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«Mai più gabbie lager per cani da caccia e animali da compagnia»

Proposta di legge del consigliere piacentino in Regione Stefano Cavalli (Lega): «Più tutele per cani da caccia e, in generale, per gli animali utilizzati negli spettacoli o addestrati per il loro prezioso fiuto e per il sostegno ai disabili»

Più tutele per cani da caccia e, in generale, per gli animali utilizzati negli spettacoli o addestrati per il loro prezioso fiuto e per il sostegno ai disabili. Con un progetto di legge il consigliere regionale Stefano Cavalli (Lega Nord) propone all’assemblea legislativa alcune garanzie per la salvaguardia dell’integrità e del rispetto degli animali in possesso ai privati, d’affezione e di utilità, a partire dal luogo di ricovero che – cita un passaggio della proposta – dovrà avere «dimensioni consone all’etologia, alle dimensioni e al peso dell’animale».

«Il mio obiettivo – spiega Cavalli – è colmare alcune rilevanti lacune della legge. Non esistono, infatti, ad oggi, precise indicazioni se non in qualche sporadico regolamento comunale, sulle condizioni minime nelle quali gli animali d’affezione devono essere tenuti dai privati». Quattro i punti principali del progetto di legge. Il primo propone una «più corretta definizione di animale da compagnia», estendendola agli animali utilizzati negli spettacoli televisivi e ai mammiferi impiegati nell’attività venatoria e nella ricerca e raccolta di tartufi.

Il secondo «definisce più chiaramente le responsabilità e i doveri generali del detentore di animali da compagnia per quanto concerne le caratteristiche, le dimensioni e le condizioni dei ricoveri». Il terzo «impegna la giunta ad adeguare i regolamenti regionali vigenti alle modifiche e integrazioni entro 60 giorni dall’approvazione della legge». Il quarto «inasprisce le sanzioni amministrative massime previste per le violazioni delle norme della legge regionale».  

«Penso che quella per garantire benessere agli animali – dice Cavalli –, soprattutto quelli che vivono in stretta ‘simbiosi’ con l’uomo, sia una battaglia di civiltà. Ad oggi la tutela degli animali che non siano di allevamenti a scopo di lucro è affidata per lo più alla sensibilità delle singole amministrazioni comunali che in molti casi hanno redatto regolamenti formalmente ottimi e di grande completezza. Riteniamo però che le disposizioni debbano arrivare prioritariamente dalla Regione e interessare capillarmente tutto il territorio, con regole condivise che devono essere recepite da tutti i Comuni. La tutela degli animali è uno degli indicatori del livello di civiltà di una società».

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