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Rolleri conclude il suo secondo mandato: «La Provincia merita risorse e amministratori a tempo pieno»

Il presidente uscente (in carica dal 2014) traccia un bilancio dell’esperienza: «Trenta milioni per le strade, grande attenzione all’edilizia scolastica. Il momento più brutto l’alluvione del 2015: uno choc la vista della provinciale a Recesio, ma in quel caso si è vista la forza di reazione dei piacentini». L'appello al Governo per tenere in vita la funzionalità dell'ente

È arrivato agli sgoccioli il mandato di Francesco Rolleri alla presidenza della Provincia di Piacenza. Mercoledì 31 si terranno infatti le nuove Elezioni (votano solo gli amministratori locali, sindaci e consiglieri) che vedono in lizza la sola Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza. Questa mattina il presidente uscente ha voluto tracciare un bilancio della sua presidenza, iniziata nel 2014 con l’avvio della riforma Del Rio – che ha trasformato le Province in enti di secondo livello -, poi stoppata a metà dal voto negativo al Referendum Costituzionale del 2016. Rolleri, sindaco di Vigolzone dal 2009 (è in scadenza di mandato anche lì e non può ricandidarsi per il terzo mandato) e esponente del Pd, ha guidato l’ente per due mandati insieme ai sindaci eletti nel Consiglio provinciale: nessuno di loro ha percepito indennità per questo incarico che si è aggiunto alle incombenze del proprio comune. Il presidente, per congedarsi, ha presentato un suo personale dossier ai sindaci, alle autorità e ai rappresentanti delle categorie economiche. All’incontro non hanno potuto partecipare i sindaci dei comuni di montagna, che stanno presidiando il territorio alle prese con il maltempo. «Gli amministratori locali – ha detto Rolleri nella sala del Consiglio - hanno avuto fiducia nei miei confronti quattro anni fa, era giusto illustrare quanto è stato fatto. La base di partenza per un sindaco è "non far danni", poi da lì si parte per migliorare il territorio».  «L’inizio dopo la legge Del Rio fu traumatico, abbiamo dovuto prepensionare molti dipendenti e dirigenti, tagliare i costi. Abbiamo compresso la spesa corrente e azzerato il debito dell’ente. Sono stati venduti gli immobili non più strategici per recuperare risorse economiche. La ristrutturazione economica dell’ente ha trasformato la Provincia in un ente snello». Da 315 a 125 dipendenti, da 20 dirigenti a 5; la spesa per il personale è passata da 11 milioni a 5. «Abbiamo visto molte funzioni passare alla Regione, ma sono rimaste due deleghe importantissime: edilizia scolastica e viabilità».

L’ALLUVIONE DEL 2015 IL RICORDO PIU’ BRUTTO

«Siamo stati avvantaggiati – ha proseguito Rolleri - come ente rispetto alle altre Province perché venivamo da Amministrazioni parsimoniose. Così si sono potuti fare anche investimenti in questi anni». Poi, però, è subentrato un evento imprevisto: l’alluvione del 14 settembre 2015. «L’ente ha persone di grande professionalità che sanno reagire e si è visto in quella occasione, Ci siamo presi grandi responsabilità nelle decisioni. Purtroppo l’alluvione è stata un grande dramma che non avremmo voluto affrontare. Sicuramente la parte più brutta di questa esperienza, non si può cancellare il fatto che sono purtroppo morte tre persone. La viabilità in Valnure è stata ripristinata in 39 giorni, ma la tragedia rimarrà per sempre. La mattina dell’alluvione, salendo a Recesio, ho avuto uno choc di dieci minuti: non ricordo nulla di quei momenti, di quando ho visto il buco e il vuoto della Provinciale Valnure a Recesio». Poi, tutto il territorio ha reagito. «Salendo a Bettola e Farini, sempre quel giorno, ho avuto modo di vedere la grande forza dei piacentini. In tutti i due i paesi i residenti erano già all’opera prima che arrivassero i soccorsi: questa è la forza del nostro territorio. Anche nelle disgrazie dimostriamo di essere una grande popolazione».

L’EXPO, DESTINAZIONE EMILIA, LE SCUOLE

«Altro momento importante è stata la partecipazione di Piacenza all’Expo 2015 di Milano. Una bellissima esperienza che ci ha dato la possibilità di aprire nuove possibilità per il territorio. C’erano perplessità all’inizio tra alcuni sindaci, poi tutti si sono convinti». Un anno fa, invece, l’istituzione di “Destinazione Emilia”, l’agenzia per il turismo di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Alla presentazione del dossier – realizzato a sue spese – era presente l’attuale Consiglio provinciale (maggioranza e minoranza) e anche alcuni consiglieri decaduti dall’incarico. «Insieme abbiamo percorso mesi particolari, i primi due anni per l’ente sono stati difficili ma abbiamo tenuto botta». Rolleri ha provato a coinvolgere il più possibile il centrodestra nelle sue decisioni. «Ci vuole un grande accordo tra tutti i comuni, bipartisan, la Provincia deve diventare la “Casa dei Comuni”, ci deve essere collaborazione tra i sindaci del nostro territorio e l’ente provinciale». Il presidente ha sottolineato i 30 milioni di euro in quattro anni per le strade provinciali e le infrastrutture. Infine, una citazione anche per i due esempi più importanti legati all’edilizia scolastica: la ristrutturazione del liceo Cassinari e la realizzazione (è iniziato da poco il cantiere) delle due palestre scolastiche nell’area del Laboratorio Pontieri in città.

L’APPELLO: «DA ROMA DEVONO ARRIVARE RISORSE»

I tagli drastici e verticali di questi anni decisi da Roma non possono però continuare. «Lancio un appello – conclude Rolleri - al Governo e ai parlamentari. Noi, in questi quattro anni, ce l’abbiamo fatta a portare avanti la Provincia grazie all’oculatezza di chi ci ha preceduto che ha lasciato i conti in ordine, grazie ai tecnici competenti e grazie all’impegno degli amministratori che mi hanno affiancato. Ma non si può andare avanti così per sempre, è sempre un’emergenza costante. Non è detto che fra quattro anni la situazione sia come quella di oggi, se non cambiano risorse e personale. Si rischia di creare grandi problemi al territorio: spero che i prossimi amministratori trovino il tempo per impegnarsi per l’ente. È necessario uscire da questa precarietà che dura da due anni, dal voto sul Referendum. È ora di affrontare il “tema Province” a livello nazionale. L’ente è stato confermato dalla volontà popolare, merita di avere risorse e amministratori a tempo pieno».

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