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Tra applausi e proteste arriva l'approvazione del piano di riordino dell'Ausl

I sindaci dicono "sì" al piano di riordino della sanità piacentina in Conferenza socio-sanitaria. Bagarre nel dibattito tra chi ha difeso i contenuti e chi ha criticato lo spostamento dell'unità spinale da Villanova a Fiorenzuola. Il dibattito

Il piano di riordino della rete sanitaria piacentina è realtà. Lo hanno deciso i sindaci del Piacentino, che hanno approvato in Conferenza Socio-Sanitaria il documento dopo un incontro di oltre tre ore nella sala consiliare della Provincia. Fuori dal palazzo, la protesta dei comitati guidati da Bruno Galvani. I sindaci hanno dato il loro ok con 54 voti (i comuni più popolosi hanno un peso maggiore nel voto, ad esempio Piacenza da sola conta 11 preferenze), dopo aver anche approvato una mozione presentata dai sindaci del centrodestra Roberto Pasquali (Bobbio), Raffaele Veneziani (Rottofreno) e Romeo Gandolfi (Fiorenzuola) che hanno chiesto garanzie per l’ospedale di Fiorenzuola e per il futuro Centro Paralimpico italiano, che potrebbe insediarsi al posto del polo riabilitativo di Villanova. Per l'approvazione erano necessari i due terzi degli 80 voti totali. 

Un drappello di primi cittadini del centrodestra (più Michele Sfriso di Monticelli) ha appoggiato la protesta dei comitati. Ad aprire il dibattito è stato il sindaco di Cortemaggiore Gabriele Girometta. «Io sono contrario – ha esordito - il mio programma elettorale dell’anno scorso sanciva che la bassa Valdarda non poteva non avere il presidio di Villanova. Sono un sindaco che deve rappresentare le esigenze della popolazione, non i numeri dell’Ausl. Non si tratta della difesa dell’ospedalino o della parrocchietta, sono tre anni che c’è il problema dell’ospedale di Fiorenzuola e voi ora chiudete la struttura di Villanova. Per abbattere i costi tagliate le strutture. Stiamo decidendo di continuare a demolire la sanità della Vardarda mentre la gente ci chiede delle risposte. Questo piano non va nemmeno votato: non sappiamo nemmeno il futuro dell’ospedale di Fiorenzuola. Rimettiamo in gioco tutto, votare oggi significa fare un torto ai cittadini. Non possiamo privare la Valdarda di due strutture; ne avevamo due e oggi ce ne ritroviamo mezza».

«La sanità non è verde, - ha tuonato Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio, annunciando il suo addio alla Lega Nord che gli ha fatto troppe pressioni per indirizzare il suo voto - non è rossa, non ha colore politico. Chi inserisce la politica nella sanità, la distrugge. È un anno e mezzo che partecipiamo a riunioni per trovare le soluzioni migliori, se veniamo oggi a dire di rinviare il voto… Non si può rinviare dopo tutte le ore di discussione. Abbiamo sentito i medici, che sono i primi che devono valutare le riorganizzazioni sanitarie. Ci dobbiamo fidare di loro, dei paramedici. Dobbiamo ascoltarle, ci dicono che il piano “va bene”. Dobbiamo rendere più fruibili le strutture, queste linee sono frutto di studi internazionali, dobbiamo fidarci. La proposta dell’Ausl è un punto di partenza». Pasquali ha parlato di Villanova, annunciando una mozione per ottenere il Centro paralimpico e rendere più vincolanti le garanzie sull’ospedale di Fiorenzuola. «Prima c’era l’ospedale a Villanova, e fu chiuso anni fa, già da loro bisognava battagliare e impegnarsi per rendere quella struttura più moderna. Fare la chirurgia d’urgenza a Piacenza e quella programmata a Castello, è una scelta giusta. Se vogliamo invece metterci dentro la politica perché tra qualche mese di vota in qualche comune, non facciamo il bene dei cittadini». Pasquali ha chiesto a Baldino di pensare all’hospice di Borgonovo, «il direttore deve farsi carico di fondere “La Casa di Iris” con Azalea, altrimenti avremo un peggioramento dei costi di questa azienda». Baldino ha rassicurato Pasquali: «La struttura di Villanova non può rimanere vuota. Anche la rete degli hospice –che non è contenuta nel piano – deve muoversi in rete, quella il distretto di Levante non ne ha uno ad esempio. Non so se ci sarà una sola fondazione, ma un’unica gestione degli hospice è un progetto coerente con il nostro piano».

