«Ripristinare senso unico a inizio Corso: transito solo a pedoni e ciclisti nel fine settimana»
Mozione dei consiglieri comunali di ApP per favorire la mobilità dolce e la messa in sicurezza del primo tratto di strada di Corso Vittorio Emanuele: «Il traffico continua a essere caotico e insicuro»
«Ripristinare il senso unico all’inizio del Corso: transito solo a pedoni e ciclisti nel fine settimana». A riprendere il dibattito sulla viabilità del primo tratto di Corso Vittorio Emanuele, la mozione firmata dai consiglieri di Alternativa per Piacenza (ApP), Stefano Cugini e Luigi Rabuffi, rivolta all’attenzione della presidente del consiglio comunale cittadino. Obiettivo «favorire la mobilità dolce e la messa in sicurezza» del tratto compreso tra l’imbocco del Facsal e il Dolmen posto all’incrocio del Corso con lo stradone Farnese.
A premessa l’istituzione del senso unico introdotto dalla giunta Dosi, tornato poi a doppio senso di marcia con l’amministrazione Barbieri, «raddoppiando - scrivono - il traffico veicolare, aumentando la pericolosità del transito e degli attraversamenti pedonali e incrementando il carico inquinante». Decisione che secondo i firmatari «nasceva dalla convinzione (senza alcuna controprova) che un maggior transito di veicoli a motore fosse funzionale al buon riscontro economico delle attività dei commercianti del corso».
«Appurato - prosegue ApP - che nella maggior parte delle città italiane (sia metropolitane, come Milano e Roma, che più simili per dimensioni a Piacenza, come Cremona e Parma) i centri storici sono prevalentemente preclusi al traffico veicolare, dedicati ai pedoni e ai ciclisti, liberi di muoversi senza rischiare di essere investiti e senza dover respirare a pieni polmoni i gas di scarico delle vetture (biossido d’azoto NO2, anidride solforosa SO2, particolato totale sospeso PTS - PM10, PM5, PM2.5, monossido di carbonio CO, composti organici volatili COV, benzene-toluene-xilene BTX, idrocarburi policiclici IPC); che nel 2021 Piacenza risulta essere una delle 17 città più inquinate d’Italia e una delle 20 più inquinate d’Europa, secondo un report di Legambiente che fa il bilancio sulla qualità dell’aria in città, confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), peraltro destinati a diventare vincolanti tra pochi anni».
«Considerato inoltre - continua - che a Piacenza, durante le principali iniziative commerciali (Fiera di Sant’Antonino, Venerdì piacentini, Sbaracco, ecc…) migliaia di persone si riversano per le vie del centro, finalmente libere dai veicoli a motore, per riprendersi gli spazi di comunità e di svago, garantendo contestualmente buoni incassi ai commercianti; che nonostante queste valutazioni (riscontrabili oggettivamente) e le diverse sollecitazioni finalizzate ad allargare la ZTL e la fruibilità pedonale del centro storico, l’amministrazione comunale precedente ha preferito mantenere la propria posizione, rinviando ogni discussione di merito all’attuazione del PUMS, al BICIPLAN e agli altri strumenti di programmazione e di regolazione del traffico (ordinanze); che, pertanto, il traffico nei due sensi di marcia del corso Vittorio Emanuele, tra il “Dolmen” e la statua di Sant’Antonino, continua a essere caotico e insicuro, obbligando pedoni, ciclisti e veicoli (compresi gli autobus del Trasporto Pubblico Locale) a “spartirsi” faticosamente e pericolosamente la ristretta sede stradale, confliggendo fra l’altro con gli stalli dei parcheggi blu disponibili, con gli spazi concessi per i dehors e con l’attività di carico/scarico delle merci destinate ai negozi; che, in aggiunta a quanto sopra, negli ultimi mesi il sistema di mobilità piacentino si è arricchito - grazie anche al sostegno dell’amministrazione Barbieri, che ne ha favorito la diffusione - di nuove tipologie di veicoli (in particolare biciclette e monopattini elettrici), mezzi molto amati dai giovani per la loro accessibilità diffusa e smart ma che, percorrendo prevalentemente piste ciclabili e marciapiedi, sono entrati prepotentemente “in contrapposizione” con la mobilità “dolce” tradizionale»
«Segnalato – aggiungono i consiglieri - che la larghezza della pista ciclabile mono-direzionale, che dalla statua di Sant’Antonino (imbocco Facsal) si dirige al “Dolmen” è assai ridotta, tale da non consentire il transito contemporaneo di 2 biciclette (da evidenziare che ai sensi dell’art. 7 del DM 557/99 la larghezza dovrebbe essere almeno di mt. 1,5 riducibile a 1 mt. per brevi tratti, purché segnalati); che lo spostamento sul lato opposto a dove era stata pensata è stato effettuato senza considerare lo spazio pubblico in concessione a bar e ristoranti che insistono in quel tratto, motivo per cui i dehors, in spregio alla segnaletica orizzontale, hanno invaso l’area riservata ai ciclisti; che per porre rimedio all’inconveniente causato, il Comune ultimamente ha provveduto a ridisegnare la pista, che ora costeggia pericolosamente fioriere, tavolini, panche e sedie da una parte e sede stradale dall’altra; che il medesimo spostamento crea costante pericolo all’altezza di vicolo Edilizia, allorquando le macchine provenienti da barriera Genova o dallo stradone Farnese svoltano nella via, con ciò dovendo attraversare la ciclabile, quasi sempre con poca attenzione a chi sta transitando (reciproca, tra pedoni, ciclisti e automobilisti); che la pista è costellata di caditoie e tombini, che mettono a repentaglio la stabilità di chi la percorre (specie in presenza di umidità); che la stessa è utilizzata spesso quale parcheggio (vietato) di auto, moto e monopattini oltreché percorsa impropriamente da pedoni e da ciclisti in contromano».
Da qui la richiesta a sindaca e giunta «di valutare la possibilità, onde ridurre la pressione di traffico lungo il tratto interessato, di ripristinare il senso unico di marcia per i veicoli a motore, eventualmente rivedendo – previo un percorso partecipativo da realizzarsi ai sensi e in coerenza con gli artt. 4 e 5 del Regolamento comunale della Partecipazione n. 23/2013 - il sistema viabilistico del comparto; ripristinare/realizzare, ai fini di una maggior sicurezza degli utenti della strada, una pista ciclabile bidirezionale protetta, ovvero due singole piste ciclabili mono-direzionali protette (una per senso di marcia)». «A prendere in considerazione - conclude la mozione - la possibilità, per agevolare la fruibilità del tratto di strada e valorizzare le attività commerciali, di riservare il transito ai soli pedoni e ciclisti, quantomeno durante il fine settimana (da venerdì sera a domenica sera)».