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Ronde: Lega Nord, noi siamo pronti ma il PD non ci sta

Pronte ad entrare in azione giovedì prossimo, le ronde disegnate ma non ancora ben chiarite dal nuovo decreto sulla sicurezza disposto dal Governo, spaccano Piacenza a metà. La Lega Nord è pronta, ma ribadisce che si tratta di “volontari al servizio della sicurezza”. Il Pd punta i piedi: “siamo assolutamente contrari”

"A Piacenza le ronde hanno una storia già accettata. Piacenza è la nostra città e in un certo senso, neanche troppo lato, ci appartiene", parla così l'on. Polledri della Lega Nord, commentando il decreto del Governo, l'ennesimo in termini di sicurezza, che prevede la reintroduzione delle ronde cittadine. "Quello che non ci appartiene come piacentini", continua il rappresentate del Carroccio, "sono gli atteggiamenti scortesi o palesemente contro la legge e contro i cittadini".

Ma le ronde, a qualcuno, danno fastidio. Anche nella versione soft di Polledri, che è pronto a ridefinirle “passeggiate per la sicurezza fatte da un gruppo di volontari, cittadini armati di buona volontà e di un cellulare che percorrono le strade di una parte del centro storico”.

“Noi siamo totalmente contrari” dichiara Paolo Botti, segretario provinciale del Pd “perchè, soprattutto in un territorio come il nostro la sicurezza deve passare attraverso tutt'altra azione”.
  Per il Pd la sicurezza è questione di socialità e cultura  

Quale azione? “Attraverso una socialità diffusa, eventi culturali, intercultura. La sicurezza la si raggiunge se le nostre città sono più vivibili dal punto di vista sociale e culturale” non ha dubbi Botti.

Per la serie dare a Cesare quel che è di Cesare. Nel senso di affidare la lotta alla delinquenza a chi lo fa di mestiere, destinando le giuste risorse alla polizia “e non a quattro giovanotti”. Polledri non ci sta, le ronde sono un intervento utile di prevenzione, “un intervento di volontariato, tenendo presente che la sicurezza non è solo un bene ma anche un valore e un diritto”.
  Per la Lega è un intervento di volontariato perchè la sicurezza è un diritto  
La Lega  corregge il tiro: “per tutelare e difendere il diritto alla sicurezza, abbiamo istituito un volontariato, al pari di quello che va alla Caritas, in ospedale o nelle parrocchie. Volontariato cui noi teniamo particolarmente”.

E questa visione delle ronde deve certo aver fatto presa sull'altro quarto di cittadinanza, che si dice già pronta a partecipare in qualità di volontario. “Dalle 12 alle 15 di oggi” dichiara Polledri “ho già avuto 40 telefonate di persone pronte a partecipare alla ronda annunciata per giovedì prossimo”. Una risposta che il rappresentante piacentino del Carroccio non esita a definire più che soddisfacente.

Più conciliante, ma favorevole, l'on. Tommaso Foti, Pdl: "mi trovo completamente favorevole all'applicazione di tutte le norme di legge, quindi anche al Decreto Legge sulla sicurezza recentemente approvato e che contiene la norma sulle cosidette ronde". Però solleva saggiamente un problema: "ritengo che sia inutile, se non dannoso, dare alle stesse una coloritura politica, onde evitare che le forze di polizia siano poi costrette a scortarle o a svolgere servizio d'ordine alle stesse, con il risultato non di aumentare il controllo sul territorio, ma di diminuirlo".

A Piacenza esiste già una associazione non politica, Piacenza Sicura, nata nel 2007 e in maggioranza partecipata da aderenti o riconducibili alla Lega. Sono loro le ronde pronte a scendere in piazza, a battere le strade nottetempo.

Anche se può creare preoccupazione solo evocare il termine “ronde”. “Ieri le chiamavamo ronde, domani le chiameremo ancora ronde, oggi possiamo definirle passeggiate” concilia Polledri. Che però, ribadisce secco, sono: “un valore aggiunto che noi vogliamo assolutamente tutelare”.

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