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«Serve una rivoluzione culturale per incrementare gli affari in centro»

Alessandro Sbalbi, candidato al Senato del Terzo Polo (Azione e Italia Viva), interviene sul commercio

Il tema del commercio e dell’imprenditoria è per Alessandro Sbalbi, candidato del Terzo Polo al collegio uninominale del Senato della Repubblica nella circoscrizione Emilia Romagna U01, «prioritario: il bene e la vita delle micro imprese è l’unica vera linfa dei territori come la nostra provincia». Proprio per questa ragione tanti sono stati gli incontri durante questa campagna elettorale che il candidato di Calenda ha avuto con gli imprenditori e con i commercianti. Nei giorni scorsi, infatti, dopo un passaggio con i cittadini ha incontrato i commercianti del centro di Fiorenzuola rappresentati da Riccardo Salvi. «L’incontro – spiega il Terzo Polo - non poteva non aprirsi con il problema del cosiddetto “caro energia”, Sbalbi ha fornito risposte molto concrete al problema presentando i punti programmatici che prevedono l’intervento dello Stato al fine di garantire prezzi sostenibili, inoltre di calmierare il prezzo dell’energia, sia gas che elettrica. Tale misura deve essere applicata per gli imprenditori e anche alle famiglie che, soprattutto nel commercio, sono i diretti portatori di interesse. Altre misure da applicare sono: favorire mediante incentivi l’autoproduzione elettrica con pannelli solari e l’accumulo con batteria».

«Altro tema importante è stato quella della rivitalizzazione dei centri storici. Sbalbi è convinto che per incrementare il giro d’affari nei centri storici è necessaria una vera e propria “rivoluzione” culturale. Tutti, commercianti e consumatori, dovranno vivere il centro non più come una serie di individualità ma ragionando come un vero centro commerciale che tenga conto di tutto: dal reddito dei cittadini che diminuisce, alle esigenze di avere poco tempo e quindi la necessità di trovare prodotti e averli a portata di mano. Inoltre la valorizzazione dei grandi spazi del centro come le piazze i giardini con attività anche fuori dall’ordinario. Esperienze di questo tipo – sostiene Sbalbi – in Europa ve ne sono diverse e noi italiani abbiamo un patrimonio artistico che nessun altra nazione europea può vantare e per questo arte e commercio dovranno avere una collaborazione sempre maggiore».

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