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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Bus, Seta al collasso. La sinistra: «Colpa degli Enti locali»

Il consigliere regionale Donini (Fds) in una interrogazione accusa i proprietari di Piacenza, Reggio Emilia e Modena, di non applicare il piano industriale con aumenti di biglietti, ridefinizione dei chilometri e tagli a corse e personale

“La crisi provocata dalle dimissioni dei rappresentanti dei soci privati, Fer e Ratp Dev, nel consiglio d'amministrazione di Seta (Società emiliana trasporti autofiloviarii) nascerebbe dall’indisponibilità degli enti locali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza a praticare le scelte previste dal piano industriale, ovvero l’innalzamento delle tariffe, la ridefinizione dei kilometri di corsa e i conseguenti tagli al personale e rischi di peggioramento della qualità del servizio”. Insomma, la colpa dello sfascio di Seta è degli Enti locali. E la tegola questa volta arriva dalla sinistra radicale che ha assunto posizioni più “liberal” di fronte a una situazione che vede il Cda dimissionario e i bus di tre province che navigano a vista.

Lo afferma Monica Donini (Federazione della sinistra) in premessa ad un’interrogazione alla Giunta regionale sulla vicenda che riguarda la società nata dalla fusione delle aziende di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. In proposito Donini chiede all’esecutivo regionale “se non ritenga necessaria, piuttosto che la persuasione nei confronti degli Enti locali, la ridiscussione pubblica, trasparente e partecipata del piano industriale di Seta”.

Pochi giorni fa, l’assessore alle Partecipate, Francesco Timpano, in una intervista a “ilPiacenza” aveva parlato proprio di questi temi. Il costo dei biglietti dovrebbe essere fissato in una ottica di razionalizzazione e omogeneizzazione fra i tre bacini, mentre aveva escluso categoricamente un taglio al personale. L’assessore, inoltre, aveva parlato anche della poca chiarezza del piano industriale, che fa fatica ad essere applicato. Secondo Timpano, la qualità del servizio è uno degli obiettivi principali da perseguire, sempre però considerando i tagli agli sprechi e l’efficienza del futuro management. Piacenza ha un deficit di 1,4 milioni di euro e l’assessore aveva detto che era improprio parlare di “buco”.

Dalla Regione Piacenza ha ricevuto circa un milione di euro, mentre la tariffa chilometrica, che i trasporti piacentini avrebbero dovuto versare a Seta, è di 2,07 euro al chilometro. La discussione pubblica sul piano industriale potrebbe essere anche l’occasione per Piacenza di chiedere la costruzione di un distributore per il gas metano, così da alimentare i nostri mezzi ecologici senza correre il rischio che ci vengano “sottratti”. A interessarsi ai bus a metano, sarebbe stata, nelle scorse settimane, Modena (città nella quale il deposito dei bus ha un distributore a metano), ma Timpano aveva escluso che la richiesta potesse avere un seguito.

 

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