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Scuola, l'assessore regionale Salomoni: «A settembre riporteremo i ragazzi in classe»

Stasera incontro tra premier Conte, ministro Azzolina e rappresentanti degli enti locali, fra cui il presidente Bonaccini. Lega e Forza Italia: "Nebbia fitta su tutta l'organizzazione"

Forse le notizie più decisive sulla scuola e sulla ripresa delle lezioni in classe arriveranno stasera, quando il premier Giuseppe Conte e la ministra all'Istruzione Lucia Azzolina incontreranno gli enti locali e quindi anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Ad oggi, però, notizie certe non ce ne sono. Ad annunciarlo, l'assessore alla Scuola Paola Salomoni durante la seduta della commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Francesca Marchetti, che ha spiegato come "la situazione sia ancora in forte divenire e le informazioni siano ancora molto limitate rispetto al quadro che si dovrebbe avere in vista della riapertura".

Di sicuro, però, c'è una cosa, ribadisce l'assessore: "la Regione vuole assolutamente che i ragazzi tornino in classe". Certo, evitando rischi di ritorni di pandemia. Ma se la situazione dovesse restare questa, l'obiettivo della Regione e il punto fermo da cui partire è proprio che i ragazzi dovranno tornare in classe. "Come Regione- ha aggiunto l'assessore- ci siamo espressi perché si entri nel concreto ed entro stasera ci saranno le indicazioni per determinare le azioni di riapertura. Quelle che ci hanno dato fino ad ora partono principalmente dal concetto del distanziamento e stiamo facendo analisi su alcuni elementi, come lo spazio di passaggio. Sul distanziamento abbiamo già fatto le analisi, ma bisogna capire meglio. Condivido l'idea di una scuola autonoma, ma è giusto che sia sostenuta nelle responsabilità, non lasciando margine alla confusione". Mentre di aspettano le direttive dal governo - ha sottolineato Paola Salomoni - la Regione "istituirà la Conferenza regionale del sistema formativo ed educativo, all'interno della quale vorremmo aprire un tavolo inter-istituzionale con Province e Comuni capoluogo per sostenerli nella messa in pratica delle linee guida che arriveranno. La scuola riapre a settembre, non siamo disposti a discussioni, a meno che non ci siano nuove ondate epidemiologiche. Noi vogliamo i ragazzi in classe".

La mancanza di certezze preoccupa Valentina Castaldini (Forza Italia): "capisco l'imbarazzo nel dover interpretare delle linee guida nazionali confuse e che mancano di pezzi fondamentali. Noi oggi abbiamo un quadro confuso sulle scuole dai 6 anni, ma c'è nebbia fitta anche su nidi e materne. Non è ancora chiara la dinamica di distanziamento e non è chiaro se ci siano paletti di riferimento. Anche all'università, la didattica a distanza non può in nessun modo sostituire le lezioni frontali". Matteo Montevecchi (Lega) ha chiesto se "la Giunta intenda attuare, in vista degli esami di Stato, una serie di tamponi gratuiti sia al personale che agli studenti coinvolti negli esami di stato". Mentre l'altra leghista, Valentina Stragliati, ha evidenziato come "tutto il personale sia preoccupato per i ritardi e la preoccupazione sia data anche dall'organizzazione degli spazi, in quanto alcune scuole sono in immobili vetusti". Federico Amico (ER Coraggiosa) ha rimarcato che, anche tornando in classe, "la didattica in presenza non potrà essere organizzata com'era prima, quindi ad oggi il nodo da sciogliere è ancora il numero di presenza in classe". 

L'assessore Salomoni ha cercato di tranquillizzare i consiglieri: "Mi aspetto che dal governo si parli di organici. Per quanto riguarda il distanziamento di un metro, il governo ha confermato che nelle nostre scuole una percentuale significativa di aule sono compatibili con una presenza di 25 studenti, ma credo che debba essere realisticamente dimostrato da dati e numeri. Riguardo all'università gli studenti sono una parte significativa di ricerca e didattica e la recente manovra degli affitti che li inserisce fra i beneficiari va in quella direzione: speriamo restino nel nostro territorio". E al consigliere leghista Simone Pelloni, che ha portato in commissione un'interrogazione sui precari della scuola, Salomoni ha fornito alcuni numeri: "L'organico definitivo è di 500.930 unità, di cui 16.107 precari. Siamo in una fase emergenziale, dentro cui la scuola è un'ulteriore emergenza. Abbiamo meno di cento giorni per mettere la macchina in funzione e vorrei avere le proposte del ministero, poi in base a quello che ci dicono valuteremo".

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