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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Sentenza contro il crocefisso: la risposta di Francesconi

Sulla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo interviene il consigliere regionale Pdl Luigi Francesconi: “Se provano a staccare i Crocifissi andremo a riappenderli!”

Giudica “Opportuna e tempestiva la scelta del Governo” il Consigliere Regionale del PdL Luigi Francesconi che sostiene a spada tratta il ricorso presentatao dall’Esecutivo di Silvio Berlusconi contro la decisone della Corte Europea dei Diritti dell’uomo di interdire l’esposizione dei Crocifissi nelle scuole.

La sentenza, prende le mosse dall’azione legale di una cittadina italiana di origini finlandesi Souli Lautsi che, dopo aver riscontrato il parere negativo della Giustizia Italiana rispetto alla sua richiesta di far togliere i Crocifissi nella scuola frequentata dai figli, si è rivolta al Corte Europea dei Diritti dell’uomo, un organo emanazione del Consiglio d’Europa, di cui fan parte quarantacinque Stati e che nulla ha a che vedere con l’Unione Europea.

La Seconda Sezione della Corte, di cui fa parte anche un italiano, il Professor Vincenzo Zagrebelsky, ha deciso di accogliere l’istanza della signora Lautsi considerando il Crocifisso come  una violazione del “diritto dei genitori di educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni e quello dei bambini a credervi o non credervi” poiché la sua presenza può “dare la sensazione di essere educati in un ambiente scolastico che porta impresso il marchio di una data religione” poiché potrebbe “disturbare coloro i quali praticano altre religioni o sono atei, in particolare se appartengono a minoranze religiose”.

“Le motivazioni addotte dalla Corte sono a dir poco sconvolgenti – spiega Francesconi – non solo perché non tengono conto del giudizio che aveva dato la Magistratura italiana che conosce ben più di quella di Strasburgo la nostra realtà, ma anche perché emerge che i nove Giudici, otto dei quali rappresentanti Stati Cristiani, sembrano ignorare il valore che ha il Crocifisso per la loro cultura.

Mentre per chi è ateo o di altre confessioni, infatti, la presenza della Croce è del tutto indifferente poiché per loro questo simbolo non significa nulla, per i Cristiani, che sino a prova contraria sono ancora il 90% della popolazione italiana, il Crocifisso è un simbolo di tolleranza e di accoglienza, non di discriminazione. Inoltre, come ha giustamente sottolineato la Magistratura italiana, al di là del suo valore religioso, per noi italiani il Crocifisso è un simbolo culturale e identitario.

Appaiono, quindi, del tutto infondati gli assunti della Corte Europea: la presenza del Crocifisso non impone nulla e non discrimina nessuno, né impone un marchio religioso alla scuola, casomai impone un marchio culturale ma d’altra parte è normale che nella scuola italiana vi siano i simboli della cultura italiana come le bandiere Tricolori, le foto del Presidente della Repubblica, i ritratti di Verdi e, appunto, il Crocifisso.”
“Questa sentenza – conclude l’azzurro – vuol scardinare il retroterra culturale dell’Europa imponendo un laicismo asettico che non appartiene né alla storia italiana Né a quella del nostro Continente, per questo non accetteremo che tolgano i Crocifissi dai nostri luoghi pubblici e se lo faranno  li andremo a rimettere!”

Comunicato inviato da:
Ufficio stampa



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