Sanità, Cavalli (Lega Nord) alla Regione: «No ai tagli sulla pelle dei precari»

“No ai tagli alla sanità sulla pelle dei precari per avallare lo sperpero delle regioni del meridione”. Così il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli che sul caso dei 133 lavoratori atipici - medici in primis - all’Ausl di Piacenza ha presentato oggi un’interrogazione in cui chiede alla giunta di “accendere i riflettori sul massiccio ricorso al precariato in corsia” a Piacenza, "quali i dati riferiti alle altre province" e in che modo “intenda tutelare i livelli occupazionali e stabilizzare i contratti precari”.

“Il presidente Errani e l’assessore Lusenti, che si sono espressi contro i tagli lineari alla sanità, dovrebbero fare di più. Alzare la voce e appoggiare la macroregione, ad esempio, come unica occasione per negoziare un trattamento adeguato e giusto - aggiunge -. Il frequente ricorso al precariato mortifica le professioni sanitarie (e non solo) e crea intollerabili disparità tra i lavoratori. A causa dell’irresponsabile e frequente ricorso a contratti tipo cococo, cocopro, partite iva, interinali, borsisti, si stanno consegnando intere categorie di precari alla mannaia dei tagli. La sforbiciata da 260milioni di euro alla sanità emiliano romagnola colpirà infatti, in primis, chi non ha rapporti lavorativi stabili. I precari saranno l’agnello sacrificale delle colpe governative e degli sprechi del meridione, che i tagli intaccheranno in minima parte. L’auspicio è che si provveda al più presto a una stabilizzazione lavorativa per i 133 medici, psicologi, terapisti, tecnici oggi lasciati nell’incertezza. La qualità di un sistema sanitario non può reggersi sul crescente ricorso al precariato”.