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Tarasconi e Molinari (Pd): «Si acceleri il processo di riforma dei conservatori»

Depositata in Regione la risoluzione Pd firmata anche dai consiglieri piacentini

Il 21 dicembre 1999 la legge n. 508 trasformava i conservatori italiani in istituti di livello universitario. Una riforma che a 17 anni di distanza è ancora in mezzo al guado, considerato che mancano ancora i decreti attuativi per implementarla. Per questo motivo il gruppo Pd in Emilia Romagna ha presentato una risoluzione che impegni la giunta ad attivarsi affinché sia promosso un tavolo regionale di consultazione con gli istituti musicali del territorio e, punto fondamentale, che possa accelerare il processo di riforma facendone richiesta al ministero competente.

“Piacenza non è esente da questo disagio”, hanno sottolineato i consiglieri Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari che hanno firmato la risoluzione.  “Il 13 febbraio scorso – hanno ricordato - anche l’istituto Nicolini ha aderito alla giornata di mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile situazione dei conservatori italiani. Artisti e docenti sono scesi in piazza, il loro messaggio è stato chiaro e vogliamo farlo nostro. In particolare, sette dei nove decreti attuativi della legge non sono stati ancora emanati e ci riferiamo al reclutamento del personale docente, la messa a ordinamento dei bienni e la mancanza di un organo consultivo di sistema che non è stato più rinnovato”.

In Emilia Romagna si contano, oltre a quello piacentino, altri quattro istituti statali (Parma, Bologna, Ferrara e Cesena) e quattro parificati (Reggio Emilia e Castelnovo Né Monti, Modena e Carpi, Ravenna, Rimini), confermando un’offerta culturale estremamente ricca. “È assolutamente necessario – hanno continuato i consiglieri Pd – superare la grave carenza di risorse pubbliche e la mancanza di interlocuzione con le istituzioni, considerato che intorno a tale sistema ruotano 50mila studenti, 1.500 tra personale amministrativo e ausiliario e 6mila docenti. Una realtà che ha all’attivo 7mila eventi l’anno su tutto il territorio nazionale”.

Sulla linea della Regione, che da sempre valorizza e promuove le attività di formazione legate alla musica, “sosteniamo il documento licenziato dal gruppo assembleare Pd, ricordando che la tradizione didattica dei conservatori è universalmente riconosciuta e tali scuole devono essere messe nella condizione di allinearsi al sistema europeo dell’alta formazione musicale”. Ponendo l’attenzione sul locale, il Nicolini conta 571 studenti di cui il 12% proveniente dall’estero, in particolare da Giappone, Cina e Corea. “Il nostro conservatorio – hanno concluso – è fonte di ricchezza, oltre che patrimonio culturale della città. Per questo motivo merita come gli altri istituti una riforma chiara per continuare ad accogliere studenti ad alti livelli”.

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