Senza discutere il consiglio dà l’ok alla commissione welfare. M5s: «È un’imboscata»
Dopo mesi di discussioni, dura neanche trenta secondi il dibattito (con voto finale) sulla costituzione di una commissione welfare. La rabbia del capogruppo 5 Stelle Quagliaroli: «Un colpo di mano in perfetto stile Pd, il Patto del Nazareno è sempre attivabile. Segretario comunale completamente inutile»
Dopo mesi di discussioni – e anche litigi -, ci sono voluti neanche trenta secondi per dare l’ok definitivo alla costituzione di una commissione speciale dedicata al welfare. La commissione ad hoc, che rimarrà in vita quattro mesi, avrà il compito di scandagliare i meandri di quella parte di bilancio – circa la metà – che riguarda il settore dei servizi sociali del Comune di Piacenza. Ma il modo in cui si è arrivati a decidere, nel tempo di un “amen”, il futuro di un importante strumento per il prossimo bilancio 2016 (ha il compito di visionare le spese e tagliare laddove fosse possibile) non è certo piaciuto a qualche gruppo consiliare presente a Palazzo Mercanti.
Ma il welfare è stato l’ultimo punto di un’intensa seduta che ha visto anche l’esordio di Annalia Reggiani tra i banchi del Pd, al posto del dimissionario Stefano Borotti. Si è infatti discusso del passaggio da Equitalia a Ica. Dal 30 giugno, è stato infatti abbandonato il concessionario pubblico Equitalia, per abbracciare una nuova società di riscossione dei tributi. «Di proroga in proroga – ha spiegato in aula l’assessore al bilancio Luigi Gazzola -, di sei mesi in sei mesi, dal 2011 siamo arrivati al 30 di giugno 2015. Abbiamo deciso di cambiare il nostro concessionario perché Equitalia non vuole fare accertamenti sulle cartelle non riscosse di importo inferiore ai 300 euro, che rappresentano la gran parte dei nostro ammanchi di cassa. Abbiamo deciso per questo motivo di cambiare strada. Facciamo fatica ad assumere nuovo personale per questo problema – non riusciamo a farlo anche in altri settori del nostro ente -, né riusciamo a intraprendere la via di un’istituzione di una società in house. La strada che possiamo percorrere è solo quella di un nuovo concessionario iscritto all’albo». L’ente conta di recuperare, solo con il passaggio da Equitalia a Ica, di riscuotere 2 milioni di euro in tempi brevi.
Ora il sindaco Paolo Dosi ha proposto di correggere il regolamento comunale per la riscossione coattiva delle entrate comunali. In un primo momento così il Comune si attiverebbe tramite posta ordinaria per l’atto di sollecito-intimidazione, dando un termine di 15 giorni per effettuare il pagamento, a 18 mesi dalla scadenza. In un secondo momento intende d’ora in poi inviare ingiunzioni di pagamento che danno un tempo di 30 giorni (al posto di 60 giorni), ponendo a carico dello stesso debitore le spese di notifica. Nella prima stesura del regolamento l’attività di riscossione coattiva scattava immediatamente: ora si prevede di agevolare il cittadino prevedendo l’obbligatorietà dell’attività di sollecito prima dell’avvio delle procedure di riscossione coattiva. Ma nell’emendamento proposto non è necessaria l’emissione del sollecito e gli inviti stessi al pagamento sono inviati per posta ordinaria con le spese postali e procedurali a carico del debitore.
«Nel giro di due anni – ha commentato Polledri - si arrivava ad aumentare del 30% il debito: così abbiamo eliminato un po’ l’usura che colpiva i cittadini. Passare da Equitalia a Ica è un passo in avanti, c’è meno vessazione». «È un buon compromesso tra il recupero del credito e il cittadino», - ha commentato Lucia Rocchi (Moderati). Critiche al regolamento sono arrivate invece da parte di Foti. Secondo il rappresentante di Fratelli d’Italia «crea confusione». «Così il debitore dirà che non ha mai ricevuto il sollecito, se glielo facciamo pervenire per posta ordinaria». «Spendiamo soldi per mandare delle lettere che non vuole ricevere nessuno. Con un’ora di dibattito in consiglio volete fare credere che pensate a chi non riesce a pagare i debiti», ha detto invece Marco Colosimo (Piacenza Viva). «Stiamo semplicemente cercando – ha replicato Gazzola - di non mettere i cittadini di fronte alla riscossione coattiva, ma sollecitando a pagare prima di non vessare e mettere in moto la macchina delle procedure. Non siamo obbligati e tenuti a farlo: fa così anche la Municipale e chi si occupa delle rette delle mense scolastiche». L’emendamento del sindaco ha visto il voto favorevole dell’aula (opposizione contraria). Tuttavia non è passata l’immediata eseguibilità della proposta: Sandra Ponzini (Pd) ha votato contro impedendo di avere la maggioranza necessaria. Il regolamento entrerà in vigore perciò solo tra una decina di giorni.
