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Tagliaferri (Fdi): «Stop alla violenza, sostenere il canale sociale "Break the Silence"»

Il consigliere ricorda come secondo l’Istat si stia parlando di un fenomeno ancora sommerso: è elevata, infatti, la quota di donne che non parlano con nessuno dei torti subiti

«La Regione rompa il silenzio su ogni genere di violenza e sostenga chi le combatte come "Break the Silence". Ovvero il canale sociale nato dal'idea di quattro studentesse universitarie con l’obiettivo di rompere il muro del silenzio che si è creato attorno alla violenza di ogni tipo, in particolar modo sessuale, e attorno alle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale».

A chiederlo, in un'interrogazione, è il consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come «secondo l’Istat la violenza di genere è un fenomeno ancora sommerso, è elevata, infatti, la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita (il 28,1% nel caso di violenze da partner, il 25,5% per quelle da non partner), di chi non denuncia (i tassi di denuncia riguardano il 12,2% delle violenze da partner e il 6% di quelle da non partner), di chi non cerca aiuto; ancora poche sono, infatti, le donne che si rivolgono ad un centro anti violenza o in generale un servizio specializzato (rispettivamente il 3,7% nel caso di violenza nella coppia e l’1% per quelle al di fuori): dai dati emerge che le vittime spesso non sanno dove cercare aiuto, basti pensare che il 12,8% di loro non sapeva dell’esistenza dei centri antiviolenza o dei servizi o sportelli di supporto per le vittime, percentuale che è pari al 10,3% per le donne che hanno subito violenza fuori dalla coppia».

Tagliaferri sottolinea come «le politiche di sensibilizzazione sono essenziali per trasmettere il messaggio che parlare della violenza subita ed entrare in contatto con le istituzioni e i servizi dedicati costituisce una preziosa fonte di aiuto: le violenze non sono solo prettamente fisiche ma possono essere anche psicologiche ed essere causate da battute, apprezzamenti insistenti e o comportamenti inappropriati, che troppo spesso sono tollerati o minimizzati dalla comunità».

Da qui l'atto ispettivo per sapere dall'esecutivo regionale «se intenda, per una società più equilibrata e meno violenta, rafforzare l’appoggio istituzionale e comunicativo ad associazioni, enti, fondazioni e canali sociali, come appunto, Break the Silence, il cui scopo è quello di aiutare le vittime di violenze e molestie sessuali, discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, non solo prevenendo ma anche curando, affiancandosi alle autorità e collaborando con i professionisti del settore, con le forze dell’ordine, con le scuole e gli studenti al fine di sensibilizzare tutte le future generazioni a non aver mai paura di parlare di queste tematiche; se intenda diffondere le iniziative intraprese dalle organizzazioni del terzo settore, enti, fondazioni, associazioni di categoria e canali sociali sul tema attraverso la rete regionale dei Centri anti violenza e delle Case rifugio anche prevedendone la partecipazione ad eventuali bandi e avvisi pubblici per l’attribuzione di sostegni economici a valere sul bilancio regionale».

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