Raffale Veneziani, sindaco di Rottofreno, ha sottolineato la difficoltà della sua presa di posizione a favore del Sì. «Conosco bene la realtà di Villanova, ho amici lì. Ci sono 40mila firme per difendere gli ospedali. Ho parlato con tanti professionisti, ho chiesto loro se ci poteva essere una “strumentalizzazione” delle loro valutazioni, ma ho visto una partecipazione sincera degli operatori al piano. Villanova non muore oggi, era il 2008 che si avanzavano richieste di professionisti per quella struttura, come l’urologo».

La posizione dei contrari al piano è stata espressa da Roberta Battaglia, sindaco (leghista) di Caorso. «Di sollecitazioni – ha risposto all’ormai ex collega di partito Pasquali - ne abbiamo avute anche noi che vogliamo votare “no”. Anche io mi sono informata. Abbiamo bisogno di un ospedale a Fiorenzuola che funzioni. Io ho la tessera della Lega, ma non voto “no” perché me lo dice il partito. Abbiamo bisogno che Fiorenzuola venga costruita alla svelta. Io ho ascoltato i cittadini, non vogliono che si chiuda Villanova, che viene messa in confronto con Montecatone. Nel 2012 sono stati investiti 8 milioni di euro, è partito da lì a rinnovare la struttura, dopo anni di bilanci in deficit. E in questi ultimi due anni ha registrato bilanci positivi. Perché non può essere fatto anche a Villanova? Perché non si può investire lì. È una questione di scelte. A mio giudizio quelle del piano sono sbagliate. Non tutti i medici sono stati sentiti, non tutti i medici la pensano come l’Ausl. Ne ho sentiti diversi che hanno opinioni diverse. Si sta giocando al risparmio qua, e io non ci sto. Queste cose le abbiamo dette tanto tempo fa e le pressioni ci sono state sui giornali in questi giorni dipingendoci come quelli “cattivi”. La sanità piacentina ha duemila problemi intanto».

«La sanità – ha preso la parola anche il sindaco di Castelsangiovanni Lucia Fontana - ce l’ha eccome un colore politico. È oggetto di legislazione regionale e nazionale a seconda della loro appartenenza politica. C’è stata una standing ovation imbarazzante da parte degli operatori, dei sindacati, che hanno esternato la valenza straordinaria del piano. Fino a poche settimane fa alcuni operatori esprimevano a noi sindaci delle criticità, chiedevano a noi di farci carico delle loro preoccupazioni. Sostenere che questo è un “piano straordinario” non mi convince, è più un piano di necessità per far fronte alla situazione attuale. La Regione negli ultimi 15 anni non ha avuto attenzione per il centro di Villanova». Fontana ha però ricordato che la sua richiesta di ottenere la guardia chirurgica h24 a Castello è stata inserita nel piano. «Ma le urgenze chirurgiche non sono state mantenute nell’ospedale di Castelsangiovanni. Ridurremo la forza della struttura e della rete piacentina, perchè è vero che Piacenza è a 15 minuti di distanza, ma anche quello di Pavia è a 15 minuti. Io voto “no” non per ordini di scuderia, ma perché ascolto i cittadini».

Marco Bricconi (Cadeo) ha annunciato la sua astensione, ritenendo il piano «carente». Romano Freddi ha letto il suo intervento, criticando le decisioni dell’Ausl sull’ospedale di Fiorenzuola. «Ha offerto dati strumentali per spiegare la riorganizzazione, Villanova è il nostro centro, ha dato tanto, ha dei valori. La riabilitazione va fatta in un luogo del genere. Verdi ha costruito quell’ospedale per quello, gli operatori vogliono rimanere lì, i pazienti pure. Ascoltiamoli».

