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«Se Borgonzoni tiene alla Regione si dimetta già oggi dal Senato»

Il governatore uscente alla sfidante leghista: «Si impegni come me a fare opposizione a Bologna in caso di sconfitta»

«La mia avversaria – fa sapere Stefano Bonaccini, governatore uscente e candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra - sostiene oggi che a lei interessa solo l'Emilia-Romagna, mentre io punterei ad altro. Un capovolgimento di quanto tutti hanno potuto intendere fino ad oggi. A differenza sua, io non mi sono candidato in Parlamento nel 2018 e ribadisco quanto detto fin dall'inizio della campagna elettorale: se il 26 gennaio vincerò guiderò la Regione come ho fatto nei 5 anni precedenti. Se perderò sarò qui a fare opposizione in consiglio regionale, rispettando il mandato degli elettori. Borgonzoni può impegnarsi a fare altrettanto? Se sì ha solo un modo molto semplice per dimostrarlo: dimettersi fin d'ora dal Senato, accettando così anche in caso di sconfitta di rimanere qui in Regione a onorare l'impegno che sta assumendo coi cittadini. Le chiacchiere stanno a zero: dimostri con un gesto concreto di tenere più alla Regione a cui si candida che al suo comodo seggio parlamentare che ancora occupa. Se lo farà sarò il primo a riconoscerglielo».

«Il livello è sempre da prima elementare - risponde a stretto giro Borgonzoni. Diciamo a Bonaccini se mi risponde sul perché le agende in sanità sono chiuse? Perché ci sono liste d'attesa lunghissime in quelle che non sono le varie visite o operazioni che vengono pubblicate sul sito?», ribatte Borgonzoni a margine della presentazione della lista civica che la sosterrà il 26 gennaio. «Bonaccini dica perché in Lucia Borgonzoni-2agricoltura ci sono aziende che hanno aspettato per due anni i fondi, dica perché non c'è un piano di bonifiche regionale, dica perché non utilizza i fondi del dissesto idrogeologico», continua l'esponente del Carroccio, che sull'argomento dimissioni non si addentra ma contrattacca: «Entriamo veramente un pochino nei temi e basta fare i bambini piccoli». I due candidati tornano a duellare sul tema dei (mancati) confronti vis a vis in vista delle elezioni del 26 gennaio, dopo quello su Rai 3 che risale ormai a più di un mese fa. E la querelle assume i toni del paradosso: entrambi i candidati alla presidenza dell'Emilia-Romagna assicurano la propria disponibilità, accusando la controparte di sfuggire all'uno contro uno. Bonaccini torna sul tema ribattendo alla risposta ricevuta da Borgonzoni sul nodo delle dimissioni dal Senato. La leghista «ha scelto, meglio restare a Roma perché non si sa mai. E scappa dai confronti sull'Emilia-Romagna», scrive su Facebook il governatore uscente. «Ti ringrazio per la chiarezza: non ti dimetti e resti senatrice. Questo vuol dire- afferma Bonaccini- che tieni aperta la porta per Roma nel caso tu dovessi perdere, invece di rimanere in Consiglio regionale a guidare l'opposizione. Giusto che gli elettori lo sappiano».

Per quanto riguarda il tema dei confronti, poi, questi «vanno fatti sui problemi concreti dell'Emilia-Romagna», continua il candidato del centrosinistra: «Il quotidiano più diffuso a livello regionale (Il Resto del Carlino, ndr) ha proposto di farne uno, io ho accettato e tu hai rifiutato. Così come diverse televisioni locali hanno ricevuto da tempo la mia disponibilità, ma ancora nulla da parte tua: come mai?». Inoltre, «mi è già capitato di partecipare a confronti con categorie socio-economiche ai quali eravamo stati invitati entrambi - rimarca Bonaccini - ma ero presente solo io. Abbiamo fatto senza problemi un confronto televisivo su una tv nazionale, adesso però è il momento dei progetti concreti. Tu vuoi discutere di partiti e alchimie politiche, io voglio parlare di Emilia-Romagna, perché è alla guida di questa Regione che ci siamo candidati».

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