Tarasconi: «L’acqua depurata di Piacenza va data all’agricoltura»
Graziano Delrio (Pd) al point della candidata del centrosinistra: «Reggio Emilia lo fa da anni». Tarasconi: «I progetti virtuosi vanno imitati, possibile il recupero di 4 milioni di metri cubi d'acqua»
«Katia è una grandissima candidata, una donna che conosco da molti anni e che stimo tantissimo. Da sindaco riconosco le persone di qualità, lei ha le caratteristiche per fare di Piacenza una grande città dell’Emilia e del Nord Italia. Vuole bene alla gente e alla sua comunità, ha i piedi ben per terra, ha visione ma anche concretezza». Ha esordito così Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia ed ex ministro, oggi deputato del Partito Democratico, in visita al point elettorale di Katia Tarasconi a San Lazzaro.
Delrio è venuto a portare il suo sostegno alla candidata del centrosinistra e a condividere un progetto già attuato da tempo a Reggio Emilia che Tarasconi vorrebbe replicare anche a Piacenza. «A Reggio – ha spiegato la candidata sindaco - recuperano le acque torbide per l'irrigazione dei campi agricoli, si tratta di cinque milioni di metri cubi d'acqua. Noi vogliamo imitare i progetti virtuosi. Stamattina infatti siamo andati a Borgoforte per una visita: potremmo recuperare, anche nella nostra città, 4 milioni di metri cubi. Quest’acqua depurata, invece di essere buttata nel fiume Po, sarebbe una grande risorsa in agricoltura». «Katia – ha ripreso Delrio - ha una visione, qua vendo un’idea di città. Il mondo non è una fonte di risorse infinite. È ora di cambiare direzione, se vogliamo vivere bene dobbiamo usare al meglio le cose che abbiamo. Stanno programmando dighe in tutta l'Emilia-Romagna e ora c'è il modo di averne una in città utilizzando l'acqua depurata. Ci sono fondi europei ad hoc per chi punta sulla sostenibilità».
PROGETTO PER IL DEPURATORE DI BORGOFORTE – L’INTERVENTO DI TARASCONI
«I cambiamenti climatici, la siccità sono fenomeni che ci riguardano da vicino e richiedono di ripensare l’utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione. L’acqua, su tutte, è la risorse fondamentale. Oltre ad essere impiegata per l’igiene personale, ne viene fatto un largo uso in agricoltura, settore economico importante per il territorio, che negli ultimi anni ha affrontato momenti di crisi a causa della siccità. A Piacenza dobbiamo mettere in campo progetti più ambiziosi di economia circolare dell’acqua, sull’esempio di Mancasale a Reggio Emilia e in linea con le previsioni del Green Deal europeo e il Regolamento UE sul riutilizzo idrico. Il nostro progetto sul riutilizzo dell’acqua si basa su uno studio di CRPA e IRETI che interessa l’impianto di depurazione di Borgoforte. Un progetto di economia circolare grazie al quale potremmo riutilizzare le acque reflue in agricoltura, irrigando i campi in quei momenti dell’anno in cui c’è maggior bisogno di acqua. L’impianto di depurazione di Borgoforte tratta circa 12 milioni di metri cubi di acque reflue e può garantire il riutilizzo di 4 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Ad oggi quest’acqua, che viene immessa nel Po, potrebbe essere immediatamente utilizzabile per annaffiare le piante e gli alberi della città. Per quel che concerne l’utilizzo agricolo occorre un trattamento terziario delle acque reflue tramite filtrazione a letti di sabbia e sterilizzazione con i raggi UV. L’acqua così trattata sarà utilizzabile durante i 3-4 mesi di stagione irrigua.
Esistono due ipotesi per la destinazione agricola delle acque depurate: Servire l’area del distretto irriguo di Mortizza. Una zona agricola che si estende per 1500 ettari, più vicina all’impianto, in cui l’acqua confluirebbe per gravità, coprendone l’intero fabbisogno idrico. Servire l’area agricola a sud est di Borgoforte. In quest’ultimo caso, abbiamo a che fare con un’area molto più estesa (3000 ettari) caratterizzata da una maggiore difficoltà di reperimento della risorsa idrica. Ci troviamo però a 8 km dal depuratore e in posizione a questo sopraelevata(+15m). Diventa pertanto necessario un impianto di pompaggio e delle condotte per trasportare l’acqua fin qui. Tuttavia, se realizzato, un simile impianto potrebbe trovare un utilizzo anche al di fuori della stagione irrigua, per la produzione di energia idroelettrica. L'area infatti, si colloca nei pressi del Nure. Durante l’inverno sarebbe possibile sollevare acqua dal Nure e farla precipitare a valle alimentando una centralina idroelettrica. I costi di realizzazione dell'opera di presa e della centralina sono convenienti se considerato il quantitativo di energia prodotta. Energia che è in grado di coprire in buona parte i consumi energetici stimati per il riuso irriguo. Siamo chiamati a fare quanto possibile per rendere i nostri sistemi produttivi più sostenibili. Siamo responsabili davanti ai nostri figli dell’utilizzo o delle risorse che abbiamo a disposizione. Possiamo realizzare un progetto per riutilizzare l’acqua, ridurre gli sprechi e contrastare la siccità. Cosa stiamo aspettando?».