Massimo Polledri (Lega Nord), insieme ai colleghi Tommaso Foti e Laura Rapacioli, ha presentato una proposta di delibera sul regolamento per la disciplina delle sale giochi sul territorio comunale. Polledri nel suo intervento ha illustrato in modo esaustivo i disagi che provoca il gioco d’azzardo nel contesto locale e nazionale, chiedendo di porre un freno alla pubblicità al gioco in giro per la città e sulla stampa locale, imponendo norme più severe e stringenti sull’apertura di nuove sale. Nella proposta si parla di “luoghi sensibili”, orari da rispettare, di insegne ingannevoli da togliere e altri accorgimenti. «Chiediamo la sospensiva – ha però poi aggiunto Rapacioli – perché è in corso una discussione regionale sul tema per una proposta di legge e relative sanzioni. Il Comune ha chiesto un parere alla Regione su cui attendiamo risposta: chiediamo il rinvio». Il tema verrà riaffrontato a settembre.
Si è tornato a parlare in consiglio del rapporto tra Iren e il Comune di Piacenza. La vendita delle azioni Iren è infatti diventata una realtà. Un milione e 275mila euro di azioni non vincolate al patto di sindacato, in mano al Comune, verranno messe sul mercato, per ricavare 1 milione e mezzo di euro. «Operazione rilevante – è la sintesi delle dichiarazioni di Foti -, ma la Consob è stata avvisata? Sono favorevole a venderle, ma vorrei sapere anche il motivo per cui continuiamo a stare in Iren, società fortemente indebitata». Mirta Quagliaroli ha ribadito l’astensione dei 5 Stelle in commissione, esternando ancora pesanti dubbi sul futuro della gara pubblica su acqua e rifiuti. Polledri ha chiesto in un ordine del giorno di mantenere comunque anche in futuro la maggioranza pubblica nella governance di Iren. La proposta è stata condivisa dal vicesindaco. La vendita delle azioni ha visto il voto favorevole dell’aula: astenuti i 5 Stelle e Maria Lucia Girometta (Forza Italia). «Vendere le azioni – ha commentato proprio l’esponente azzurra - non è un grande affare. È stato un errore inoltre cacciare il direttore generale Massimiliano Bianco».
Ma ecco il colpo di scena. Erano ormai le 20 di sera quando si doveva discutere della commissione welfare. La maggioranza dell’aula sembrava preferire inizialmente il rinvio della discussione, vista la tarda ora. Un gruppo di consiglieri ha però raccolto le firme necessarie per chiedere un prolungamento della seduta e per il rotto della cuffia si è trovata la maggioranza necessaria per portare avanti i lavori. A questo punto il Movimento 5 Stelle – ma anche Lucia Rocchi dei Moderati – ha pensato di far mancare il numero legale, alzandosi dai banchi per sedersi tra il pubblico. Il numero legale però era salvo e il presidente del consiglio comunale, Claudio Ferrari, ha chiesto di iniziare il dibattito sulla commissione welfare. A questo punto, rimaste in aula le sole forze politiche che volevano da tempo la commissione speciale – mentre il Movimento 5 Stelle e i Moderati chiedevano di utilizzare la commissione 3, già esistente, per il medesimo scopo – le stesse hanno pensato di non discutere il provvedimento e arrivare subito al voto. Il responso ha visto passare all’unanimità la delibera: la commissione welfare si farà. «È un’imboscata, complimenti» - ha tuonato in fondo all’aula una sdegnata Mirta Quagliaroli, criticando l’atteggiamento di Ferrari.
«Con un colpo di mano e con l'avallo del Presidente del Consiglio e del Segretario Comunale, completamente inutile – ha poi commentato sul web a bocce ferme Quagliaroli - si è proceduto a seduta ultimata alla votazione per la costituzione della commissione speciale sul welfare. Voluta dalla maggioranza e dalla minoranza. Una commissione doppione della commissione 3 che serve unicamente a qualcuno per avere rilievo sui media e trattare tematiche spinose sul sociale. Questo accade senza rispettare le mie richieste di precisazioni e di parere di legittimità al segretario comunale già espresse nello scorso consiglio e a cui nessuno ha risposto. Così come nessuno mi ha mai risposto sulle motivazioni dell'inammissibilità degli emendamenti sul bilancio anche se il Presidente del Consiglio mi aveva assicurato che me li avrebbe consegnati. Insomma siamo alle solite, si forza la mano se necessario al raggiungimento dei risultati, le regole si piegano al volere della maggioranza allo stesso modo in cui avviene in Parlamento e in Regione. Perfetto stile Pd con la complicità delle minoranza...il patto del Nazareno è sempre attivabile».