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«Troppi medici in fuga, siamo preoccupati per il futuro della sanità locale»

Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Castelsangiovanni a fianco del Comitato "I Castlan i disan No" ed a “Secessio Plebis” a difesa dell'ospedale della Valtidone

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

«Dopo i tanti allarmi lanciati sul depotenziamento dell’Ospedale di Castel San Giovanni, in primis dal Comitato "I Castlan i disan No", purtroppo ciò che fu previsto si è ampiamente realizzato. Come apprendiamo in continuazione dai media, abbiamo una fuga di medici dai vari reparti verso altri presidi ospedalieri. Solo quest’anno in pochi mesi se ne sono andati il Primario di Radiologia Paola Scagnelli, il Dottor Claudio Gheduzzi del reparto Ortopedia e Traumatologia e per ultimo il Dottor Carini, uno degli iniziatori del centro di Chirurgia Colonproctologica insieme al compianto dottor Lucchini. Evidentemente piani sanitari e promesse disattese riguardanti primariati di Ortopedia e Chirurgia, hanno avuto il loro effetto.

I bravi medici che non vedono realizzate le loro carriere professionali ed addirittura avvertono la possibilità che il loro reparto non venga accreditato, altro non possono fare che andarsene, visto che l’AUSL non dà loro garanzie professionali ed incentivi. Questa emorragia pare non fermarsi sentito il vociferare che anche il Medico chirurgo specialista in Cardiologia, direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Daniela Aschieri potrebbe presto allontanarsi. Oltre al danno poi per i pazienti anche la beffa, in quanto pare annunciarsi un piano di ridimensionamento nel rimborso delle cure fuori regione. Se il malato volesse affidarsi alle cure del suo medico di fiducia trasferitosi in Regione limitrofa, rischia di dover pagare direttamente di tasca propria, oppure affidarsi ad enti assicurativi, alternativi alla sanità pubblica per garantirsi la prestazione. Dopo aver speso milioni di euro in ampliamenti edilizi, e abilitazione di attrezzatissime sale operatorie, ci permettiamo il loro mancato utilizzo per carenza di personale?

Di certo vediamo non passarsela meglio Piacenza che a seguito della centralizzazione dei servizi prodotta dal Piano Sanitario, ha visto crearsi molti disagi organizzativi, confluiti nell’abbandono dal loro ruolo di almeno 30 anestesisti, 23 ortopedici e decine di medici dal Pronto Soccorso.

Di fronte a questa emergenza di fuga dei medici, cosa fanno AUSL e Sindaci? L’AUSL si difende dietro la proiezione di dettagliate slide nella serata del 24 Maggio, presso il Cinema Moderno di Castel San Giovanni, nella seduta del Consiglio Comunale aperto con tema “Aggiornamento sullo stato di attuazione del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale approvato dalla CTSS il 31/03/2017, con particolare attenzione sulle ricadute e sulle prospettive future del Presidio Unico della Valtidone”. Il DG Baldino afferma perentorio che i numeri impediscono certamente di perdere servizi nell’Ospedale di Piacenza e Castel San Giovanni.

Il Sindaco Barbieri di Piacenza, che addirittura non ha votato il Piano Sanitario essendosi insediata dopo la sua presentazione in CTSS, si ferma a critici e sterili proclami, senza dare voto contrario quando ne ha occasione nelle riunioni della CTSS, pur a conoscenza delle situazioni di disservizi in tutti gli ospedali provinciali. I Sindaci della Valtidone, anch’essi critici sul piano sanitario, invece alle riunioni della CTSS, pensano spesso di non andare, di non votare e solo raramente di votare contro, confermando di fatto quelle linee guida che hanno prodotto evidente perdita di servizi sanitari ai loro cittadini. Sorge spontanea la domanda: ma i Sindaci dove vanno a curarsi?

In balia di queste situazioni, col rischio di non venir curato nel proprio ospedale, ma trasportato in ambulanza a Piacenza dove è stato deciso l’accentramento dei servizi, il cittadino cosa può fare?

Visto che il SSN, l’AUSL provinciale, i Sindaci ed il ciel non l’aiuta, si rimbocca le maniche, forma Comitati e Movimenti, ed intuisce che solo l’unione delle forze può tentare di difendere i diritti alla salute di tutti. Così il comitato “I Castlan i disan No”, il Gruppo M5S di Castel San Giovanni ed il nuovo Movimento Politico “Secessio Plebis” hanno deciso di unire il loro impegno a tutela dei cittadini, avvalendosi della collaborazione di professionisti, al fine di controllare e denunciare all’opinione pubblica ogni atto che possa non avere come unico fine il buon utilizzo del denaro pubblico indirizzato alla cura del malato»

Attivisti M5S Castel San Giovanni

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