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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Consiglio comunale, «Sant’Antonio non è un quartiere dormitorio»

Il consigliere del Pd Fiazza ha proposto due emendamenti alla delibera sulla variante al piano particolareggiato di iniziativa privata della Società Immobiliare "Borgo Vecchio", che non intende più realizzare 694 metri quadrati di terziario. «In cambio deve dare 35 metri quadrati per un piccolo ambulatorio-punto prelievi»

È ripreso il 4 maggio il consiglio comunale di Piacenza, a poche ore di distanza dall’inaugurazione della Piazzetta Piacenza a Expo. «In bocca al lupo a tutti gli operatori – ha esordito Marco Colosimo (Piacenza Viva) - che interverranno nello spazio piacentino. Mi viene da dire "Forza Piacenza": c’è il rammarico però che il consiglio comunale non è stato rappresentato durante l’inaugurazione di ieri a Milano. Mi complimento invece per l’ottima maratona organizzata . Perché essere invitati alla prima concessione della “cittadinanza benemerita” a un’associazione quando dobbiamo ancora approvare la delibera in consiglio comunale? Ci vuole più rispetto per l’aula». Christian Fiazza (Pd) ha voluto fare una riflessione. «Ho conosciuto il mondo del gattile del Comune di Piacenza: ci sono volontari che s’impegnano in una struttura, li ringrazio. C’è un alto senso civico in quello che fanno e nell’impegno dell’Amministrazione. Ritengo che la giornata di ieri sia stata una bellissima festa, ringrazio la municipale che non ha fatto mancare il suo supporto e la sua presenza». Michele Bricchi (Pd) ha invece ringraziato l’assessore Piroli per l’impegno a favore di Spazio 2, cittadella della creatività. «Testimonianza ulteriore che il Comune sta andando nella direzione giusta». Paolo Garetti (Lista Sveglia) ha citato l’episodio dei due studenti che hanno placcato il rapinatore della farmacia di via Nasolini, lo scorso 14 aprile. «Purtroppo però i cittadini si stanno facendo carico di funzioni delle forze dell’ordine e delle istituzioni. Questo è stato un segnale».

«Ieri c’è stata l’inaugurazione formale – ha replicato il sindaco Paolo Dosi - inevitabilmente il tutto è avvenuto in un clima che è stato incalzante negli ultimi giorni per farsi trovare pronti e presentare la struttura. Siamo l'unica provincia-città che ha un suo spazio autonomo, lo sforzo era maggiore rispetto ad altre realtà. Non posso giustificare scelte fatte da altri: segnalo che non è pervenuto l’invito neanche alla giunta comunale – ma solo al sindaco e al vicesindaco -, così come è avvenuto per la Provincia di Piacenza e per enti come la Camera di Commercio. Gli inviti dovevano essere contenuti in un numero basso. Ci siamo trovati uniti e meno dispersiv cos'i: se vogliamo possiamo trovare un momento “nostro” ad Expo. Magari aspettiamo qualche settimana per completare la presenza piacentina».

Nella seduta si è discussa la variante alla convenzione (firmata il 26 marzo 2012) urbanistica per l'attuazione del piano particolareggiato di iniziativa privata a Sant'Antonio: il 75% della superficie utile era infatti a destinazione residenziale mentre il restante 25% aveva una destinazione terziaria. Ora l’”Immobiliare Borgo Vecchio srl”, soggetto attuatore del piano, ha richiesto l'eliminazione del mix funzionale previsto (residenza  più terziario) a favore della sola destinazione d'uso residenziale. Questo in virtù del fatto che l'abitato di Sant'Antonio per collocazione geografica è da considerarsi più simile ad una zona frazionale separata dalla zona urbana piuttosto che un vero e proprio quartiere della città. «L’area interessata – recita la delibera - dal piano è proprio al centro dell'abitato medesimo, circondata da soli edifici residenziali e da ampia zona a verde pubblico (il parco degli Alpini) che sarebbe opportuno preservare dall'aumento di traffico veicolare che le funzioni terziarie comportano. L’abitato – continua il testo - di Sant'Antonio proprio per la sua specificità di agglomerato residenziale circondato da zone più o meno estese di tessuti a destinazione “polifunzionale” non risulta carente di servizi terziaria situazione congiunturale ha determinato una contrazione della richiesta di superficie a destinazione terziaria in tutto il territorio comunale. La realizzazione del piano con la sola destinazione d'uso residenziale non comporta una ulteriore cessione di aree per standard pubblici (verde pubblico e parcheggi) e che le medesime non subiranno alcuna variazione/diminuzione rispetto a quanto già ceduto al Comune». L’area complessiva è di 14mila metri, 2700 è lo spazio destinato al residenziale mentre 694 metri quadrati è l’area di terziario che non verrà realizzata. L’assessore Bisotti ha già messo le mani avanti affermando che la società è disponibile ad arrivare un compromesso con il consiglio, rendendosi disponibile a realizzare qualcosa in cambio.

