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Tarasconi (Pd): «Maggioranza e opposizione collaborino per amore del popolo e del Paese»

Regione, prima assemblea telematica della storia emiliano-romagnola. Un’esigenza dettata dallo stato di emergenza per l’epidemia da coronavirus che, in questa fase acuta, sta rivoluzionando la vita di milioni di cittadini italiani e di tutto il mondo

Per la prima volta nella storia dell’Emilia-Romagna, si è tenuta a Bologna la seduta dell’Assemblea legislativa regionale in modalità telematica. Un’esigenza dettata dallo stato di emergenza per l’epidemia da coronavirus che, in questa fase acuta, sta rivoluzionando la vita di milioni di cittadini italiani e di tutto il mondo. Anche gli amministratori e i tecnici della Regione, dunque, hanno dovuto adeguarsi alle restrizioni previste dal Governo per tutta la cittadinanza e hanno partecipato, ognuno dalla propria abitazione, alla prima assemblea via internet. Collegati in contemporanea c’erano 47 consiglieri, 7 amministratori (tra presidente e membri di giunta) oltre ai tecnici. In tutto 75 persone on-line sulla stessa piattaforma.  

Dalla sua casa di Piacenza, ha preso parte all’Assemblea via computer anche la consigliera regionale del Pd Katia Tarasconi, per la prima volta nel ruolo di Questore dell’Ufficio di Presidenza. Al termine della seduta, intorno alle 17, la consigliera ha depositato un intervento sul tema coronavirus che tocca vari punti cruciali in questo momento particolarmente delicato. 

In apertura l’ennesimo, doveroso, richiamo al rispetto delle limitazioni imposte per contrastare la diffusione dei contagi: « Le rinunce prendono significato di fronte al bene comune, alla salute di tutti, dei nostri famigliari, dei nostri anziani. Ognuno di noi, singolarmente e come comunità, sta giocando la partita della vita, e questa volta non in senso figurato». 

Altro punto importante riguarda le dotazioni di dispositivi di protezione individuale (i cosiddetti DPI): è necessario, secondo Katia Tarasconi, attivare tutti i canali possibili per fare in modo che gli operatori delle strutture più a rischio come Case di riposo, Residenze sanitarie assistenziali, Centri socio-sanitari, Hospice, siano dotati di tali dispositivi e non solo di mascherine chirurgiche. «Finché queste strutture reggono l’impatto - scrive la consigliera -, finché si riesce a contenere il contagio di massa in questi luoghi, l’impegno enorme di tutti i protagonisti di questa guerra non verrà vanificato. Ma se il virus dovesse far breccia (come purtroppo è già accaduto nel Piacentino), il rischio è quello di un ulteriore colpo durissimo al sistema sanitario già provato. Questa è una priorità assoluta della quale ritengo che la Regione debba farsi carico». 

Da Tarasconi arriva poi un appello alla collaborazione tra tutte le forze politiche in campo. «Sono convinta - afferma - che le Istituzioni e tutte le forze in campo, di maggioranza e di opposizione, oggi come nei periodi di guerra, debbano stringersi costruttivamente in una collaborazione operativa per amore del Paese del popolo, concentrandosi esclusivamente sulla soluzione dei problemi quotidiani e di quelli che verranno». 

Poi c’è il fronte economico-sociale: «Un’altra battaglia - scrive Katia Tarasconi - che dovremo necessariamente vincere per far sì che la nostra regione esca da questo incubo più forte che mai. E anche su questo fronte, la programmazione e il metodo sono determinanti. Occorre preservare e proteggere il tessuto economico dell’Emilia-Romagna». E prosegue: «E’ assolutamente obbligatorio fornire a industriali, piccoli imprenditori, professionisti, partite iva, artigiani e a chiunque contribuisca alla crescita del Paese con i propri investimenti e il proprio lavoro, strumenti semplici e rapidi e quindi la possibilità concreta di preservare le proprie attività a fronte delle drastiche misure adottate per tutelare la salute pubblica». 

Un pensiero particolare, nell’intervento dell’esponente del Pd, va anche a chi è isolato a casa, sano, ma che in molti casi sta vivendo una situazione di grande sofferenza. «Molte persone - dice - si trovano a casa e hanno famigliari ricoverati e sono quindi nell’impossibilità di assisterli fisicamente, nell’impossibilità anche solo di vederli. Questo è un dramma nel dramma. 

Serve un aiuto per queste cittadini. Si potrebbe pensare di attivare un numero di telefono o comunque un canale di comunicazione, anche online, dedicato a chi necessita di assistenza psicologica. Non è un tema da sottovalutare».

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