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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sgarbi: «È ora che Piacenza esponga il Klimt». E Sforza candida la Banca: «Palazzo Galli disponibile»

Il critico d’arte bacchetta Piacenza per non aver saputo, dopo 9 mesi dal ritrovamento, ancora esporre il quadro, che si trova ancora nel caveau della Banca di Piacenza. La Ricci Oddi si dice pronta per la fine del 2020. Sforza Fogliani: «Disponibili a conservarlo in una teca a Palazzo Galli»

«Così Piacenza si butta via ignorando il suo Klimt. A quasi nove mesi dal ritrovamento dopo il furto del 1997, l’opera attende ancora di essere esposta». Il titolo e il catenaccio di un lungo articolo del 30 agosto – apparso sul quotidiano nazionale “Il Giornale” – scuote Vittorio Sgarbi-5Piacenza e il mondo culturale e amministrativo locale. A scriverlo non è un qualunque giornalista, ma il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ben conosce la realtà piacentina e i suoi protagonisti. Sgarbi rompe il silenzio sul ritrovamento del Klimt. Vero che la pandemia ha paralizzato la città dalla fine di febbraio a maggio - è il senso del pezzo firmato dal critico ferrarese - ma che fine ha fatto il quadro di Klimt? È ancora nel caveau della Banca di Piacenza a prendere la muffa. 

«La galleria Ricci Oddi è chiusa per tutto agosto – sottolinea Sgarbi, riferendosi ai lavori per l’impianto di climatizzazione tanto attesi da anni e finanziati dal Comune di Piacenza - il Klimt fa la muffa nella cassaforte della banca, nessuno pensa di farlo vedere ai piacentini e al mondo». Ma, a questo punto, Sgarbi sgancia la bomba. «Pare che la ragione sia, debole comunque, il desiderio del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che vuole che l’epifania del Klimt avvenga, con euforia, nell’ambito di Parma Capitale della cultura, 2020 slittato al 2021. Povera Piacenza». Per il critico d’arte la Regione vorrebbe sfruttare il ritrovamento per dare lustro all’anno di Parma Capitale della Cultura.

«La città addormentata – così ci definisce Sgarbi - non si è molto prodigata per fare l’unica cosa sensata: pretenderne la restituzione dall’autorità giudiziaria (ha dovuto attendere da dicembre 2019 a giugno 2020!) ed esporre il capolavoro con una gran festa. E tanto più come segnale di speranza dopo che la città è stata ferita e ha sofferto, in penitenza, il tempo della clausura. Piacenza meritava e merita di Bonaccini vs Sforza Fogliani-2alzare la testa, contrapponendo l’arte più alta al male». E ancora: Piacenza è fatta così: è ritrosa, riservata, autolesionista. Preferisce farsi male che farsi vedere. Ma oggi deve risorgere». Parlandone con un altro quotidiano, il presidente della Ricci Oddi Massimo Ferraripiù volte entrato in contrasto con la Giunta Barbieri in questi anni e in scadenza a fine anno – ha assicurato che si sta lavorando all’esposizione del quadro a Piacenza in tempi ragionevoli. Senza mai citare pressioni o ingerenze della Regione Emilia-Romagna, Ferrari prova a indicare come data la fine del 2020 come possibile esposizione dell’inestimabile opera ritrovata dopo 22 anni.

Con una lettera, rivolta sempre al quotidiano “Il Giornale” diretto da Alessandro Sallusti, anche il presidente onorario della Banca di Piacenza, Corrado Sforza Fogliani, in qualità di consigliere del Cda della galleria, interviene sulla vicenda per dire la sua. Sforza condivide l’appello di Sgarbi, ricordando dal canto suo che la galleria aveva provato a esporre l’opera per il 4 luglio, Festa di Sant’Antonino. Poi, per un evento in grande stile con la Fondazione Klimt di Vienna. Ma, secondo Massimo Ferrari-3Sforza Fogliani, poi ci si sarebbe fatti prendere la mano nell’ipotizzare un grande vento di presentazione dell’opera. «In città - scrive Sforza - però, a questo punto si è aperto un surreale dibattito, l’evento deve essere grande, anzi grandioso, anzi grandissimo (sempre senza metterci un soldo). Il risultato s’è visto». Cioè non si sa ancora nulla.

«Il gioco delle influenze perverse sulla Galleria – fa notare l’avvocato - deve finire. Come devono finire le continue violenze all’indipendenza dell’ente (morale, oggi associativo), che invano da anni tentiamo di trasformare – a meglio proteggerlo – in autonoma Fondazione dotata di capacità giuridica. Il Comune adempi agli obblighi suoi formalmente assunti con l’accettazione della donazione modale del Fondatore Giuseppe Ricci Oddi, eserciti la sua volontà di indirizzo coi due consiglieri che ha diritto di nominare, e nomina, nel Cda. Abbandonando progetti che offendono la stessa memoria del mecenate». Sforza - che sulla questione sta "vergando" velenosi tweet anche nei confronti dell'Amministrazione Barbieri - suggerisce a Piacenza di «non spartire l’evento di presentazione con alcuno» (ovvero Parma): «Piacenza vuole dare un segnale di resurrezione dopo il morbo che la ha in particolare colpita. Il Klimt deve rappresentare la catarsi piacentina, con un evento nostro».

L’avvocato consigliere della Ricci Oddi però si spinge più in là, candidando la Banca di Piacenza ad esporre nella sede di via Mazzini il Ritratto di Signora. «La Banca custodisce da mesi nel proprio caveau l’opera, del tutto gratuitamente, essendosi addossata tutte le spese dell’armamentario di speciale sicurezza. Oggi, se i lavori in corso alla Galleria rendessero questa indisponibile, si dichiara disposta ad ospitare altrettanto gratuitamente l’esposizione del Klimt in teca protetta, e questo nel suo palazzo Galli, già residenza del Governatore ducale e divenuto oggi il tempio della cultura piacentina, a due passi dalla grande piazza dei farnesiani Cavalli (del Mochi) purché – insomma – si faccia qualcosa, purché si mettano al bando i personalismi tra enti».

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