«La delibera – ha preso la parola Fiazza (Pd) - è zoppa così com’è. Non rappresenta la reale situazione di Sant’Antonio a Trebbia. Leggere che l’abitato ha già cosa gli serve per il terziario, fa ironia. Il più vicino centro è il Quartiere 2, oltre a una piccola biblioteca. I servizi terziari non sono sufficienti: è vero che sulla via Emilia ci sono sei spazi commerciali, ma nel quartiere di Sant’Antonio mancano le strutture. L'urbanistica del quartiere si presta a uno sviluppo; l’intervento edilizio realizzato dalla società fino ad oggi risulta di pregio. La proposta originale prevedeva il terziario, con la variante si vuole cambiarlo in residenziale. Mettiamo alcuni paletti, come ad esempio l’obbligo di realizzare una struttura per usi civici da regalare al Comune di Piacenza – in cambio di questi spazi residenziali -». «Ogni singola richiesta di variante - ha precisato Gabbiani (M5s) - d’ora in poi,  verrà controllata singolarmente. Ritengo utile avere un centro prelievi, è un piccolo passo». Due emendamenti proposti da Fiazza – la struttura deve essere di 35 metri quadrati e diventare un luogo pubblico (biblioteca, centro prelievi, piccolo punto di soccorso sanitario per il quartiere, ecc.) – ha ricevuto l’ok del consiglio (astenuti Opizzi e Tassi, contrario Colosimo)». Con questa variante – ha precisato Bisotti - il terziario rimane comunque una possibilità per la società. «Sono contro i quartieri-dormitorio – ha spiegato il suo “no” Colosimo -, non possiamo trasformare così 600 metri quadrati di terziario in 35 metri di spazi civici. Se la proprietà chiede di cambiare la variante significa che l’idea di fare il terziario non c’è già più. In campagna elettorale la prossima volta andrete a spiegare che avere fatto 35 metri di spazio pubblico e basta». «Riconosco – ha evidenziato Fiazza – che il Movimento 5 Stelle in questo caso ha saputo andare oltre le etichette politiche. Purtroppo le altre minoranze no. Sant’Antonio non è un quartiere dormitorio, sono ben altri, e forse non ve ne sono a Piacenza. Non ci sono casermoni in questa zona e non andiamo a Sant'Antonio solo in campagna elettorale. Dimostriamo quotidianamente come maggioranza di metterci la faccia».

«Mi offende – ha annunciato il suo voto Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) - vedere delibere del genere che fanno riferimenti a leggi imprecisate. Ogni consigliere qua dentro frequenta la città e ha una sua idea dei vari quartieri, non può avere un’idea di Sant’Antonio solamente il consigliere Fiazza che ci abita». «Nei due emendamenti – ha rilevato Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) – vedo la salvaguardia del bene comune e delle famiglie dei lavoratori di questa proprietà, che magari non vedrebbero continuare il loro rapporto di lavoro». Favorevoli agli emendamenti di Fiazza anche i “Moderati”. «Meglio rispondere alle esigenze – ha detto Roberto Colla - di chi vuole trovare una casa in quella zona e avere un piccolo ambulatorio». Hanno votato contro Colosimo, Foti e Opizzi (non hanno partecipato al voto Garetti e Girometta).

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