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Tarasconi: «Dalla giunta Bonaccini una legge contro ogni forma di discriminazione, che la destra vuole già cancellare»

La consigliera regionale Katia Tarasconi, candidata alle elezioni del prossimo 26 gennaio, è stupita riguardo la presa di posizione di Giancarlo Tagliaferri (FdI) che sembra aprire ad una revisione della legge regionale approvata il 27 luglio scorso, in caso di vittoria del centrodestra

Una legge contro ogni forma di discriminazione. La consigliera regionale Katia Tarasconi, candidata alle elezioni del prossimo 26 gennaio, è stupita riguardo la presa di posizione di Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale uscente di Fratelli d’Italia che sembra aprire ad una revisione della legge regionale approvata il 27 luglio scorso, in caso di vittoria del centrodestra. 

«Quella che abbiamo approvato in Regione dopo un’estenuante maratona in consiglio regionale durata 39 ore a causa dell’ostruzionismo delle destre, non è solo una legge a tutela dei soggetti discriminati, ma prima di tutto un atto di civiltà. Una legge che prevede azioni positive contro le discriminazioni di ogni tipo (di genere, razziali o di orientamento sessuale) e mira a incentivare una cultura del rispetto della diversità e delle differenze a 360 gradi. Stupisce ancor di più – continua la Tarasconi – che il consigliere di FdI Giancarlo Tagliaferri definisca la legge liberticida e inutile. Voglio pertanto sottolineare e rassicurare il signor Tagliaferri che estendere i diritti è una forma di tutela per tutti, non una minaccia alle famiglie. Men che meno a quelle tradizionali, che dalla giunta Bonaccini hanno ricevuto e riceveranno - ancora una volta – il massimo sostegno, a partire dal pieno accesso ai servizi per le famiglie numerose e alle misure per compensare i carichi famigliari, come le rette degli asili nido».

«Quando ho visto l’onorevole Tommaso Foti, dello stesso partito di Tagliaferri, sedere a dicembre sulla panchina arcobaleno allestita da Arcigay Lambda proprio di fronte a Palazzo Gotico in segno di sensibilizzazione contro le discriminazioni, ho creduto si trattasse di un gesto sincero» – conclude la Tarasconi. «Speravo però in un seguito politico, per amor di coerenza. Evidentemente quel tipo di sensibilità non è condivisa da tutti all’interno dello stesso partito: un’occasione persa che dimostra debolezza e mancanza di una linea comune sui diritti civili».

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