Di diverso parere il primo cittadino di Gossolengo Angelo Ghillani. «Lungo la Via Emilia ci sono cinque ospedali. Quelli piccoli non possono fare concorrenza, dobbiamo salvaguardarli specializzandoli. Capisco la difesa di Freddi, però credo che la mozione di Pasquali – condivisa anche dal sindaco di Fiorenzuola -, sia sottoscrivibile». Ghillani ha inoltre aggiunto che in futuro sarà necessario anche ripensare alla presenza di tre distretti nel nostro territorio.

Anche il presidente della Conferenza Socio-Sanitaria Patrizia Calza ha detto la sua. «Anche io che voto Sì sto dalla parte dei cittadini. Tutti siamo fruitori del servizio sanitario. Non è una proposta calata dall’alto, ma frutto di un confronto serrato. I medici hanno preso posizione in piena coscienza, non possono pensare il contrario, non posso mettermi in futuro in mano a loro se penso così». «I sindaci devono tutelare la gente, oltre che ascoltarla – ha detto l’assessore al welfare di Piacenza Stefano Cugini-. La gente ci vota per rappresentarli. Il cittadino non potrà mai avere le competenze e gli strumenti necessari per prendere decisioni di questo tipo: vota noi che ci occupiamo di prenderci la responsabilità e metterci la faccia». Gandolfi si è allineato alla posizione di Veneziani e Pasquali, sindaci del centrodestra che approvano il piano. «Lo faccio con dolore, perché penso a Villanova». Gandolfi ha ricordato alcune scelte di vent’anni fa. «Dov’era la politica allora quando si parlava di un ospedale unico di tutta la Valdarda da 300 posti?». «Queste riflessioni – ha dichiarato il sindaco di Ottone Federico Beccia, medico - le stanno facendo in tutta la Regione, in tutte le province italiana. La sanità sta cambiando. È cambiato tutto, compresi i ruolo. Il medico di famiglia deve stare attento a cose diverse rispetto agli anni ’90».

La mozione di Pasquali, Gandolfi e Veneziani ha ottenuto il voto favorevole dei comuni di Agazzano, Bettola, Bobbio, Borgonovo, Calendasco, Caminata, Castellarquato, Cerignale, Coli, Cortebrugnatella, Farini, Ferriere, Fiorenzuola, Gossolengo, Gragnano, Gropparello, Morfasso, Ottone, Piacenza,  Piozzano, Podenzano, Pontedellolio, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno,Travo Vernasca, Vigolzone, Zerba.

Contro Caorso, Castelsangiovanni, Cortemaggiore, Lugagnano, Pecorara, San Giorgio, Villanova

Si sono astenuti Besenzone, Cadeo, Castelvetro, Monticelli, Nibbiano, Pianello, Sarmato. Non hanno partecipato Alseno, Carpaneto, Gazzola e San Pietro in Cerro.

Il voto decisivo sul piano è arrivato grazie ai voti di: Agazzano, Bettola, Bobbio, Calendasco, Caminata, Carpaneto Cerignale, Coli, Cortebrugnatella, Farini, Ferriere, Fiorenzuola, Gossolengo Gragnano, Gropparello, Morfasso, Ottone, Piacenza, Piozzano, Podenzano, Pontedellolio, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno, Travo, Vernasca, Vigolzone, Zerba e dal presidente della Provincia di Piacenza.

Contro Besenzone, Caorso, Castelsangiovanni, Cortemaggiore, Lugagnano, Monticelli, Pecorara, San Giorgio, Villanova.

Astenuti Alseno, Borgonovo, Cadeo, Castellarquato, Castelvetro, Gazzola, Nibbiano, Pianello, San Pietro in Cerro, Sarmato, Ziano.

I tanti operatori e professionisti dell'Ausl hanno applaudito al voto dei sindaci, mentre il gruppo dei contrari e il comitato dei cittadini , nell'atto di abbandonare la sala consiliare ha protestato per la decisione assunta dalla Conferenza.

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