno con referendum spetterà unicamente al Consiglio provinciale, “un organo sovrano” ha concluso Trespidi.

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