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Il Comune di Piacenza torna nella rete-antidiscriminazioni “Ready”

L’ente era uscito ai tempi della Giunta Barbieri. L’assessore Groppelli: «Teniamo a questo provvedimento, giusto farne parte»

Il Comune di Piacenza ritorna a far parte della rete “Re.a.dy”, la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. La Giunta Tarasconi ha approvato la delibera presentata dall’assessore alle pari opportunità Serena Groppelli. L’ente faceva già parte della rete, fino a quando una delibera dell’Amministrazione Barbieri ne aveva sancito l’uscita, non senza polemiche. Ora il re-ingresso.

«L’avevamo già annunciato in campagna elettorale - spiega l’assessore Groppelli -, faceva parte del programma del centrosinistra. Teniamo a questo provvedimento perché aderire alla rete significa sottoscrivere un manifesto d’intenti che promuove iniziative contro le discriminazioni legate al genere e all’identità sessuale». «Nell’ottica delle pari opportunità - aggiunge Groppelli - aderire anche solo simbolicamente, ci sembrava un’azione corretta. Piacenza era l’unico capoluogo di provincia dell'Emilia-Romagna rimasto fuori dalla rete, ritenevamo anacronistico, nel 2022, non farne parte». Vi aspettate qualche critica dal centrodestra, che aveva scelto di uscire? «È una scelta politica, come tutte le scelte politiche potrebbe essere divisiva. A metà ottobre si terrà il primo incontro della rete nazionale a Parma, in quell’occasione usciranno proposte e idee».

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